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Il Dna barcoding per l'identificazione delle piante aromatiche commerciali

Storia e utilizzo delle spezie

Il termine "spezie" deriva dal latino "species" che indica una merce speciale, di valore, che si differenzia dalla merce ordinaria. Non esiste una definizione chiara ed univoca; infatti il termine si usa, in cucina, per designare tutti i rappresentanti del gruppo, incluse le erbe aromatiche, intendendo indicare tutti i prodotti vegetali caratterizzati dalla presenza di particolari sostanze stimolanti l'attività secretoria dell'apparato digerente. In generale, da un punto di vista botanico, possiamo definire "spezie" le radici, i fiori, i frutti, la corteccia e i semi di piante tipicamente orientali e tropicali; mentre sono "erbe aromatiche" le foglie e i germogli di piante provenienti soprattutto da climi temperati. Gli antichi sostenevano che gli odori "sono quelle minute particelle che dalla terra ascendono al cielo". Le spezie, infatti, sono state conosciute, usate, amate fin dall'antichità per rendere efficaci e gradevoli i medicamenti, profumati i cosmetici e per onorare gli dei. In Egitto, ad esempio, si faceva largo uso di spezie, di piante aromatiche, di erbe odorose e di gomme resinose. Questi prodotti erano però riservati al faraone, ai principi, ai sacerdoti; avevano soprattutto una funzione propiziatoria, ma non abbiamo notizia del loro uso in cucina.
Saranno i Greci nel IV° secolo ad affiancare all'uso terapeutico delle spezie, quello culinario. Mentre il medico Ippocrate di Kos indica come base dei suoi medicamenti le spezie, il botanico Teofrasto dichiara che le spezie hanno la funzione di riscaldare e di favorire la digestione.
Successivamente i Romani e gli Arabi conservarono l'arte dell'estrazione, della cura e dell'alimentazione con gli aromi vegetali. Similmente in Estremo Oriente la cultura tradizionale indiana e cinese utilizzava da millenni sia le essenze vegetali sia le spezie, queste ultime particolarmente richieste anche in Europa per conservare a lungo le cibarie.
Nel Medio Evo i profumieri erano particolarmente ricercati tra le classi sociali più abbienti per le preparazioni di pozioni da "indossare" affinché le qualità degli oli essenziali potessero immunizzare il portatore dalle malattie endemiche come la peste ed il colera che mietevano milioni di vittime. Il popolo doveva accontentarsi delle fumigazioni prodotte da falò di piante aromatiche accesi un po' ovunque nelle città.
Nel 1800 la rivoluzione industriale e l'avvento della chimica fecero si che in breve tempo i farmaci sintetici sostituissero quasi completamente i preparati d'origine vegetale e minerale, interrompendo così una lunghissima tradizione popolare nella cura del corpo.
Nel 1928 René Gattefossé, chimico cosmetologo, pubblicò un libro dal titolo "Aromaterapia", fondando la scuola della fitoterapia che è tuttora una disciplina non riconosciuta dalla biomedicina. Ad oggi i paesi del sud Europa (soprattutto Francia e Italia) utilizzano in cucina preferibilmente le erbe aromatiche mentre il centro-nord e l'est dell'Europa sono ancora tradizionalmente legati all'uso delle spezie. Soprattutto la Francia è caratterizzata da una lunga tradizione nella profumeria.

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Il Dna barcoding per l'identificazione delle piante aromatiche commerciali

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Informazioni tesi

  Autore: Alessio Fumagalli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze biologiche
  Relatore: Massimo Labra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 29

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Parole chiave

spezie
tracciabilità agroalimentare
piante aromatiche
dna barcoding
estrazione dna
sequenze
lamiaceae
sequenziamento dna

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