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Vite a perdere: viaggio nei percorsi di inclusione sociale degli homeless

La tesi narra l'odissea delle Residenze ai senza fissa dimora della città di Firenze, località votata all'accoglienza del prossimo sotto il profilo turistico, data la mole di monumenti ed opere d'arte in sito. Tanta accoglienza è riservata solo ai paganti, oppure riesce ad essere offerta anche ai senza fissa dimora? E' esistito un tempo in cui la questione della Residenza ai SFD, considerata un diritto inalienabile dell'uomo, che lo inizia a percepire altri diritti, era stato risulto grazie all'intervento di un cartello di associazioni, un cartello solidale, ma che nel corso del tempo si è via via sfrangiato in compressioni e divieti sempre più stringenti, infine la tesi si occupa e preoccupa di sondare il gradimento delle strutture d'accoglienza che il comune mette a disposizione degli homeless, perlopiù dormitori, la presenza della caritas in una fitta rete di interventi coadiuva l'amministrazione comunale, in un monopolio non sempre limpido e cristallino.

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Par. 1.2 Il cambiamento degli assetti e dell’organizzazione del lavoro. Bauman contrappone la modernità liquida, dei giorni nostri, alla modernità solida della prima industrializzazione.« La modernità solida corrispose di fatto all‟epoca del capitalismo pesante: del legame tra capitale e lavoro for- tificato dalla reciprocità della loro dipendenza»(Z. Bauman,2000, modernità liquida, p 166). L‟intradipendenza che si era instaurata tra il capitale e il suo alter, la forza lavoro, conferivano staticità all‟assetto sociale. Entrati nelle fabbriche gli operai potevano ben sperare di rimanerci a lungo, addirittura di esaurire la propria capacità lavorativa nella fabbrica. A legare insieme il capitale e la forza lavoro era la transazione della compravendita:per restare in vita ciascuno doveva soggiacere a questa transazione:i proprietari del ca- pitale dovevano essere in grado di comprare il lavoro, i lavoratori dovevano stare all’erta, sani, forti e appetibili per non scoraggiare i potenziali acqui- renti. Lo Stato, inoltre, supremo organismo politico, si prodigava per tenere attiva la rimercificazione del capitale e del lavoro muovendosi su due diret- trici: in una garantendo che i capitalisti fossero in grado di retribuire la for- za lavoro, secondo il prezzo stabilito, nell‟altra proteggendo la forza lavoro attraverso sostegni economici, che tenevano coloro che erano disoccupati, in buone condizioni per entrare o rientrare nel mondo del lavoro. Insomma lo Stato assistenziale era uno strumento capace di contrastare le anomalie e le deviazioni dalle norme, e mitigarne gli esiti quando si fossero verificate. La norma era il« rapporto diretto e reciproco tra capitale e lavoro, nonché il compito di risolvere tutte le importanti e fastidiose questioni sociali inerenti tale rapporto»(Ivi, p 168). L‟aspettativa lavorativa degli individui era lunga nel tempo; entrare a lavorare in fabbrica equivaleva a conservare quel posto di lavoro per un periodo di tempo lungo tutto l‟arco della vita attiva, fino alla pensione. Ovviamente anche gli altri settori, come quelli dei servizi, subivano la stessa sorte; il che significa che come in un puzzle, tutti i lavo- ratori avevano la loro precisa collocazione, dalla quale sarebbe stato diffici- le essere estratti. Questo soprattutto dopo la seconda guerra mondiale quan- do la necessità di un nuovo riassetto solidificò ancora meglio questa realtà, con la «nascita di forti sindacati, garanzie di stato sociale, e grandi azien- de»,(Sennet,1998,ivi p168), che riunite tutte in uno stesso luogo e tempo 7

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Piera Capuzzi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Scienze sociologiche
  Relatore: Mara Maretti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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Parole chiave

organizzazione del lavoro
residenza ai senza fissa dimora
seconda ordinanza dominici
globalizzazione differenti origini
il cartello di associazioni a firenze
studi internazionali sulla homelessness
prima ordinanza dominici

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