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Il ruolo della banca mondiale nella cooperazione internazionale allo sviluppo

Il funzionamento della Banca Mondiale

Obbiettivo di questo capitolo è analizzare il funzionamento della banca mondiale all'atto pratico ed inoltre approfondire le varie mentalità economiche che l'hanno guidata fino ad oggi, esaminandone pregi e difetti.

a) Millenium Summit e i Millennium Development Goals
La banca nel 2000 organizzò un incontro a New York, chiamato Millennium Summit ove parteciparono la maggior parte dei paesi del mondo; il fine di questo summit fu stilare gli otto punti che ne avrebbero dovuto guidare il funzionamento negli anni a venire. Gli obiettivi erano 8 e volendoli enunciare troviamo:

• OBIETTIVO 1: eliminazione della povertà estrema e della fame dal mondo.
• OBIETTIVO 2: assicurare l’istruzione elementare universale.
• OBIETTIVO 3: promozione dell’uguaglianza, delle capacità e delle opportunità del sesso femminile.
• OBIETTIVO 4: riduzione della mortalità infantile.
• OBIETTIVO 5: miglioramento della salute materna (mortalità materna).
• OBIETTIVO 6: combattere le malattie gravi come Aids e malaria.
• OBIETTIVO 7: assicurare la sostenibilità ambientale.
• OBIETTIVO 8: sviluppare un’alleanza globale per lo sviluppo.

Subito, durante la decisione di questi otto punti molto ambiziosi, apparirono alla commissione quelle che si riveleranno le vere difficoltà dell’impresa; ovvero le strategie, le modalità e le complicate procedure che si sarebbero dovute mettere in pratica per il raggiungimento degli obbiettivi designati. Il primo provvedimento che venne preso dalla commissione, fu quello di coinvolgere direttamente i paesi ricettori delle politiche, affinché con la loro più specifica conoscenza del territorio (soprattutto delle problematiche interne) potessero aiutare a migliorare le decisioni operative della commissione stessa. Alla luce di ciò i programmi ad oggi vengono stilati dagli stati stessi, indicando con la massima correttezza le risorse necessarie (e dove reperirle) per l’attuazione degli obiettivi, In cambio la banca mondiale richiede trasparenza e accountability sui risultati; tramite questo meccanismo i paesi più meritevoli dovrebbero ricevere maggiori risorse e continuità di aiuti.

Tuttavia, questo metodo, che pure generava allora tutto il suo stupore, doveva ancora mostrare i suoi frutti non sempre floridi. Ciò è attribuibile ad entrambi gli attori di questo paradigma di sviluppo: in primis agli stati beneficiari, che da un lato spesso non sono stati caratterizzati da governi molto inclini a metodi democratici e comunque con una classe dirigente e amministrativa non adeguata; d'altro canto la banca mondiale spesso, mostrando una contraddizione deludente, ricercava soluzioni non in linea con i bisogni reali dei paesi clienti ed anzi, spesso, ricalcava scelte passate che avevano già mostrato i loro pessimi risultati. Si inserisce qui un solo esempio, quello dell'Uganda, che pur nella sua specificità può mostrare da solo, pregi e difetti di questa strategia di sviluppo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il ruolo della banca mondiale nella cooperazione internazionale allo sviluppo

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Informazioni tesi

  Autore: Mauro Avallone
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari
  Relatore: Paola Bongini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 38

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