Indagini Archeologiche Strumentali nelle Acque di Marettimo
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Un documento del 1240 la include tra le isole siciliane in cui venivano catturati i falconi per Federico II. Molto probabilmente, a partire da quest’epoca, la toponomastica ha indicato il nome del monte più alto dell’isola con il nome di Pizzo Falcone. Al tempo di re Martino, nel 1399, le isole Egadi sono considerate possedimenti demaniali, ulteriori fonti relative a questo secolo e al successivo menzionano l’isola esclusivamente per la presenza di pirati nelle sue acque e, infatti, nella metà del XV secolo, secondo il Gregorio, l’isola <<già resa diserta>> era <<sicuro ricetto>> per i Corsari dell’Asia e dell’Africa. Nel corso del XVI secolo fu soltanto menzionata da Tommaso Fazello e dal geografo turco Piri Reïs, che durante il suo viaggio attraverso il distanza da Favignana 20 Mediterraneo nel 1521, cita Marettimo e ne da la . La frammentarietà delle fonti storiche in nostro possesso non ci consente di delineare un quadro preciso sulla sua frequentazione, sembrerebbero concordi nel ribadire l’inesistenza di un abitato. tuttavia esse E’ probabile, quindi, che le uniche strutture in pietra esistenti sull’isola rimasero per secoli gli edifici in contrada “Case Romane”. Figura 1.2. Battistero a immersione del VIbVII secolo d.C. ritrovato in contrada “Case Romane “ durante il biennio di scavo 2007/2008 (Archivio Personale). 20 ARDIZZONE 1995, p. 388. 8
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Indagini Archeologiche Strumentali nelle Acque di Marettimo
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Informazioni tesi
Autore: | Antonino Venza |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Conservazione dei Beni Culturali |
Corso: | Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali |
Relatore: | Sebastiano Tusa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 139 |
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