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Il cavallo e l’uomo, una relazione infinita. Ricerca antropologica su esperienze di ippoterapia.

Una sfida vinta

In questo capitolo analizzerò l'aspetto ludico del rapporto tra l'uomo ed il cavallo, con un particolare riferimento ad un progetto riservato a dei bambini con patologie neuro-psichiatriche, che, tra le diverse attività svolte, hanno praticato anche l'ippoterapia. Tale progetto, denominato “La Casetta", è nato dalla collaborazione tra un'associazione di volontariato, il circolo Auser (Autogestione dei Servizi) Volontariato “Il Ponte", e l'Asl 10 di San Donà di Piave – Portogruaro e si è svolto dal 28 Giugno al 29 Luglio per un totale di diciotto giorni. Durante questo periodo “La Casetta" ha ospitato tredici bambini, undici maschi e due femmine, di cui ho tracciato dei profili psicologici individuali, che allegherò alla fine della tesi.
La maggior parte di questi bambini si ipotizza che siano affetti da autismo e deficit cognitivo, mentre uno solo è affetto da sindrome di down.
Per mettere in evidenza i risultati ottenuti con l'ippoterapia, dai bambini del progetto, mi sembra opportuno illustrare, in linee generali, le patologie di cui si ipotizza siano affetti.
Inizierò dalla spiegazione dell'autismo. La caratteristica principale dei soggetti autistici è che, fisicamente, non mostrano segni di handicap. Il vero e proprio disturbo compare dal punto di vista psicologico e delle interazioni sociali.
I sintomi dell'autismo si manifestano già nei primi anni di vita, coinvolgendo i vari stadi dello sviluppo e differenziandosi in base all'età del soggetto.
I primi a studiare questa controversa patologia sono stati Leo Kanner e Hans Asperger che hanno individuato i principali disturbi dell'autismo, dando vita agli attuali criteri usati per riconoscere i soggetti potenzialmente autistici. Tali criteri sono tre e si riferiscono a particolari disturbi, e per essere formulata un'ipotesi di autismo devono essere presenti tutti i sintomi enunciati da questi parametri. Il primo criterio si riferisce alla difficoltà che hanno le persone potenzialmente autistiche nel relazionarsi con il mondo sociale, difficoltà che li spingono a non guardare negli occhi. Il secondo parametro riguarda l'incapacità, che sviluppano gli autistici, nel comunicare, ciò favorisce due conseguenze: la lenta acquisizione del linguaggio o, addirittura, la mancanza totale di questo; ed inoltre, la scarsa capacità di proporre giochi di imitazione (giocare a fare la mamma, giocare a guardie e ladri, ecc.). Nel terzo ed ultimo principio si fa riferimento ad un atteggiamento ripetitivo e stereotipato delle persone autistiche, causato da una selettiva scelta di attività.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il cavallo e l’uomo, una relazione infinita. Ricerca antropologica su esperienze di ippoterapia.

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Moretto
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Antropologia
  Relatore: Gianluca Ligi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 178

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