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Le concessioni delle acque minerali: verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari

La minerale: un prodotto "made in Italy"

Territorio ricco di sorgenti idonee alla captazione e morfologicamente vario, l'Italia beneficia di un patrimonio idrico dal cui sfruttamento è germinato un settore interessante per l'economia nazionale. Valorizzata in età Romana per il suo uso termale e curativo, l'acqua minerale era originariamente concepita come prodotto di nicchia con una connotazione medico-terapeutica e un consumo circoscritto alle classi sociali più agiate.

Beneficiando dell'avanzamento della grande distribuzione e degli hard discount negli anni '80, l'acqua minerale ha acquisito lo status di bevanda dissetante e idonea al consumo quotidiano con la sperimentazione di materiali di contenimento più pratici rispetto al vetro, più leggeri e con costi di produzione inferiori: il PVC prima, il PP il PET poi. Quest'ultimo, brevettato dall'ingegnere americano Nathaniel Convers Wyeth nel 1973, ha rivoluzionato l'industria del packaging alimentare per la sua maggior resistenza, la minor tossicità e l'idoneità nel sopportare la pressione esercitata dalla CO2, identificandosi come materiale resistente nell'imbottigliamento di bevande gassate.

Percepita oggi come un bene insostituibile sul mercato italiano, la minerale naturale è consumata da tutti, indipendentemente delle differenze socio-economiche ma soprattutto alimentari che negli anni recenti, più per moda che per effettiva necessità, stanno interessando il carrello e la dieta degli italiani.

Le ricerche sul consumo di acqua minerale ci parlano di un “fenomeno massificato, capillare, trasversale al genere, alle classi di età” (Censis, 2018) non indirizzandosi ad un target preciso, né dal punto di vista umano né da quello geografico. I quasi quattordici miliardi di litri prelevati e imbottigliati dai giacimenti minerari del Belpaese (Beverfood, 2019) sono stati consumati in maniera geograficamente omogenea, seppur la gran parte delle 126 unità imbottigliatrici (Beverfood, 2019) sia localizzata prevalentemente al Centro-Nord Italia.

I player del settore adottano frequentemente una strategia multibrand, commercializzando più di un'etichetta (si ha potenzialmente una “disorientante” possibilità di scelta tra ben 310 brand) ed ampliando la propria offerta con nuovi prodotti o marchi (si veda la tabella 11) distinti per prezzo, immagine o tenore di sali. Ogni concessionario (in totale 126) è mediamente titolare di 2,46 concessioni, dato ben superiore rispetto al più parcellizzato 1,15 medio delle acque termali, a testimonianza del tentativo da parte dei concessionari di sfruttare i benefici derivanti da economie di scala. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le concessioni delle acque minerali: verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari

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Informazioni tesi

  Autore: Niccolò Poteti
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Economia
  Corso: Management
  Relatore: Andrea Eugenio Settimo  Paci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 162

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Parole chiave

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concessioni
concessionari
riforma legislativa
regione toscana
legge regionale
economia circolare
canoni concessori
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