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La riduzione del numero dei parlamentari in Italia

La Commissione dei Saggi

Cinque anni dopo ebbe luogo uno degli episodi più significativi per la storia delle riforme costituzionali in Italia. Dalle elezioni del 2013 risultò infatti uno scenario che finì per creare uno stallo istituzionale di notevoli dimensione: Italia-Bene Comune ottenne il 29,55% dei voti, la coalizione del centro-destra ottenne invece il 29,55% e il Movimento 5 Stelle il 25,56%. Le criticità e i difetti del sistema italiano permisero al Partito Democratico di ottenere la maggioranza assoluta dei alla Camera dei deputati (344 seggi su 630) ma non al Senato (123 seggi su 315). Lo stallo cominciò nel momento in cui ben due turni di consultazione non andarono a buon fine: a seguito del fallimento del secondo, il presidente Napolitano annunciò la volontà di istituire un gruppo di tecnici e esperti che potesse elaborare un programma di riforme. Il 30 marzo seguente venne nominato la Commissione dei saggi e i suoi lavori si conclusero in poche settimane con la presentazione di due relazioni: una per le riforme economiche e l’altra per le riforme istituzionali.
Sul fronte istituzionale le proposte riprendevano ancora il tema della struttura parlamentare, oltre che la scontata necessità di adottare una nuova riforma elettorale.
La Commissione infatti sottolineò la definitiva esigenza di superare il sistema dei due rami simmetrici del parlamento, problema che la Commissione propose di risolvere attraverso l’istituzione di una sola Camera politica (la Camera dei deputati) e una Camera rappresentativa delle autonomie regionali (Senato delle regioni). Anche nella relazione della Commissione dei saggi venne riproposto il taglio del numero dei parlamentari, che in questo caso sarebbe passato a 480 deputati - ovvero un deputato ogni 125mila abitanti contro i 95 mila correnti - e 120 senatori, ripartiti in proporzione al numero di ogni Regione.
Lo stallo politico si risolse nel governo Letta, il quale proseguì l’attività di studio delle riforme costituzionali con una commissioni di esperti più ampia (35 membri). Il contributo dei saggi non riuscì però a produrre modifiche concrete alla struttura del parlamento dal momento che il governo Letta si sciolse meno di 12 mesi dopo.

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La riduzione del numero dei parlamentari in Italia

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Informazioni tesi

  Autore: Luigi Amori
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Gianfranco Baldini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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