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La censura in Portogallo durante il salazarismo: il caso di "Histórias de Amor" di José Cardoso Pires

La censura in Portogallo

La censura venne usata dall'Estado Novo come strumento politico per evitare la diffusione di idee contrarie al regime e per condizionare il pensiero delle persone; si trasformò in una specie di "Legge del Silenzio", che includeva non solo la censura applicata da organismi esterni come il lápis azul ma anche una autocensura ad opera degli autori stessi. Questa viene definita la censura della paura: della prigione, dell'aggressione, della disoccupazione e della persecuzione. Anche il dominio dispotico della lingua fu un'altra forma di censura, essendo la lingua il capitale simbolico più significativo della società, la sua appropriazione rivela il controllo esclusivo della relazione tra le parole e le cose; proibendo l'uso di determinate parole, alcune situazioni scompaiono automaticamente.

Lo sviluppo della stampa portoghese venne quindi condizionato da vari fattori e venne principalmente ritardato a causa dei mezzi repressivi adottati dalla dittatura ma anche dalle condizioni di povertà e analfabetismo in cui riversava la maggior parte della popolazione. Il regime non fece molto per cambiare la situazione e questo impedì alle case editrici di svilupparsi in modo da rendere più interessanti le proprie pubblicazioni; i vari giornali furono influenzati dal condizionamento informativo e ciò condizionò globalmente tutto il settore della comunicazione sociale.

Anche per quanto riguarda i mass media non ci furono grossi sviluppi poiché la radio non fu mai considerata un elemento concorrenziale aggressivo anche a causa delle limitazioni a cui era sottoposta e la televisione apparve molto tardi e con poche ore di programmazione; i mezzi audiovisivi portoghesi contribuirono a sostenere il regime poiché erano per la maggior parte di proprietà dello stato. I contenuti informativi furono non solo condizionati dalla censura ma vennero anche usati per mantenere l'ordine.

Il pluralismo di opinione, nei limiti delle restrizioni e a patto che non criticasse in alcun modo il potere, continuò comunque ad esserci al contrario di quanto accadeva ad esempio in Russia; il regime controllava e faceva affidamento sulle stazioni radio che assicuravano una maggior copertura del territorio nazionale ed erano quasi tutte di proprietà statale o della Chiesa, nonostante ce ne fossero alcune più piccole e di stampo amatoriale che avevano una potenza sicuramente più ridotta.

Entrando specificamente nella censura a livello di stampa, venne fatta una classificazione dei giornali: il 25% venne denominato "situazionista", il 22% "anti-situazionista", mentre il resto venne definito "neutro" o "simpatizzante"; 11 giornali vennero identificati come "chiaramente comunisti" e 32 invece come legati alla massoneria. La censura aveva 23 delegazioni, non era centralizzata e dipendeva molto dal punto di vista di ogni censore, generalmente facente parte della classe militare.

La stampa, quindi, sviluppò in fretta dei codici di comunicazione con il pubblico al fine di eludere la censura; le radio straniere che trasmettevano in portoghese, le pubblicazioni e i film, le conferenze e le esposizioni promosse dalle ambasciate delle potenze belligeranti durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutarono a modo loro a mantenere una relativa e contenuta pluralità. Il governo istituì il Segretariato della Propaganda Nazionale per distribuire informazioni e promuovere arte e letteratura marcatamente nazionali; il direttore, António Ferro, ricorse a premi, esposizioni, consegne, sussidi e compagnie per arruolare scrittori e artisti capaci di creare uno stato d'animo e uno stile vicino al regime.

Il Ministero dell'Educazione, tramite l'Istituto dell'Alta Cultura dell'Accademia Portoghese di Storia, cercò di fare lo stesso tra le persone colte; i risultati furono ambigui. Un senso di preoccupazione inerente alla rispettabilità, fece sì che il regime preferisse uomini di lettere come Júlio Dantas o Augusto de Castro, provenienti da un repubblicanismo conservatore. Ci fu sempre un contenzioso tra Salazar e i capi della destra intellettuale nazionalista a cui, a causa di una routine di un Integralismo già vecchio, mancò sempre l'impatto che invece l'iconoclastia fascista diede alla sua controparte francese.

Nel caso del cinema, le produzioni storico-letterarie patrocinate dal regime non ottenevano lo stesso successo delle commedie che promuovevano gli attori del teatro di rivista; a livello politico, la letteratura e le arti in generale, servirono anche come veicolo per le opposizioni della destra. Il marxismo letterario, conosciuto come "neo-realismo", ottenne alcuni successi: alcuni degli autori più considerati o popolari di questa epoca, si allineavano con l'opposizione.

L'opposizione costituì un mondo intellettuale parallelo contrapposto a quello ufficiale; nel 1945 quindi poteva quasi sembrare che fosse impossibile pretendere che ci fosse uno statuto intellettuale senza una degna opposizione o un distanziamento dal regime. Il maggior successo culturale del regime venne attribuito al Ministero delle Opere Pubbliche; con gli edifici scolastici, delle poste, dei tribunali e dei quartieri sociali, creò uno stile distintivo dell'Estado Novo, combinando lo stile pombalino, quello tipico delle case portoghesi e quello moderno.

Il Segretariato della Propaganda si sforzò ancora per fondare una cultura popolare usando come mezzo le biblioteche delle scuola e delle case e anche attraverso sessioni di teatro e cinema ma era la Chiesa che avrebbe funzionato come principale influenzatore della cultura del popolo.

Entrando nello specifico, il Lápis Azul fu il simbolo della censura portoghese poiché con esso venivano sbarrati i contenuti e le frasi ritenute dal censore non adatte e i contenuti venivano marcati sotto diversi nomi: autorizzato; autorizzato con dei tagli; tagliato o sospeso. La censura salvaguardava la creazione propagandistica ed elogiante la realtà del paese in cui l'apparenza rappresentava la realtà; a livello interno c'era una censura previa e a posteriori di tutti quei testi che potessero rappresentare la realtà del regime.

Salazar fu abbastanza chiaro su ciò che doveva essere sottoposto al giudizio della censura e conseguentemente censurato: critiche o commenti inerenti alle iniziative messe in atto dal Capo di Stato, dal Presidente del Consiglio e dai membri del governo; articoli o notizie riguardanti la struttura politica dello Stato o del Regime; critiche alla politica economica finanziaria ed estera del governo e critiche all'azione delle forze armate, della sicurezza o della polizia. Tutto ciò che era nuovo e non ponesse le proprie basi nella tradizione o nell'essenza del regime era eliminato dal Lápis Azul.

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La censura in Portogallo durante il salazarismo: il caso di "Histórias de Amor" di José Cardoso Pires

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Informazioni tesi

  Autore: Ludovica Badini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Mediazione Linguistica e Culturale
  Corso: Lettere
  Relatore: Simone Celani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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