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Introduzione
L’obiettivo che si prefigge questa tesi è di sviluppare una panoramica delle forme
di tutela previste dal nostro ordinamento, in caso d’infortuni sul lavoro e malattie
professionali.
L’ambito degli infortuni e delle malattie professionali rappresenta un argomento
molto attuale e tale da configurare una sorta di problema sociale, che si focalizza
sul rapporto tra iniziativa economica e garanzia del diritto alla salute, quest’ultimo
costituzionalmente garantito. Infatti è certezza imperscrutabile che l’iniziativa
economica privata non possa prescindere dal predisporre i mezzi di tutela della
salute in ambito lavorativo.
Alla luce di questi principi, quando il meccanismo della prevenzione non è
riuscito a sortire gli effetti previsti e si siano verificate circostanze tali per cui si
sono prodotti eventi lesivi per la salute del lavoratore, occorrerà predisporre delle
tutele volte ad accompagnare il lavoratore nel suo percorso di guarigione o di
inabilità, se le conseguenze si configurano come permanenti, e ad indennizzare i
familiari.
Durante il corso di questa tesi si analizzeranno tali tutele, in particolare l’aspetto
della Tutela Previdenziale e di quella Civilistica, anche alla luce dei nuovi aspetti
normativi.
L’aspetto previdenziale sarà studiato approfondendo le prestazioni erogate
dall’Inail con particolare riguardo di quelle economiche, oltre che sanitarie e
assistenziali. Saranno analizzate le varie tipologie di prestazioni economiche,
soprattutto al cospetto dei mutamenti introdotti con il D.lgs. n. 38 del 2000.
Sarà evidenziato il metodo effettivo di calcolo dell’indennizzo attraverso il
sistema delle tabelle di valutazione e i vari sistemi di revisione e modificazione
dell’indennizzo stesso.
L’aspetto civilistico sarà studiato tenendo conto della responsabilità contrattuale
ed extracontrattuale del datore di lavoro, analizzando il comportamento produttivo
d’infortunio o di malattia professionale inteso come illecito civile. Ci si
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soffermerà sul danno patrimoniale e non patrimoniale alla persona, con
particolare attenzione per quest’ultimo riletto secondo le novità introdotte dalla
sentenza dell’11 novembre 2008, volta frenare il dilagante fenomeno del
risarcimento dei danni bagatellari. Si terrà conto anche dei più recenti
orientamenti della Cassazione del 2011, che sembrano tornare sui loro passi in
tema di danno esistenziale e morale.
Si procederà confrontando i vari sistemi della valutazione del danno civilistico,
nei diversi tribunali italiani, che si discostano dall’utilizzo delle Tabelle di
Milano.
Per concludere si dedicherà un approfondimento al danno differenziale, inteso
quale eccedenza riconoscibile nei confronti del lavoratore dal datore di lavoro a
ristoro dell’insufficienza dell’indennizzo previdenziale, analizzando attraverso
esempi pratici come si arriva al suo calcolo, attraverso l’analisi dell’indennizzo
Inail e del risarcimento civilistico. In aggiunta si cercherà di fare luce sull’azione
di rivalsa Inail spiegando l’azione di surroga e di regresso.
Primo Capitolo - La tutela previdenziale
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Primo Capitolo
La tutela previdenziale
1 Caratteri generali della Tutela previdenziale
1.1 La tutela della salute del lavoratore in ambito nazionale e
comunitario
La tutela della salute del lavoratore è un argomento di estrema attualità che
coinvolge sempre di più la coscienza sociale considerato il frequente verificarsi di
infortuni sul lavoro nel nostro paese
1
.
Le forme di tutela sono volte non solo al risarcimento del danno alla salute, ma
anche ad attuare un massiccio sistema di prevenzione, riduzione e catalogazione
dei rischi. Importante è il contributo del D.lgs. 626 del 1994 che ha raggruppato le
normative precedenti in materia di prevenzione, introdotto lo studio e la
valutazione dei rischi, un sistema di formazione e informazione degli stessi e
stabilito l‟obbligo di nomina del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Il D.lgs. 626 del 1994 è stato riformato dal D.lgs. n. 81 del 2008
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a sua volta
integrato dal D.lgs. 3 agosto 2009 n. 106. Il Decreto del 2008 ha riformato, riunito
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Si evidenzia che l‟anno 2008 si è chiuso con 874.940 infortuni sul lavoro e 1.120 casi mortali
ottenendo il record storico scendendo per la prima volta dal 1951 al di sotto dei 1200 casi l‟anno.
Nel primo semestre del 2009 gli infortuni sul lavoro sono stati 397.980 contro i 444.958 del primo
semestre 2008. Il rapporto dati del primo semestre 2009 dimostra come ci sia stato un calo degli
infortuni pari al 10,6%, e di morti sul lavoro del 12,2%. Fattore determinante di questa stima è
stata la crisi economica che ha investito l‟Italia nel 2009, determinando un massiccio ricorso
all‟istituto della Cassa integrazione e la conseguente minore esposizione al rischio.
Secondo le stime preliminari dell‟Inail nel 2010 il complesso degli infortuni sul lavoro ha visto
una flessione dell‟1,9% rispetto all‟anno precedente e i casi mortali si sono ridotti del 6,9%,
passando da 1053 a 980. Nell‟anno 2010 prosegue la tendenza al ribasso degli infortuni sul lavoro,
pur se in misura molto più contenuta rispetto al 2009. www.inail.it
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Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro attuato in base all‟art. 1 della Legge 03-08-2007
Primo Capitolo - La tutela previdenziale
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ed armonizzato, abrogandole le disposizioni dettate da numerose precedenti
normative, ha ampliato il campo per la valutazione dei rischi introducendo nuove
modalità
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, ha inasprito le sanzioni per le imprese
4
ed esteso la tutela anche ai
lavoratori autonomi e parasubordinati che prestano la propria opera all‟interno
dell‟azienda
5
. Infine è stata introdotta la figura del rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza anche a livello territoriale e di sito produttivo e fatto obbligo al
lavoratore di partecipare ai programmi di formazione organizzati dal datore di
lavoro
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.
Nell‟Unione Europea è stata disposta una strategia per la promozione della salute
e della sicurezza sul luogo di lavoro; dal 2007 al 2012 si è prefissato l‟obiettivo di
ridurre del 25% (per 100.000 lavoratori) l‟incidenza degli infortuni sul lavoro a
livello dell‟UE-27. Indispensabile sarà incrementare l‟attuazione della normativa
comunitaria
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di pari passo all‟adozione di strategie nazionali che tengano conto
della particolare connotazione interna del nostro Paese.
In abito comunitario è stata istituita l‟Agenzia europea per la sicurezza e la salute
sul luogo di lavoro (European Agency for Safety and Health at Work) che
risponde al compito di fornire agli organismi comunitari, agli Stati Membri e agli
ambienti interessati le informazioni tecniche, scientifiche ed economiche
necessarie nel settore della sicurezza e della tutela della salute sul luogo di
lavoro
8
.
n. 123.
3
L‟art. 28 dispone di tener conto dello stress da lavoro e dei rischi legati alle differenze di genere,
all‟età e alla provenienza da altri Paesi.
4
L‟art.29 prevede che le aziende che occupano fino a 50 dipendenti e che non presentano
particolari profili di rischio potranno seguire una procedura standardizzata, che deve essere
stabilita da un decreto interministeriale. Nell‟attesa: per le aziende fino a 10 dipendenti è
sufficiente l‟autocertificazione. Per le aziende fino a 50 dipendenti si applicano le regole ordinarie.
Le sanzioni per il datore di lavoro sono quelle previste dal nuovo art. 55 D.lgs. n. 106 del 2009.
5
Art. 2 e art. 3.
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Art. 20.
7
La strategia comunitaria relativa alla sicurezza sul luogo di lavoro 2002-2006 affrontava il tema
del benessere sul luogo di lavoro e della comparsa di nuovi rischi di carattere psicosociale. La
cattiva protezione della salute e i conseguenti infortuni, malattie, invalidità che ne scaturiscono, si
ritiene condizionino crescita e competitività economica facendo ricadere i costi sui sistemi di
sicurezza sociale e sulla spesa pubblica. www.osha.europa.eu/it
8
L‟Agenzia ha il compito di dare diffusione delle informazioni presso gli organismi comunitari,
gli Stati Membri e gli ambienti interessati, di raccogliere e analizzare le informazioni tecniche,
scientifiche ed economiche sulla ricerca relativa alla sicurezza e alla salute sul luogo di lavoro e
diffondere i risultati di tale ricerca, promuovere e sostenere la cooperazione e lo scambio
Primo Capitolo - La tutela previdenziale
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1.2 Principi normativi della tutela della salute
La tutela della salute dell‟individuo è uno dei principi cardine della nostra
Costituzione. L‟art. 32 afferma: “La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell‟individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti”; e l‟art. 41,2 stabilisce che l‟iniziativa economica privata
“non può svolgersi in contrasto con l‟utilità sociale o in modo da arrecare danno
alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana”.
Con l‟entrata in vigore del codice civile del 1942 furono introdotte due novità in
tema di responsabilità civile: l‟art. 2043 che trae origine dall‟art. 1151 del codice
civile del 1865, dispone che “Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad
altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il
danno” e l‟art. 2059 che afferma “Il danno non patrimoniale deve essere risarcito
solo nei casi previsti dalla legge”. In un primo momento all‟art. 2043 venne data
una lettura che faceva incidere l‟ingiustizia del danno non sul danno in sé, ma
sulla condotta posta in essere in disfonia con il precetto normativo, una sorta di
“norma in bianco” concepita per essere integrata di volta in volta con la norma
violata da cui scaturiva il danno
9
.
Negli anni „60 iniziò ad essere data una nuova lettura all‟art. 2043 c.c,
ricollegando l‟ingiustizia direttamente al danno affermando la concezione che il
fatto dannoso non è tale perché viola una norma ma in quanto produce un danno
ingiusto
10
. In precedenza la dottrina prevalente non concepiva un diritto principe
alla salute, di conseguenza la lesione di questa non veniva risarcita se non
produceva una riduzione del reddito o non implicava danni morali.
L‟art. 2059 c.c. ha il merito di aver introdotto la distinzione tra danno
patrimoniale e danno non patrimoniale. Per bene patrimoniale l‟ordinamento
intende qualsiasi bene esteriore rispetto al soggetto, capace di classificarsi
d‟informazioni ed esperienze tra gli Stati Membri nel settore della sicurezza e della salute sul
luogo di lavoro, compresa l‟ informazione sui programmi di formazione, organizzare conferenze e
seminari, fornire obiettivi di tipo tecnico, creare e coordinare una rete d‟informazioni.
www.europa.eu.
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M. Rossetti, Il danno alla salute, Milano, Cedam, 2009.
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F. D. Busnelli, Illecito civile, Enc. Giur., Vol xv, Roma, Treccani, 1991.