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La centralità dell'educazione per il presente ed il futuro dell'uomo. Le premesse per un cambiamento radicale del paradigma educativo

La grave carenza nel lavoro di rete tra scuola-famiglia-comunità

La transizione alla didattica a distanza è risultata particolarmente gravosa e problematica anche e soprattutto a causa della mancanza di dialogo e collaborazione tra scuola-famiglia-comunità.
Già nel lontano 1899 il pedagogista statunitense John Dewey, in “Scuola e Società”, ha evidenziato come il processo di industrializzazione abbia portato ad una condizione di isolamento ed autoreferenzialità del sistema scolastico che ha causato un grave “sperpero” di vita umana:

«Dal punto di vista degli allievi, il grande sperpero della scuola deriva dal fatto che essi non sono in grado di utilizzare in modo libero e completo, nel suo ambito, quelle esperienze che essi acquistano all’esterno; mentre, dall’altra parte, non riescono ad applicare, nella loro vita quotidiana, quello che imparano a scuola. Ecco di quale isolamento soffre la scuola: dell’isolamento dalla vita».

Secondo l’autore la scuola è una “comunità in miniatura” ed ha lo scopo di compensare eventuali disagi ambientali offrendo ad ogni discente un’ampia gamma di occasioni d’incontro, di scambio, di partecipazione; per questo è fondamentale l’apertura del sistema educativo al mondo al di fuori di esso e la sua integrazione con le varie parti del contesto comunitario e sociale allargato. Da un punto di vista sociologico alla base del legame tra educazione e società vi sono alcuni principi: ogni società ha bisogno di educare le nuove generazioni e per questo sviluppa metodi educativi; obiettivo principale dell’educazione è fare in modo che ogni individuo si realizzi nella propria società; l’obiettivo sociale è l’integrazione di ogni individuo nella società. Da ciò si evince che il rapporto tra educazione e società cambia continuamente poiché le situazioni, i contesti e le problematiche sociali cambiano e si evolvono. Il sistema educativo è in grado di mantenere questo rapporto? Forse questa emergenza può far riflettere al riguardo. Dalle parole di Sir Ken Robinson del 2006, durante una delle famose conferenze statunitensi TED TALKS, si evince che vi è un rapporto di interdipendenza tra sistema educativo, politica, economia e cultura: il sistema educativo è di fatto il prodotto di decisioni politiche, le quali sono a loro volta influenzate da fattori socio-economici e culturali; in questo senso ha affermato che le scuole pubbliche sono nate proprio nel XIX secolo per soddisfare le esigenze industriali e per questo presentano due caratteristiche generali particolarmente critiche: linearità (percorsi lineari, prefissati e caratterizzati da una gerarchia delle discipline, stigmatizzazione dell’errore) e conformismo (valutazioni standardizzate, implementazione di contenuti standardizzati, prevalenza per l’insegnamento frontale). Queste caratteristiche (che possiamo ritrovare anche nel mondo del business e dell’impresa) hanno creato un gap sempre più incolmabile tra scuola e società, l’hanno isolata e resa incapace di adeguarsi ai cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo, nell’era della globalizzazione, dell’innovazione, della conoscenza in cui i fattori critici a cui dovrebbe preparare la scuola sono proprio: la creatività umana, la diversità e flessibilità, l’incertezza del futuro, l’apprendimento per la vita. Come ha affermato la psicologa di comunità Donata Francescato:

«Oggi che il lavoro si destruttura sempre più nel tempo e nello spazio richiedendo alle persone competenze relazionali, collaborative, flessibilità e autonomia, gli obiettivi, le modalità organizzative e di funzionamento delle organizzazioni scolastiche appaiono datati».

La Francescato ha elencato i principali punti deboli delle organizzazioni scolastiche, che sono stati poi accentuati dall’emergenza:
- Isolamento sociale e territoriale (mancata attivazione di reti, scarsa conoscenza dei limiti e delle risorse della propria comunità e del proprio territorio da parte di alunni e docenti)
- Burn-out degli insegnanti (diminuisce la capacità relazionale dei docenti)
- Scarsa attenzione agli aspetti emotivi dell’apprendimento
- Scarsa attenzione alle variabili organizzative
- Abbandono scolastico
- Scarsa diffusione delle numerose sperimentazioni effettuate in questi anni.

Per quanto riguarda il primo punto, interessante è notare come la Francescato abbia collaborato in progetti promossi dalla Commissione Europea che fanno parte di una serie di interventi chiamata “Youthstart”, con l’obiettivo di favorire l’empowerment degli studenti, facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e combattere la dispersione scolastica. Il primo passo richiesto dalle direttive europee nei programmi Youthstart è proprio la costruzione di reti tra scuole, insegnanti, imprenditori, assessorati, servizi socio-sanitari.
Risulta quindi necessario creare un dialogo continuo tra istruzione e formazione professionale, tra sistema educativo e comunità in un’ottica di “lifelong learning”. In questo senso è fondamentale la cooperazione e la creazione di una vera e propria rete tra istituzioni formali ed informali, che ponga al centro il discente, lo valorizzi e motivi ponendo attenzione contemporaneamente al singolo e al contesto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La centralità dell'educazione per il presente ed il futuro dell'uomo. Le premesse per un cambiamento radicale del paradigma educativo

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuela Tosi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Michele Petrocelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

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