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PRIMA PARTE: 
Terminologia elettronica in francese  
e italiano 
1. Lingua specialistica, terminologia e termine 
La lingua specialistica è la lingua della scienza e della tecnica e come dice 
Lerat è “une langue naturelle considérée en tant que vecteur de connaissances 
spécialisées” (LERAT, Pierre: Les langues spécialisées, Paris, Presses 
Universitaires de France, 1995, p. 20). È la lingua dell’uso professionale, del 
sapere e del know-how. Cabré usa il termine “«langues de spécialité» ou 
«langues spécialisées» dans le sens de sous-ensembles de la langue générale 
caractérisés pragmatiquement par trois variables: le sujet, les utilisateurs et les 
situations de communication” (CABRÉ, Maria Teresa : La terminologie. 
Théorie, méthode et applications, Paris, Armand Colin, 1998, p. 125). Kocourek 
l’intende come “sous-langue de la langue dite naturelle” o “variété de la langue 
entière” (Kocourek, p. 12, 18 e pasim). La norma ISO (ISO 1087, 1990) la 
definisce come “un sous-système linguistique qui utilise une terminologie et
1. Lingua specialistica, terminologia e termine 
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d’autres moyens linguistiques et qui vise la non-ambiguïté de la communication 
dans un domaine particulier”. Alcuni linguisti, come il già citato Lerat, 
ribadiscono che non si tratta di un sottosistema della lingua poiché non dispone, 
come ad esempio i dialetti geografici, di una propria fonetica e flessione (cfr. 
Lerat, p. 11). La lingua specialistica è la lingua stessa nell’uso tecnico e 
scientifico. Gotti collega l’espressione «linguaggi specialistici» “all’uso che gli 
specialisti fanno del linguaggio per riferirsi a realtà tipiche del proprio ambito 
professionale” (GOTTI, Maurizio : I linguaggi specialistici, Firenze, La Nuova 
Italia, 1991, p. 8). Come la già citata Cabré anche Gotti cita tre entità: “tipo di 
utente”, “realtà specifica a cui si fa riferimento”, “uso specialistico che viene 
fatto del linguaggio” che “devono essere compresenti perché si ottenga il 
manifestarsi di un linguaggio specialistico” (Gotti, p. 8). 
Sulla natura dei linguaggi specialistici, come risulta nel precedente 
capoverso, esistono punti di vista diversi. Vi è chi li considera dotati di 
caratteristiche speciali e autonomi dalla lingua comune. Altri invece sottolineano 
le somiglianze degli elementi costitutivi dei linguaggi specialistici con quelli del 
linguaggio generale. Ci sono poi caratteristiche che sono alla base di tutti i 
linguaggi specialistici, ma esiste anche una differenziazione tra loro a seconda 
dell’ambito disciplinare. 
La specificità della lingua specialistica è che essa prevale nello scritto. 
“Par l’écrit, le langage s’affranchit, au moins partiellement, des contraintes 
spatio-temporelles inhérentes au message oral: d’abord, il demeure, peut être 
conservé, connaissant de la sorte une possible pérennité qui la distingue de la 
parole verbale […] ; ensuite, l’écrit peut être transmis non plus seulement dans le 
temps, mais aussi dans l’espace, induisant un nouveau mode de réception: la 
lecture.” (SOUTET, Oliver : Linguistique, Paris, Presses Universitaires de 
France, 1995, p. 197)
1. Lingua specialistica, terminologia e termine 
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La lingua specialistica è al centro dell’attività di traduzione ed 
interpretazione, di documentazione, di normalizzazione, di sistemazione 
linguistica (aménagement linguistique), di redazione tecnica, d’ingegneria delle 
conoscenze, di lessicografia, di terminologia e di insegnamento delle lingue. Gli 
utenti della terminologia sono in primo luogo gli specialisti, i traduttori, gli 
interpreti e i terminologi, i terminografi ed altri linguisti, ma ogni locutore 
dispone di un certo bagaglio di lessico facente parte della terminologia. Per gli 
utenti che usano la terminologia come strumento di comunicazione, prevale la 
dimensione comunicazionale, per coloro per cui è oggetto di lavoro, prevale la 
dimensione linguistica. 
Dal punto di vista lessico la lingua specialistica usa la terminologia. La 
terminologia è il segno basico della lingua specialistica. La si può intendere come 
“a) l’ensemble des principes et des fondements conceptuels qui régissent l’étude 
des termes; b) l’ensemble des règles qui permettent de réaliser un travail 
terminographique; c) l’ensemble des termes d’un domaine de spécialité donné.” 
(Cabré, p. 70). Questa studiosa definisce la terminologia come “discipline dont 
l’objet est l’étude et la compilation des termes spécialisés” (Cabré, p. 21), ma lo 
statuto della terminologia come disciplina autonoma non è accettato da tutti i 
linguisti unanimemente e molti la considerano come parte della lessicologia. 
Cabré stessa precisa che “on peut dire qu’elle fait partie de ce qu’on appelle les 
sciences du langage, étant donné que la langue constitue son élément de base, sa 
substance. Mais, d’un autre coté, comme il s’agit d’un domaine interdisciplinaire, 
on peut la considérer soit du point de vue de la linguistique, soit de celui des 
autres disciplines qui la constituent.” (Cabré, p. 71). Il terminologo francese 
Depecker ritiene che “la terminologie n’est pas encore fondée comme science ni 
même comme discipline, parce que les principes fondamentaux sur lesquels elle 
s’appuie ne sont pas encore nettement dégagés”, cercando di “montrer la parenté 
de la linguistique et de la terminologie en insistant sur les liens qui les unissent” 
(Depecker, p. 13, 179 e pasim). Le scienze più vicine alla terminologia sono le
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scienze cognitive, la logica, la filosofia, l’ontologia, la semiologia, la teoria della 
comunicazione, la documentazione, la traductica, le scienze dell’informazione e 
l’informatica. La terminologia come disciplina è stata definita nella norma ISO 
(ISO 1087, 1990) come “étude scientifique des notions et des termes en usage 
dans les langues de spécialités”. LERAT precisa che dal punto di vista linguistico 
“une terminologie n’apparaît pas comme un ensemble de notions, mais comme 
un ensemble d’expressions dénommant dans une langue naturelle des notions 
relevant d’un domaine de connaissances fortement thématisé” (cfr. Lerat, p. 20).  
I termini, unità terminologiche, sono dunque “dénominations de 
notions/de connaissances spécialisées” (cfr. Lerat, p. 21, 45). I termini sono allo 
stesso tempo unità linguistiche che compiono funzioni sintattiche negli enunciati 
e unità di conoscenza il cui contenuto è stabile, determinato da una definizione e 
non dipendente dal contesto. Lerat precisa che “pour la linguistique, étude 
scientifique des langues, la terminologie ne relève des langues et n’est donc 
compatible avec son objet et avec ses méthodes que par l’un de ses matériaux, le 
terme. Celui-ci est un signe linguistique.” (Lerat, p.17). Depecker considera il 
termine “un signe linguistique à part entière” dandone la definizione seguente: 
“unité formée d’un signe linguistique (dit «désignation») renvoyant à un 
concept”, e per l’unità terminologica “unité formée d’un ou plusieurs signes 
linguistiques renvoyant à un concept” (Depecker, p. 20 e 182 e pasim). Cabré 
riconosce una “triple perspective du terme (référentielle, conceptuelle et 
symbolique) qui permet de distinguer trois aspects fondamentaux de la 
terminologie: le cognitif, le linguistique et le communicatif. Un terme est une 
unité qui désigne une réalité, qui s’exprime au moyen d’une forme et qui sert à 
communiquer.” (Cabré, p.83). Le ricerche di Depecker portano alla 
configurazione del termine tra “la pensée constituée (le concept), la langue (le 
signe linguistique), le réel (l’objet)” (Depecker, p. 22 e pasim). 
La norma ISO (ISO 1087, 1990) definisce il termine come “désignation 
d’une notion sous forme de lettres, de chiffres, de pictogrammes ou d’une
1. Lingua specialistica, terminologia e termine 
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combinaison quelconque de ces éléments.” Lerat obbietta che “ce n’est pas la 
désignation qui fait le terme, mais l’affectation conventionnelle d’un nom (name) 
à une notion (la dénomination)” (Lerat, p. 17). Depecker sottolinea la “distinction 
entre terme et désignation” e indica come principio che “le terme est formé d’une 
désignation et d’un concept” (Depecker, p. 20, 21 e pasim). 
Nel termine come segno tridimensionale (segno, concetto, oggetto) una 
grande importanza è attribuita a quella concettuale. La norma ISO definisce i 
concetti come “des constructions mentales qui servent à classer les objets 
individuels du monde extérieur ou intérieur à l’aide d’une abstraction plus ou 
moins arbitraire” (ISO 704, 1987). Per Depecker il concetto è “une unité 
structurée de pensée par laquelle nous nous formons une connaissance du réel” 
(Depecker, p. 43 e pasim). Il termine è in relazione con tutti gli altri termini dello 
stesso ambito specialistico con i quali costituisce un campo concettuale o un 
campo nozionale. 
Il termine è l’aspetto più importante dei linguaggi specialistici, che sono 
gli strumenti di base della comunicazione tra gli specialisti. La lingua senza 
terminologia non può essere utilizzata in tutte le situazioni di comunicazione. 
Considerando il modello della comunicazione di Jakobson, per la comunicazione 
tecnico-scientifica la funzione primordiale è quella referenziale. Quanto sia 
importante per ogni lingua disporre di terminologie moderne per potersi riferire a 
concetti nuovi nati con l’evoluzione della società e dello sviluppo tecnologico, lo 
sottolinea Cabré affermando che “Une langue est avant tout un outil de 
communication qui identifie une société. Par conséquent, sa survie dépend de son 
aptitude à s’adapter à tous les domaines de la communication. Une langue réduite 
à la communication informelle commence par perdre du prestige et finit par 
disparaître. Les langues de spécialité sont, dans ce sens, des éléments clés dans le 
développement d’une langue comme véhicule de communication.” (Cabré, p. 
94).
1. Lingua specialistica, terminologia e termine 
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I fondamenti della terminologia come scienza,  i suoi principali studi 
teorici e i principi metodologici sono stati dati da tre “scuole” della terminologia: 
austriaca, sovietica e cecoslovacca che hanno segnato anche tre orientazioni della 
terminologia. La scuola di Vienna, cui rappresentante principale è Eugen Würster 
“considère la terminologie comme une discipline autonome, de caractère 
interdisciplinaire, au service des disciplines scientifiques et techniques” (Cabré, 
p. 30). La scuola sovietica è “centrée sur la philosophie, s’intéresse 
principalement à la classification logique des systèmes de notions et à 
l’organisation de la connaissance” (Cabré, p. 30). Dalla scuola di linguistica 
funzionale di Praga deriva la scuola cecoslovacca di terminologia che è “centrée 
sur la linguistique, considère la terminologie comme faisant partie du lexique de 
la langue, et les langues de spécialité comme des sous-systèmes de la langue 
générale” (Cabré, p. 30). La nostra tesi si basa su quest’ultima interpretazione 
della terminologia. Queste tre orientazioni della terminologia sono designate da 
Cabré come corrente linguistico-terminologica, a cui seguono poi correnti più 
recenti: traduzionale e normalizzatrice. L’obbiettivo della corrente linguistico-
terminologica è “la normalisation des notions et des dénominations en vue d’une 
communication professionnelle précise et efficace”, di quella normalizzatrice è 
“de favoriser la création néologique et d’éviter d’avoir recours aux emprunts”, 
mentre la corrente traduzionale “vise à établir […] des équivalences 
terminologiques qui sont utiles au traducteur” (Cabré. pp. 41 e 42).
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2. Criteri di riconoscimento del termine 
Possiamo parlare di termini se le unità soddisfano certi requisiti che sono: 
a) univocità: i termini presentano una relazione univoca tra la denominazione e 
il concetto che questa designa. In questo senso Depecker parla del criterio 
monoconcettuale sottolineando che “le terme est avant tout monoconceptuel: 
sa désignation renvoie à un seul et même concept.” (Depecker, p. 61) I 
termini, a differenza delle parole del lessico comune, sono unità univoche e 
monoreferenziali e di conseguenza sono monosemici. L’univocità del termine 
in quanto segno risulta dalla relazione tra concetto e forma, uno degli aspetti 
delle tre relazioni che emergono dalla tridimensionalità del segno; 
b) monoreferenzialità: un termine rinvia a un solo referente. Gotti sostiene che la 
monoreferenzialità è “limitata all’ambito disciplinare in cui il termine è usato. 
Ogni scienza, infatti, nella sua elaborazione teorica realizza la propria 
epistemologia creandosi un suo linguaggio specifico, che può talvolta far uso 
di elementi lessicali già utilizzati in altri contesti disciplinari.” (Gotti, pp.18 e 
19). Vedi esempio mémoire più avanti; 
c) monosemia: il termine ha nel suo ambito di specialità un solo senso; 
d) appartenenza ad un campo specialistico: ogni termine deve appartenere a un 
campo specialistico; 
e) stabilità: i termini sono durevoli. Tuttavia, il terminologista Gotti argomenta 
che la qualità di stabilità semantica non è applicabile in senso generale: “molti 
sono i cambiamenti semantici a cui sono sottoposti i termini, cambiamenti 
che sono legati alla continua evoluzione scientifica nelle varie discipline. […] 
Talvolta il cambiamento semantico à graduale e dipende dalla lenta 
evoluzione del concetto connessa con un graduale mutamento nella visione di
2. Criteri di riconoscimento del termine 
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quella realtà da parte degli utenti.” (Gotti, pp. 42 e 43). La stabilità della 
terminologia è dunque condizionata da un lato dall’evoluzione della scienza o 
tecnica in questione, dalla valutazione delle nuove conoscenze e dall’altro 
lato dall’evoluzione della lingua.  
f) produttività: è la capacità della radice di formare delle serie derivative. I 
termini utilizzano i mezzi di derivazione all’interno di ogni campo 
specialistico; 
g) maneggevolezza: i termini devono favorire la formazione sintagmatica; 
h) necessità: la creazione di nuovi termini è giustificata dalla necessità di 
denominare un concetto; 
i) trasparenza: permette una rapida decodificazione del significato del termine 
tramite l’analisi della forma superficiale di esso. Lerat ritiene che di 
trasparenza dei termini si possa parlare solo se si verificano due condizioni: 
- “si les termes sont monosémiques et sans synonymes au sein d’une 
langue donnée, 
- si les termes sont strictement équivalents d’une langue à une autre en 
référence à la même notion.” (Lerat, p. 47) 
Il criterio di trasparenza si trova applicato nella grande maggioranza dei 
termini elettronici. Es.: F microélectronique – I microelettronica, F transistor 
– I transistore, F circuit intégré – I circuito integrato, F conductance – I 
conduttanza e così via. 
j) tecnicità: “détermine ce qui dans le lexique ou dans un discours relève du 
terminologique ou non. […] Un mot de la langue courante peut être pris 
subrepticement dans une optique technique, et former véritablement un terme, 
dont la traduction peut varier totalement dans une autre langue.” (Depecker, 
p. 61). Esempio: F balayage e I scansione.
2. Criteri di riconoscimento del termine 
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I criteri sopraindicati non costituiscono una lista esaustiva di caratteristiche che i 
linguisti hanno individuato per il termine. Bisogna sottolineare però che queste 
proprietà sono da considerare come proprietà ideali del termine e non possono 
rendere la complessità delle caratteristiche dei termini. 
Oltre ai criteri sopraelencati, ai termini si possono applicare altri criteri, 
come il criterio di specializzazione, di internazionalizzazione e il criterio 
linguistico. 
 
2.1. Criterio di specializzazione 
 Esiste uno scambio importante tra il lessico della lingua comune e della 
lingua specialistica. Questo processo di evoluzione semantica, chiamato 
specializzazione in italiano o terminologisation in francese, si produce quando le 
parole della lingua generale si usano in campi specialistici in un senso preciso. I 
termini derivati dal corpo umano ne costituiscono un buon esempio. Questi 
termini, come per es. tête, cerveau, ecc. si trovano nelle terminologie di varie 
scienze. L’elettronica oltre ai termini nuovi creati appositamente attribuisce alle 
parole della lingua comune un significato preciso e ben definito, come per 
esempio nei seguenti casi: F boucle, champ, contact, entré, sortie, étage, horloge, 
mémoire, onde, porte, source. 
 Esiste anche il caso opposto in cui i termini nati in un ambito specialistico 
diventano parte del vocabolario di tutti i giorni, un esempio evidente è F 
ordinateur, I computer, parola nata nell’ambito dell’elettronica e oggi facente 
parte del vocabolario corrente di tutti i ragazzi francesi e italiani. Infine, oltre che 
dalla lingua comune, un linguaggio specialistico può mutuare termini anche dai 
linguaggi di altre specialità. Il linguaggio elettronico ha prelevato termini da altre 
scienze confinanti quali la matematica, la fisica, l’ingegneria e l’informatica. Tali
2. Criteri di riconoscimento del termine 
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prestiti mantengono generalmente i loro significati originari, es.: F axiome, 
bilinéaire, courant, diagramme, équation, hystérésis, logique. 
Depecker studia la relazioni tra il linguaggio tecnico, il linguaggio 
scientifico e la lingua comune sostenendo che “il y a […] une interaction 
constante entre elles, qui forme une dynamique permanente et en perpétuel 
renouvellement. […] la langue technique et la langue scientifique ne sont […] 
que des spécialisations de la langue comune.” (Depecker, p. 63) 
L’approccio lessicologico esige che per parlare di un termine si possano 
applicare i criteri di specializzazione che secondo Lerat sono: 
a) “présence d’un type de formant lexical, 
b) degré de figement syntaxique, 
c) emprunts des mots.” 
(Lerat, pp. 46 e 47) 
 I formanti lessicali sono la radice, il prefisso o suffisso. Per poter parlare 
di un termine, la parola deve contenere un certo tipo di formante lessicale che ci 
indichi il senso specialistico. Es. la radice nei termini F électronique, circuit, 
silicium, I elettronica, circuito, silicio, il prefisso in F microélectronique, 
bilinéaire, multivibrateur, astable, I microeletronica, bilineare, multivibratore, 
astabile, suffisso in F sommateur, temporisation, I sommatore, temporizzazione. 
 Le unità terminologiche come sintagmi rigide si caratterizzano per 
l’assenza di determinanti interni o per l’assenza di preposizione. Es. F 
amplificateur paire shunt – série, bascule maître – esclave, code afficheur sept 
segments, tension grille. 
I prestiti abbondano nella terminologia elettronica italiana e ne parleremo 
dettagliatamente più avanti. Sono quasi esclusivamente prestiti dell’inglese come 
p.e. F bootstrap, push-pull, shunt, bit, transistor, I breakdown, chip, computer, 
flip flop, latch.