Skip to content

L'evoluzione delle lingue al tempo della globalizzazione: il trinomio inglese, giapponese e italiano

La lingua giapponese e il caso dei gairaigo

Il primo esempio di connessione tra il Giappone e l'Occidente si ha nel 1590 circa, con l'arrivo dei missionari europei e i cosiddetti kirishitanban, ovvero la letteratura scritta dai missionari gesuiti. Questi scritti erano principalmente di argomento linguistico o religioso-letterario, ma ciò che li accomuna è il fatto che essi hanno portato per la prima volta la scrittura a caratteri romani nel Paese del Sol Levante. Successivamente, i rangakusha, cioè gli studiosi del metodo di apprendimento scientifico olandese, si avvicinano per primi alla cultura e alla scienza occidentale e, quindi, ad una lingua straniera che non fosse quella cinese. Per queste lingue straniere viene usato il metodo del kanbun kundoku per studiarle, che consisteva nella lettura in giapponese di testi cinesi. Perciò, nel periodo Edo, si assiste alla nascita di molte gairaigo (parole di origine straniera), soprattutto provenienti dall'inglese e dall'olandese: queste parole necessitano di un sistema di scrittura ben preciso per essere identificabili.
Durante il periodo Meiji, il Giappone si trova di fronte ad un moto di rinnovamento sociale e riorganizzazione politica. Il Paese si avvia verso la creazione di una società moderna e centralizzata, prendendo ispirazione da quella occidentale. Si sviluppa nuovamente la questione della lingua nazionale, ovvero della decisione di una lingua unica che potesse essere compresa da tutti, esattamente come era accaduto in Occidente. Infatti, al contrario di quanto era accaduto durante il periodo Nara in cui i giapponesi parlavano in giapponese ma scrivevano in cinese, ora la popolazione aveva bisogno di una lingua propria e indipendente, che diventasse il punto di riferimento linguistico ideale, anche se molti giapponesi avrebbero riscontrato difficoltà nell'adeguarsi ad una lingua imposta dal centro. Da qui nasce il "Movimento per l'unificazione tra la lingua orale e quella scritta" (genbun itchi undō), che si sviluppava su due strade differenti: la prima si rifaceva al cosiddetto "stile vernacolare" e tentava di avvicinare la lingua parlata a quella scritta, mentre la seconda mirava alla creazione di uno scritto standard che mediasse tra i due registri. Sempre durante il periodo Meiji si ebbe un'importante evoluzione dal punto di vista lessicale e si svilupparono due strategie: la resa fonetica della parola straniera in katakana o la traduzione attraverso un calco. Quest'ultima fu la strategia più utilizzata. Venne inoltre introdotta la punteggiatura, sempre sotto l'influenza occidentale, e si diffuse la lingua standard grazie all'avvento dei mass media – come l'inizio delle trasmissioni radio il 22 marzo 1925 e alla scolarizzazione generalizzata, con la conseguente diffusione della grammatica della lingua moderna. La nuova costituzione fu scritta in stile colloquiale.
Durante questo periodo, nelle varie scuole del Paese venivano utilizzati come materiale didattico gli ōraimono, modelli epistolari utilizzabili per la corrispondenza quotidiana. Per l'istruzione superiore, si usavano manuali come il Senjimon o il Sanjikyō, che avevano la funzione di introdurre alla lingua classica cinese. Questo nuovo sistema di istruzione moderno e centralizzato si focalizzava precisamente sulla forma scritta, dato che quella parlata non era ancora stata soggetta a nessun processo di standardizzazione; infatti, non esistevano ancora, esattamente come in Italia, delle prescrizioni formali a riguardo. Ciò accadde perché la lingua giapponese era ancora fortemente divisa a livello regionale: a Tokyo si forma una varietà linguistica basata sui dialetti del Kantō, che inglobava le caratteristiche di lingue considerate più "alte" come quella di Kyoto e che favorì lo sviluppo di una parlata peculiare, mentre in altre parti, come ad Okinawa, nella lingua locale vi sono elementi colloquiali del giapponese antiquato misti ad elementi provenienti dalle varietà locali, come si può notare nella frase kyō wa makoto ni odakaya na tenki de gozarimasu in cui de gozarimasu proviene dal giapponese antico e makoto ni da quello locale. Secondo il linguista Basil Hall Chamberlain, in "A Handbook of Colloquial Japanese" (1889), il dialetto di Tokyo era il più usato perché veniva capito da tutti e aveva assunto nel tempo un'importanza nazionale; questo perché la volontà di avere a disposizione un idioma utile andava di pari passo con la creazione di una nuova "coscienza nazionale". Al contempo, però, l'identificazione di una lingua standard con quella delle classi benestanti fece sì che le classi subalterne sentissero che la loro lingua non fosse dominante, e la proibizione dell'uso dei dialetti significava negare la libertà di parola.
Come visto nel caso dell'italiano, anche in Giappone le parole straniere vengono viste come sinonimo di prestigio, progresso e modernizzazione, soprattutto al di là della Seconda guerra mondiale, dato che i giapponesi volevano creare una società simile a quella americana e, forse inconsciamente, hanno cominciato a prenderne in prestito le parole. In questo ambito, ci si trova di fronte a due problemi principali, che però spesso si sovrappongono, creando una barriera linguistica: la distorsione della pronuncia delle parole straniere e lo stravolgimento – o mancanza – del significato. La responsabilità è, secondo Olah, dalla parte dei parlanti, poiché il loro uso scorretto della lingua inglese potrebbe avere un effetto negativo su come la lingua stessa si evolverà nel futuro. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'evoluzione delle lingue al tempo della globalizzazione: il trinomio inglese, giapponese e italiano

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Lavinia Cecchini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Scuola Superiore per Mediatori Linguistici Carlo Bo
  Facoltà: Mediazione Linguistica e Culturale
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Gianluca Sorrentino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 34

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

globalizzazione
italiano
inglese
giapponese
english
italian
japanese
globalization
evoluzione linguistica
language evolution

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi