L'emergenza ambientale dei rifiuti marini di plastica e microplastica nel diritto internazionale
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85 attori coinvolti” nella catena di produzione degli articoli, inclusi i “gestori pubblici o privati di rifiuti” e le autorità nazionali, regionali e urbane. Fisseranno obiettivi in linea con la gerarchia dei rifiuti che rispettino quanto disposto, inter alia, dalla direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio e garantiranno procedure di trasmissione di rilevanti informazioni riguardo ai prodotti immessi sul mercato che specifichino le modalità di raccolta e trattamento post uso, e si asterranno da provvedimenti discriminatori dei produttori in base alla loro origine o dimensione. I detentori dei rifiuti saranno informati e incentivati alla prevenzione dei rifiuti, oltre che all’utilizzo degli impianti di riutilizzo, ritiro e raccolta, mentre i produttori dovranno coprire i costi per i prodotti da loro immessi relativi alla raccolta e il trattamento dei rifiuti e di informazione dei detentori. Per quanto riguarda le emissioni di plastica e microplastica nell’ambiente marino, invece, l’Unione ha intenzione di favorire l’attuazione dei piani d’azione degli Stati in relazione allo stato ecologico delle aree considerate dalla direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino 2008/56/CE e il monitoraggio dei rifiuti presenti nelle acque europee. Focus di eventuali future direttive sarà l’armonizzazione di standard di etichettatura e marcatura della plastica compostabile e biodegradabile, oltre che la riduzione del rilascio non intenzionale di microplastica proveniente dall’usura di pneumatici, vistiti e pittura. Le fonti marine di emissione dei rifiuti, già contemplate della direttiva 2000/59/CE concernente gli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico, sono diventate oggetto della nuova direttiva 2019/883 240 , che ha abrogato la precedente. Le disposizioni in materia di recupero dei costi degli impianti portuali sono state ampliate nel senso di includere la riscossione di tariffe indirette, pagate dalle navi a prescindere dal conferimento da parte di queste di rifiuti alle menzionate infrastrutture (art. 8). Le tariffe saranno dovute anche dai pescherecci e imbarcazioni da diporto, in modo tale da impedire la dispersione in mare degli scarti di attrezzatura da pesca e altri rifiuti ivi rimasti intrappolati. Gli oneri economici variano proporzionalmente rispetto alla quantità di rifiuti rilasciati nell’impianto e a seconda della categoria, traffico e dimensioni della nave, anche se 240 Direttiva (UE) 2019/883 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che modifica la direttiva 2010/65/UE e abroga la direttiva 2000/59/CE. Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 7 giugno 2019 (L 151/116) e visitabile alla pagina https://eur-lex.europa.eu (ultimo accesso il 31/05/2020).
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L'emergenza ambientale dei rifiuti marini di plastica e microplastica nel diritto internazionale
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Informazioni tesi
Autore: | Marina Zappettini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Giovanna Adinolfi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 119 |
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