6. RISULTATI E DISCUSSIONE 
 
Le materie prime studiate, caratterizzate per la composizione chimica, 
sono state confrontate con le principali tavole di riferimento disponibili 
(FEDNA, 2010; INRA, 1985), soffermandosi sulla loro variabilità in 
funzione della loro origine; sono, inoltre, evidenziate le principali 
raccomandazioni sul possibile utilizzo in mangimi per scrofe gestanti 
delle frazioni fibrose in esse contenute, a partire dalle versioni dei 
mangimi realizzati dall’impresa nell’anno 2015 (Annesso II). 
 
6.1 Orzo distico (Cebada de 2 carreras) 
 
L’orzo è un cereale ampiamente utilizzato in alimentazione animale sia per 
l’abbondante disponibilità sui mercati, sia per le caratteristiche agronomiche 
(velocità di sviluppo, adattamento a condizioni estreme), ma soprattutto per 
le sue qualità dietetico - nutrizionali. L’orzo viene inserito nella 
formulazione di mangimi per il suo buon contenuto energetico e per la sua 
alta digeribilità. La scelta di questo cereale deve essere, tuttavia, oculata vista 
la grande variabilità della sua composizione chimica in funzione delle 
diverse cultivar e forme (orzi distici e polistici). 
Le Tavole FEDNA (2010) distinguono i grani d’orzo distici in due categorie 
in funzione del loro contenuto in PG (10,8 e 12,5% SS). Nella Tavola 6.1.1. 
possiamo osservare che la media dei tre campioni di orzo analizzati ha un
contenuto in PG intermedio (11,4%SS), ma con un’elevata variabilità (CV: 
24,3%); infatti ci sono campioni da un 8,8 e campioni da 14,3% SS di PG. 
Questa variabilità assume rilevante importanza nella formulazione dei 
mangimi, poiché se si tiene conto del livello medio di inclusione dell’orzo 
nelle formule per scrofe gestanti (35%; Annesso II), queste differenze 
possono portare a variazioni del 2% nel livello di PG nel mangime realizzato. 
Inoltre, il 23% della frazione proteica risulta essere legata alla TDF, di cui la 
metà è legata alla frazione solubile di questa fibra. Di conseguenza, 
l’inclusione di enzimi che digeriscono parzialmente i PNA potrà portare ad 
una maggiore disponibilità di PG nel mangime, sempre in funzione dell’orzo 
utilizzato, data l’elevata variabilità. 
Per quanto riguarda la frazione fibrosa, principale obiettivo del presente 
studio, i campioni si sono caratterizzati per un maggior contenuto in fibra 
rispetto a quelli descritto nelle Tavole FEDNA (2010) per questa materia 
prima (+ 3,7 punti percentuali in NDF), a discapito di un minor contenuto in 
amido (- 2,4 punti percentuali). Inoltre, detta fibra, è caratterizzata da un 
elevato contenuto in fibra insolubile: del 21,5% SS di TDF, 21,2% SS è 
insolubile e solo lo 0,3% è solubile. In ogni caso, tutte le frazioni fibrose 
presentano una elevata variabilità (CV: 20-26% per la maggior parte di esse).  
In ogni caso, possiamo dire che la Cooperativa riceve campioni con 
un’ampia variabilità (fino a 10 punti percentuali di differenza) nel contenuto 
di fibra insolubile (M1: 27,4% di NDF e 25,4% SS IDF, mentre il M3: 17,6% 
SS di NDF e 16,4% SS di IDF). Normalmente, i campioni ricchi di fibra lo 
sono anche in proteine, ma hanno un tenore in amido inferiore. Questo punto 
è rilevante, perché se l’impresa prepara le formulazioni in base al livello di 
proteina dell’orzo, si possono avere variazioni superiori a 5 punti percentuali 
del contenuto in NDF dei mangimi, anche se questo dato può essere corretto 
leggermente se si considera il livello di amido nella formulazione. Infatti, 
nelle formule utilizzate nel 2015 (Annesso II) possiamo osservare variazioni 
nel contenuto di NDF fino a 10 punti percentuali (da 22,4 a 32,9%). Inoltre, 
nella Tavola 6.1.2 viene mostrato il contenuto dei principali monomeri degli
8 campioni di orzo analizzati. Dei PNA dell’orzo (16,1%) quasi il 50% sono 
rappresentati dal glucosio (7,6%), che è composto da due frazioni (solubile 
e insolubile). La frazione di glucosio insolubile (4,6%) origina 
principalmente dalla frazione fibrosa insolubile della cellulosa dell’orzo 
(valore vicino al 4,8% SS di ADF ottenuta). Tuttavia il glucosio solubile di 
questa materia prima (3,1%) origina dai β-glucani. È ben noto che l’orzo tra 
i cereali è il più ricco in β-glucani. Questa frazione è leggermente variabile 
(CV: 15%). Questa variabilità normalmente avviene a spese della frazione 
insolubile del glucosio (quando aumentano i β-glucani diminuisce la 
cellulosa dell’orzo), senza influenzare il contenuto in PNA dell’orzo. Questo 
risultato può essere importante nel momento in cui si introducono (o si 
definiscono i livelli di inclusione) di β-glucani nel mangime per le scrofe 
gestanti. L’altro 50% dei monomeri dei PNA è costituito dagli arabinoxilani 
(2,3 arabinosio + 5,3 xilosio = 7,6%), principalmente insolubili (provenienti 
soprattutto dalle emicellulose insolubili); la variabilità di detta frazione è 
risultata minore (7-10%).  
Riassumendo, questi risultati indicano da una parte che l’orzo che acquista 
la Cooperativa ha un importante variabilità nel contenuto di fibra insolubile, 
che può influenzare il contenuto in fibra del mangime, e di conseguenza 
l’utilizzo energetico di questo, per cui sarà raccomandabile effettuare dei 
controlli prima di formulare il mangime. Inoltre, è emerso un certo interesse 
a studiare come l’inclusione di β-glucosinasi e arabinoxilanasi, in mangimi 
per scrofe con alti livelli di orzo, può portare ad un miglior utilizzo sia 
dell’energia che delle proteine vincolate a questi monomeri (16% dei 
carboidrati disponibili), e che il livello di β-glucanasi dovrà essere definito 
in funzione del contenuto in β-glucani dell’orzo.
Tabla 6.1.1. Estudio descriptivo de la composición química de las muestras de grano de cebada analizadas (% MS). 
          
 Muestras de cebada analizadas Información tablas FEDNA 
          
 M1 M2 M3 MEDIA MAX MIN CV CEBADA 2C 11.3 PB  CEBADA 2C 9.6 PB  
          
Materia seca 89,63 89,04 90,08 89,58 90,08 89,04 0,58 90,20 89,30 
Cenizas 2,05 2,16 1,83 2,01 2,16 1,83 8,53 2,44 2,58 
Proteína bruta (PB) 14,30 8,82 11,00 11,37 14,30 8,82 24,30 12,53 10,75 
PB ligada a FDT 3,02 2,67 2,11 2,60 3,02 2,11 17,69     
PB ligada a FND 1,71 1,02 1,01 1,25 1,71 1,01 32,19     
PB ligada a FDS 1,31 1,65 1,10 1,35 1,65 1,10 20,29     
Extracto etéreo 2,46 1,67 1,84 1,99 2,46 1,67 20,84 2,22 2,02 
Almidón 52,09 57,73 57,08 55,63 57,73 52,09 5,55 56,65 59,35 
Fibra bruta 4,51 4,77 4,07 4,45 4,77 4,07 7,93 4,99 5,26 
Fibra neutro detergente (FND) 27,35 23,03 17,58 22,65 27,35 17,58 21,62 18,85   19,04   
Fibra ácido detergente (FAD) 5,24 4,63 4,53 4,80 5,24 4,53 8,01 5,68 4,73 
Lignina ácido detergente (LAD) 0,01 0,00 0,00 0,00 0,01 0,00 173,21 0,99 0,98 
Hemicelulosa 22,11 18,40 13,05 17,85 22,11 13,05 25,52 13,16 14,30 
Celulosa 5,23 4,81 4,54 4,86 5,23 4,54 7,12 4,69 3,75 
Fibra dietaria total (FDT) 22,81 22,02 19,61 21,48 22,81 19,61 7,77     
Fibra dietaria insoluble (FDI) 25,36 21,82 16,43 21,20 25,36 16,43 21,22     
Fibra dietaria soluble (FDS) 0 0,20 3,18 0,27 3,18 0 1055,66     
          
M1-M3: muestrasde cebada analizadas 
CV: coeficiente de variación 
FDI= FND corregida por PB. FDS= FDT-FDI.
Tabla 6.1.2. Estudio descriptivo de la composición en monómeros del grano de cebada (%). 
      
 SOLUBILIDAD MEDIA MIN MAX CV 
      
Ramnosa soluble 
0,00 0,00 0,00 0,00 
 insoluble 
     0,00 0,00 0,00 0,00 
 total 
0,00 0,00 0,00 0,00 
Fucosa soluble 0,00 0,00 0,00 0,00 
 insoluble 
0,00 0,00 0,00 0,00 
 total 
0,00 0,00 0,00 0,00 
Arabinosa soluble 
0,29 0,20 0,40 29,03 
 insoluble 
2,01 1,90 2,30 6,74 
 total 
2,31 2,20 2,70 7,47 
Xilosa soluble 
0,23 0,00 0,60 88,09 
 insoluble 
5,11 4,50 6,40 11,33 
 total 
5,34 4,90 6,50 9,28 
Manosa soluble 
0,11 0,00 0,20 56,97 
 insoluble 
0,16 0,10 0,20 31,85 
 total 
0,28 0,20 0,30 16,83 
Galactosa soluble 
0,10 0,00 0,20 53,45 
 insoluble 
0,35 0,30 0,40 15,27 
 total 
0,46 0,40 0,50 11,19 
Glucosa soluble 
3,05 2,10 3,60 15,87 
 insoluble 
4,55 3,80 5,70 12,60 
 total 
7,61 7,00 8,40 6,53 
Ácido glucurónico soluble 
0,00 0,00 0,00 0,00 
 insoluble 
0,00 0,00 0,00 0,00 
 total 
0,00 0,00 0,00 0,00 
Ácido galacturónico soluble 
0,00 0,00 0,00 0,00 
 insoluble 
0,10 0,10 0,10 0,00 
 total 
0,10 0,10 0,10 0,00 
Polisacáridos no amilaceos soluble 
3,80 2,80 4,40 14,82 
 insoluble 
12,28 10,80 15,10 1,29 
 total 16,08 15,00 18,40 6,38 
      
CV: coeficiente de variación
6.2 Frumento (Grano de trigo) 
 
Il grano o frumento (Triticum L.) appartiene alla famiglia delle Graminacee, 
è un cereale originario dell'Asia minore. Ha subito nel tempo un intenso 
miglioramento genetico soprattutto per quanto concerne il contenuto 
proteico. La granella di frumento può essere utilizzata come unica fonte 
energetica o associata ad un secondo cereale, mentre i cruscami devono 
essere utilizzati insieme ad una seconda fonte alimentare ad alto contenuto 
energetico. Le dosi di inclusione dei cruscami possono arrivare al 30% della 
razione nelle scrofe in gestazione, quando queste non abbiano a disposizione 
altri alimenti fibrosi. 
Nel caso del grano di frumento, le Tavole FEDNA (2010) lo classificano in 
quattro tipi in funzione del suo contenuto in PG (dall’11,5 al 15,3% SS), 
della durezza (morbido o duro) e dell’origine (principalmente inglese o non). 
Nella Tavola 6.2.1. possiamo vedere che la media in proteine grezze dei tre 
campioni di frumento analizzati è di 12,15% SS, e che la variabilità è molto 
bassa (CV: 3,6%). Questo risultato, unito ai valori medi di amido e NDF 
ottenuti (rispettivamente di 64,9 e 13,0% SS,) sono concordanti con quelli 
che FEDNA classifica come frumento tenero (Trigo Blando) con l’11,2% 
SS di PG. Questa PG risulta essere poco legata alla fibra (solo circa il 14% 
delle proteine), e solo un 33% di questa risulta legata alla frazione solubile, 
per cui l’utilizzo di enzimi che provocano una digestione parziale della fibra 
non influenzerà molto il contenuto di proteine disponibili del mangime.
Come per la PG, anche il contenuto in amido, NDF, TDF, e IDF presentano 
una bassa variabilità (CV dal 2 al 6%), che evidenzia una relativa stabilità 
per quanto riguarda la fornitura di grano nella Cooperativa, sebbene i 
campioni provengano da tre fornitori diversi. 
L’analisi dei monomeri legati ai PNA (Tavola 6.2.2.) nei sei campioni di 
frumento indicano che il suo contenuto in (9,5%) risulta inferiore a quello 
osservato nell’orzo (16,1%). Di questi PNA, la frazione più rappresentativa 
(61%) è costituita dagli arabinoxilani (2,2% di arabinosio + 3,6% di xilosio 
= 5,8%), con una bassa variabilità tra i campioni (CV: 2-3%): il restante 30% 
di PNA è costituito da glucosio. Tuttavia il contenuto in β-glucani (stimato 
a partire dal glucosio solubile) è molto basso (0,47%) rispetto all’orzo. 
Questi risultati, potrebbero evidenziare una stabilità nella composizione 
chimica del frumento che la Cooperativa ha ricevuto, e che l’inclusione di 
arabinoxilanasi potrebbe aumentare l’utilizzo della frazione solubile del 
frumento, aumentando la disponibilità di energia dalla frazione fibrosa 
solubile, e in parte dalla PG legata a detta frazione.