2 
 
Introduzione 
 
L’elaborato tratta il tema delle fake news, la loro incidenza negativa sulla vita dei brand, 
l’ampia diffusione e la loro possibilità di generare una crisi reputazionale ad un’impresa.  
Le basi delle notizie false sono la disinformazione e la misinformazione ma non solo, 
poiché sono presenti altri tre fattori che incentivano la diffusione e l’effetto virale delle 
stesse: polarizzazione, pregiudizio di conferma e camere dell’eco. 
Molte ricerche hanno analizzato il fenomeno, al punto tale da sentire l’esigenza di 
introdurre degli strumenti e dei framework per individuare le fake news, soprattutto 
online: queste analisi hanno fatto emergere la tipica struttura di una notizia falsa (nella 
tesi viene preso l’esempio di una fake news che ha colpito Adidas, per analizzarne la 
struttura). Per il contrasto delle fake news, nascono appositi algoritmi di fact-checking, 
motori di ricerca (Hoaxy), piattaforme di segnalazione (Polygree). 
Il fenomeno delle notizie false non è recente ma è piuttosto recente l’ampia diffusione 
online, infatti coglie le imprese impreparate nella gestione, tuttavia implementare 
costantemente (prima della crisi, durante la crisi e dopo la crisi) le attività di crisis 
management e comunicarle, consente di ridurre l’impatto materiale e immateriale delle 
fake news. In tali casi si attivano tempestivamente i componenti del crisis management 
team, all’interno del quale un ruolo importante è ricoperto dal portavoce aziendale 
(solitamente identificato nella figura del responsabile della comunicazione), e altri 
consulenti esterni diversi in base alla tipologia di crisi. Vista l’ampia rilevanza mediatica 
e il reale problema che le notizie false rappresentano sia per le organizzazioni, per gli 
Stati e tutta la popolazione, in tutto il mondo vengono approvate e proposte diverse leggi, 
specialmente dopo il picco di diffusione nel novembre 2016 con le elezioni presidenziali 
degli Stati Uniti; questo accade poiché i costi e le conseguenze di una crisi reputazionale 
che esse potrebbero causare comporta danni d’immagine, economici e alla reputazione 
aziendale. 
L’obiettivo specifico della tesi è comprendere la reale incidenza delle notizie false che 
colpiscono le imprese, le motivazioni della velocità di diffusione, del perché diventano 
presto virali e ciò che motiva gli ideatori delle stesse, quindi individuare come prevenirle 
e gestirle facendo leva sulle potenzialità del marketing e della comunicazione d’impresa. 
Per supportare l’analisi, nella tesi sono stati inseriti i casi di Granarolo, Coca-Cola, Mutti, 
Findus (colpite da notizie false volte a ledere la loro reputazione) attraverso un’analisi 
desk per i primi tre brand e un’analisi field per i casi di Granarolo e Findus. L’analisi desk 
si è incentrata nella ricerca sul web di articoli, dichiarazioni, commenti online, 
estrapolando le interviste dei responsabili della comunicazione dei brand considerati: 
coloro che hanno una conoscenza diretta delle relazioni pubbliche aziendali e che si 
occupano in prima persona di attuare le strategie volte a salvaguardare la brand reputation. 
Essi hanno avuto contatti diretti con la negatività del fenomeno. In merito all’analisi field, 
sono state concordate due interviste con Myriam Finocchiaro, Communication, External 
Relations e CSR Manager in Granarolo e Renato Roca, direttore marketing South Europe 
in Findus. L’obiettivo era di approfondire in modo diretto la correlazione tra fake news e 
aziende, individuare quelle che hanno generato maggiori problemi mediatici, il sistema
3 
 
di monitoraggio, prevenzione e contrasto adottato, i mezzi e canali di comunicazione 
attivati per dimostrare e provare (con analisi scientifiche) la verità delle aziende. 
Nel primo capitolo viene introdotto il concetto di fake news nell’era della “Post-Truth” e 
il carattere multidisciplinare dello stesso, che chiama in causa: psicologia, sociologia, 
eticità, economia, tecnologia e internet, giornalismo, comunicazione aziendale. Il 
fenomeno ha un’incidenza fortemente negativa su imprese, testate giornalistiche e 
cittadini di tutto il mondo poiché il loro scopo è quello di danneggiare individui e 
organizzazioni, ma anche quello di ottenere un ritorno economico grazie alla loro 
diffusione online o per divulgare le proprie idee. Gli ideatori sfruttano i cosiddetti 
“individui lacuna” come mezzo ideale per diffonderle: persone poco o per niente 
informate e facilmente condizionabili. Le fake news possono essere create per diverse 
motivazioni: satira, pubblicità, politica, parodia, racconto di storie false. Inoltre, nel 
capitolo viene analizzato l’aspetto giuridico del problema, dividendo le tutele esistenti nel 
mondo offline da quelle nel mondo online: in quest’ultimo c’è molta difficoltà 
nell’individuare i responsabili. Sono molte le leggi proposte, quelle approvate, le 
raccomandazioni e gli adeguamenti degli operatori online (tra cui la nascita di algoritmi 
di fact-checking, di siti per smascherare le notizie false). 
Il secondo capitolo si apre con le crisi aziendali, le tipologie e i diversi momenti che 
caratterizzano la crisi. L’aspetto più interessante è rappresentato dal processo di crisis 
management per la gestione delle crisi traumatiche (causate anche dalle fake news): le tre 
fasi del crisis management (prevenzione, gestione e valutazione dei risultati) hanno 
l’obiettivo di evitare e minimizzare i danni di un evento critico nonché cogliere le 
opportunità di cambiamento che esso potrebbe celare. Un ruolo di primo piano è 
rappresentato dalla comunicazione essendo fondamentale nella gestione di una crisi: la 
comunicazione segue delle regole ferree in questi casi poiché dev’essere tempestiva, 
accentrata, trasparente e accurata, aggiornata, aperta e sia esterna che interna, ma 
anche empatica e responsabile. Un’attività affidata al portavoce aziendale, componente 
chiave del crisis management team che collabora con appositi consulenti esterni chiamati 
in causa in base alla differente tipologia di crisi. Il portavoce utilizza appositi strumenti, 
mezzi e canali di comunicazione più adatti in una situazione tesa: solitamente la 
comunicazione (interna ed esterna) si avvale di linea telefonica, comunicati stampa, 
conferenze stampa, interviste con i media ma anche portali internet e intranet (sito web e 
blog aziendali, social network) di fondamentale utilità. Tali modalità di comunicazione 
sono funzionali per ridurre l’impatto dannoso sia nel breve (costi economici) che nel 
medio-lungo termine (calo della reputazione e della fiducia) di una crisi. 
Nell’ultima parte della trattazione si ritrovano le strategie di comunicazione che fornisce 
la letteratura accademica e manageriale, implementate costantemente dalle imprese nella 
gestione per mantenere la propria credibilità ed evitare che le fake news potessero 
provocare una crisi reputazionale. Tra queste si ritrovano: la definizione e il 
rafforzamento della brand identity per far in modo che rispecchi la brand image, 
l’investimento in CSR per acquisire legittimità nei confronti dei pubblici di riferimento e 
la definizione di una forte brand reputation poiché una buona reputazione consente di 
rafforzare la fiducia verso il brand. La parte conclusiva del terzo capitolo si concentra 
sulla ricerca empirica svolta, costituita dalle analisi desk e field, con la finalità di 
verificare le strategie effettivamente implementate dalle imprese colpite da fake news.
4 
 
Capitolo 1 – IL FENOMENO DELLE FAKE NEWS: 
DISINFORMAZIONE E VIRALITA’ ONLINE 
 
La condizione necessaria per il corretto funzionamento di una relazione – qualunque 
natura essa abbia – è lo scambio di informazioni; il vocabolario Treccani definisce 
un’informazione come “Notizia, dato o elemento che consente di avere conoscenza più o 
meno esatta di fatti, situazioni, modi di essere. In senso più generale, anche la 
trasmissione dei dati e l’insieme delle strutture che la consentono.”
1
 Il ruolo di fondo 
dell’informazione ha sicuramente un’accezione positiva avendo essa l’obiettivo di 
accrescere la conoscenza; tuttavia esiste – d'altronde, come qualsiasi altra cosa nel mondo 
– un altro lato della medaglia poco chiaro, oscuro: il fenomeno della “post-verità” e 
soprattutto l’apparente irrazionalità delle notizie false. 
Post-Truth: tradotto in italiano con “post-verità” in principio utilizzato da Keyes
2
, un 
termine di ambiguo significato associato a delle informazioni che non sono 
oggettivamente vere, in cui è dubbia la verità; una situazione in cui il pubblico accetta 
un’informazione come vera in base ai suoi ideali e alle proprie credenze. Una sorta di 
verità soggettiva: da qui le fondamenta del fenomeno delle fake news considerato da 
analisti e studiosi un inquinamento dell’infosfera. 
Dagli ultimi 5 anni, nello specifico dal novembre del 2016 con le elezioni del presidente 
degli Stati Uniti la cui carica è stata assunta da Donald Trump, tutto il mondo ha assistito 
al dilagare di notizie false; un fenomeno già esistente da tempo ma che ha portato il 
problema ad acquisire grande interesse e consapevolezza nella popolazione mondiale con 
questo evento. 
Questa affermazione è immediatamente verificabile sull’apposito tool gratuito di Google 
(Google Trends) osservando il trend di ricerca della parola “fake news” da parte degli 
utenti di tutto il mondo: inserendo i termini da ricercare, gli anni in cui visualizzare 
l’andamento del fenomeno e l’area geografica da analizzare;
 3
 la linea rossa nella figura 
1.1 divide due macro-periodi temporali: a sinistra il trend antecedente al novembre 2016 
e quello a destra il periodo successivo alle elezioni presidenziali negli USA. 
 
 
 
 
 
 
 
                                                             
1
 Enciclopedia Treccani, http://www.treccani.it/enciclopedia/informazione/. 
2
 Keyes R., (2004), The Post-Truth Era: Dishonesty and Deception in Contemporary Life, St. Martin’s Press 
New York. 
3
 https://trends.google.it/trends/explore?date=today%205-y&q=fake%20news.
5 
 
Figura 1.1. Interesse nel tempo del termine “fake news” 
 
Fonte: adattamento da trends.google.it 
 
Una situazione che portò l’opinione pubblica ad accusare Facebook di aver influito in 
modo rilevante alla vittoria di Trump, in quanto in quel periodo circolavano appunto fake 
news su entrambi i candidati, ma decisamente a sfavore di Hillary Clinton
4
 (figura 1.2) 
come si evince dalla ricerca del Pew Research Center in America, secondo cui l’88% dei 
votanti – molto eterogenei per reddito, istruzione, età, genere – si dichiarò confuso dalle 
notizie false sulla politica che circolavano nel 2016. Un numero pari a 20 fake news 
riguardanti le elezioni avrebbe creato maggior engagement rispetto ai più blasonati 
quotidiani americani (Huffington Post, New York Times)
5
, nella cui produzione hanno 
inciso in modo significante degli account creati in Russia e delle vere aziende come la 
“Internet Research Agency” di San Pietroburgo.
6
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                             
4
 Allcott H., Gentzkow M., (2017, op. cit. 
5
 Bonelli G., Camilli F., (2017), “Così le fake news hanno aiutato Trump a diventare presidente”, Agi, Luglio 
2017. 
6
 Jensen M., (2019), “Russian trolls and fake news: information or identity logics?”, Journal of International 
Affairs, 71(1.5), pag. 115-124.
6 
 
Figura 1.2. Percentuali di articoli di fake news a favore di Trump e a favore di Clinton 
 
Fonte: adattamento da Allcott H., Gentzkow M., (2017). 
 
Un fenomeno multidisciplinare che chiama in causa diversi ambiti, quali psicologia e 
sociologia, eticità, economia, tecnologia e internet, giornalismo e comunicazione: 
 Psicologia e sociologia in quanto la creazione di notizie false ha l’obiettivo di 
influenzare le opinioni di molti soggetti; 
 In merito all’eticità, esse non hanno il più delle volte obiettivi benevoli; 
 Economia, poiché un altro obiettivo è quello di generare un ritorno economico in 
chi le idea; 
 Tecnologia e internet: le notizie false trovano nel web e nei social network campo 
fertile per raggiungere l’obiettivo della viralità; 
 Giornalismo e comunicazione: le notizie false utilizzano come veicolo la 
comunicazione interpersonale; esse vengono diffuse soprattutto attraverso degli 
articoli, talvolta creati dalle stesse testate giornalistiche. 
Nel lavoro verrà approfondita la prospettiva manageriale al fine di comprendere 
l’incidenza negativa delle fake news, ideate per danneggiare le aziende.
7 
 
1.1 – Definizione e incidenza negativa 
 
Per comprendere il significato del termine fake news, un’utile definizione da cui partire 
è: “Informazioni inventate che imitano il contenuto dei news media nella forma ma non 
nel processo organizzativo o nelle intenzioni” (Lazer D. M. J., et al., 2019)
7
. Dunque, 
analizzando il contenuto del pensiero si deduce che le notizie false si compongono di 
informazioni imprecise, ma paradossalmente esse hanno un intento preciso: ingannare il 
pubblico; si presentano come reali ma il loro scopo è generare un danno attraverso la 
distorsione della realtà. A volte sono vere ma modificate, altre sono completamente false 
e inventate. Altri studiosi definiscono le fake news come “articoli di notizie che sono 
intenzionali e dimostrabili come falsi e che potrebbero fuorviare i lettori” (Allcott H., et 
al., 2017)
8
. 
Le notizie false hanno lo scopo di ledere gli interessi di una persona, una società, un 
politico, un ente pubblico, ecc., basandosi su fatti non verificati che, volontariamente o 
involontariamente, una specifica fonte decide di diffondere non rispettando le regole alla 
base del procedimento di verifica tipico del giornalismo
9
. 
Molte sono le ricerche che confermano quanto in Italia e nel resto del mondo, sia in 
crescita la sfiducia nei confronti di internet, nonché quanto nel corso del tempo vadano 
affermandosi la negatività delle fake news e la consapevolezza nell’opinione pubblica che 
queste siano pericolose. 
Il fenomeno ha quindi un’accezione fortemente negativa, i cui effetti si manifestano sulla 
popolazione, sulle testate giornalistiche, sulle imprese, secondo quanto emerge da 
differenti ricerche svolte, prese in considerazione in questo elaborato. Inoltre con la 
nascita del web e con la diffusione dei social networks gli effetti negativi si sono 
amplificati, infatti dall’analisi “I media digitali e la fine dello star system” effettuata dal 
Censis nel 2018 emergono dati interessanti – ma anche nel rapporto dell’anno precedente. 
Viene attribuita dagli italiani una forte correlazione positiva tra internet e fake news
10
:  
 Il 40,4% della popolazione ritiene la “manipolazione delle informazioni tramite 
fake news” tra i problemi principali del web (figura 1.3); 
 Per il 58,2% i siti web, blog e forum non sono attendibili; 
 Per il 66,4% i social networks non sono per niente attendibili; 
 
 
 
 
                                                             
7
 Lazer D. M. J., et al., (2019), “The science of fake news”, Science, vol. 359, pp. 1094–96, Marzo 2019. 
8
 Allcott H., Gentzkow M., (2017), “Social Media and Fake News in the 2016 Election”, Journal of Economic 
Perspectives, (31:2), pp. 211-236. 
9
 Ferrario I., et al., (2019), Marca, internet e contrasto alla disinformazione, Centromarca. 
10
 AA.VV., (2018), Quindicesimo rapporto sulla comunicazione. I media digitali e la fine dello star system, 
Censis, Franco Angeli.
8 
 
Figura 1.3. I tre problemi principali dei media digitali secondo gli italiani (valore in %). 
 
Fonte: adattamento da Censis (2018). 
 
Mentre nel rapporto del Censis dell’anno precedente (2017), “I media e l’immaginario 
collettivo”, è emerso che il 52,7% degli utenti italiani online ha dato rilevanza ad una fake 
news, una percentuale che però scende dello 0,8% per i soggetti più istruiti (Fig. 1.4). 
 
Figura 1.4. Soggetti che hanno creduto ad una fake news online (Valore in %) 
            
Fonte: adattamento da Censis (2017).
9 
 
Il fenomeno delle fake news è ritenuto pericoloso dal 77,8% della popolazione italiana, 
inoltre si ritiene che queste vengono ideate per favorire determinati orientamenti politici 
e per inquinare la libertà di opinione
11
. Nonostante la maggiore rilevanza che i media 
digitali acquisiscono nel corso del tempo rispetto alle tradizionali fonti informative, i 
contenuti che vengono veicolati online non sono ritenuti affidabili dalla popolazione: in 
Italia si preferisce sempre fare affidamento ai telegiornali per acquisire le notizie, ritenuti 
più attendibili; i social vengono utilizzati sempre meno a scopo informativo – il 9,1% di 
utenti in meno utilizza Facebook per questo scopo, su Twitter il 3% in meno – proprio a 
causa delle fake news che circolano in rete, ma anche a causa delle diffamazioni e 
dell’hate speech (ossia l’incitamento all’odio nelle conversazioni online tra gli utenti)
12
.  
La maggior parte degli italiani sostiene peraltro che, il dilagare di fake news e 
atteggiamenti diffamatori online non è una situazione temporanea anzi, è destinata a 
perdurare nel tempo
13
: maggiore sono il livello di istruzione e l’età della popolazione, 
maggiore è la convinzione di tale affermazione (Fig. 1.5). 
 
Figura 1.5. La presenza in rete di fake news è un fenomeno di passaggio o permanente? 
              
Fonte: adattamento da Swg (2018). 
 
                                                             
11
 AA.VV., (2017), Quattordicesimo rapporto sulla comunicazione. I media e il nuovo immaginario 
collettivo, Censis, Franco Angeli. 
12
 Alonghi A., (2018), “Rapporto Censis, italiani e l’informazione, tanto digitale ma a bassa credibilità”, 
Ottobre 2018. 
13
 AA.VV., (2018), Ricerca “Hate speech e fake news nel lavoro e nel business”, Swg, maggio 2018.
10 
 
Il dilagare di notizie false ha effetti altamente negativi anche nei confronti delle testate 
giornalistiche, anch’esse devono riconquistare la propria reputazione nei confronti dei 
lettori
14
:
 
 
 il 70,1% degli intervistati ritiene che i giornalisti non si impegnino abbastanza 
per diffondere informazioni professionali e soprattutto corrette; 
 il 58,8% degli italiani è convinto che oggi i giornalisti siano più interessati a 
creare traffico e profitti anziché diffondere delle informazioni corrette.
15
 
 
Nel settore della salute l’incidenza negativa delle fake news è ancor più preoccupante, 
visto il tema particolarmente delicato: 15 milioni di persone in Italia hanno dichiarato nel 
2017 di cercare informazioni su internet in caso di problemi fisici e di potersi curare in 
autonomia tramite le informazioni raccolte. Tra questi 8,8 milioni sono stati ingannati 
dalle fake news durante loro ricerca e circa 3,5 milioni hanno capito di aver ricevuto 
informazioni mediche errate online
16
.  
Anche negli Stati Uniti, le fake news dilagano nel campo della salute come mostra la 
ricerca effettuata dalla NBC News nel corso del 2019: l’80% degli americani utilizzano 
internet per informarsi sulla propria salute e sono molti gli articoli virali che circolano 
online sulle false cure per i tumori e sui vaccini
17
. 
Altri dati negativi in merito derivano dal settore economico, l’analisi di Centromarca 
(“Associazione italiana dell’Industria di marca”) con l’Agcom (Autorità per le Garanzie 
nelle Comunicazioni) effettuata su 46 imprese operanti in campo nazionale e 
internazionale nel settore dei beni di largo consumo, ha mostrato che 22 di queste sono 
state colpite dal dilagare di informazioni false
18
 tra il 2016 e il 2018; la maggioranza di 
queste notizie sono state diffuse tramite le piattaforme di comunicazione online. Anche 
l’indagine quantitativa svolta su un campione di 100 dirigenti aziendali nel maggio 2018, 
dalla società SWG tramite piattaforma CAWI
19
 evidenzia che, l’81% di essi affermano 
che l’hate speech e fake news hanno come bersaglio le aziende
20
. 
Al fine di avere una visione più globale della diffusione di notizie false, nella trattazione 
si pende in considerazione il Paese con la maggiore densità di popolazione al mondo, 
ossia la Cina, che tra l’altro si distingue per le ampie restrizioni che caratterizzano la 
navigazione online
21
. 
                                                             
14
 Agi, (2019), “Gli italiani si fidano dei giornalisti? Cosa dice il rapporto Agi-Censis”, Dicembre 2019. 
15
 AA. VV., (2019), I professionisti dell’informazione nell’era trans-mediatica: grado di fiducia, elementi 
critici e attese degli italiani, Agi-Censis, Dicembre 2019. 
16
 AA.VV., (2017), “Salute. Da Censis allarme fake news: 8,8 milioni trovano su web informazioni sbagliate”, 
RaiNews. 
17
 AA. VV., (2019), “Fake news e salute, da tumori a vaccini le più virali 2019”, Redazione ANSA, Dicembre 
2019. 
18
 Maconi C., (2019), “Fake news, un manuale di Centromarca aiuta le aziende”, La Repubblica, Settembre 
2019. 
19
 Interviste e sondaggi in rete con l’utilizzo delle tecnologie “Computer Aided Web Interview”. 
20
 AA.VV., (2018), Swg, maggio 2018, op. cit. 
21
 In Cina molti la navigazione web è soggetta a forti restrizioni, lo Stato tende ad oscurare molti siti web 
e piattaforme di social media. La legge penale con l’art. 285 definisce i le reti VPN delle modalità per 
minacciare gli affari di stato.