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Valutazione della caratterizzazione di un microbiota aziendale tramite il sistema VITEK 2 Compact

La presente Tesi ha come oggetto di analisi lo studio tramite lo strumento VITEK 2 Compact della popolazione microbica ambientale degli ambienti classificati che si trovano all’interno di Biologici Italia Laboratories. Questo studio è utile per: verificare possibili deviazioni, come ceppi atipici/non comuni, durante lo svolgimento dell’attività lavorativa; utilizzo degli isolati nelle attività di fertilità e di convalida.
Recipharm AB è una delle maggiori CDMO (contract development and manufacturing organization) a livello globale.
Si occupa della produzione, per conto terzi, di farmaci iniettabili sterili in diverse forme farmaceutiche come flaconi liofilizzati o liquidi e fiale; in particolare, viene rifornita delle materie prime e degli API (Active Pharmaceutical Ingredient), mentre si occupa del restante processo produttivo fino alla consegna al cliente terzo.
Per questo studio è stato utilizzato il sistema VITEK 2 Compact, che rappresenta uno degli ultimi strumenti messi in commercio per l’identificazione microbica.
Durante il periodo di studio sono stati identificati 108 microrganismi osservando una generale prevalenza di identifcazioni in classi C e D rispetto agli ambienti più critici di classi A e B, validando l’opzione delle corrette pratiche di disinfezione e detersione negli ambienti più critici, in quanto il numero di campionamenti negli ambienti più critici è maggiore; successivamente sono stati confrontate le identificazioni effettuate per tipo di campionamento, dimostrando come le superfici, rappresentate dal 9% dei campioni, rispettano le norme GMPs per quanto riguarda le norme di pulizia, in contrasto con le piastre a sedimentazione, rappresentate dal 56%, principalmente a causa della loro esposizione in maniera continua durante tutto l’arco della giornata produttiva, della collocazione nei punti critici delineati durante il piano di monitoraggio e della maggior area coperta nel corso del campionamento; i campionamenti ad aria attiva, rappresentati dal 35%, si collocano nel mezzo in quanto se, durante il campionamento, l’atmosfera risulta priva di contaminanti, allora non si svilupperanno successivamente delle colonie microbiche durante il periodo d’incubazione.
Si è poi andati ad evidenziare la morfologia dei batteri dimostrando come l’88% dei batteri totali isolati, rappresentati dai cocchi, è di origine umana.
Quest’opzione è stata confermata attraverso l’identificazione dei due fuori limite riscontrati in classe A rappresentati da Staphylococcus epidermidis e Staphylococcus warneri, due rappresentanti certi del microbiota umano; è stato osservato come i tre principali microrganismi più rindondanti, S. epidermidis (20 ritrovamenti), S. warneri (9 ritrovamenti) e Staphyloccous haemolyticus (8 ritrovamenti) costituiscono parte integrante della microflora umana, quindi probabilmente l’operatore non ha seguito le norme previste per la vestizione e/o il comportamento in camera bianca. Gli ambienti classificati hanno dato dei risultati soddisfacenti per quanto riguarda il rapporto tra grado di pulizia e contaminazioni microbiche identificate nel periodo di studio, facendo emergere una forte presenza di batteri cocciformi tutti appartenenti al microbiota umano, andando a validare la precedente ipotesi che il principale responsabile degli inquinamenti di tipo ambientale è l’operatore che svolge le sue mansioni negli ambienti controllati.
I bacilli rappresentano il 12% del totale: essi sono presenti in maniera ubiquitaria nell’ambiente circostante, ma non nella microflora umana, indicando corrette pratiche di sterilizzazione e disinfezione di tutti i materiali che vengono immessi negli ambienti classificati tramite airlocks. E’ importante sottolineare la pratica della corretta vestizione in ambito lavorativo nella camera bianca, in quanto sia la procedura che i movimenti effettuati durante lo svolgimento dell’attività lavorativa sono di fondamentale importanza per ridurre al minimo il rischio di possibili contaminazioni microbiche anche se, con tutte le accortezze del caso, è quasi impossibile mantenere in totale asetticità l’ambiente classificato, ed è per questo che sono stati istituite procedure aziendali e training per il personale atte ad informare e formare ogni neoassunto e/o stagista, con lo scopo di spiegare ed addestrare nuove figure professionali alle mansioni in ambiente classificato.
Tramite questo metodo e grazie a questo studio i microrganismi più rappresentativi come S. epidermidis, S. warneri e S. haemolyticus saranno utilizzati per costituire una ceppoteca aziendale per le attività di convalida e fertilità per farmaci e terreni.

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5 CAPITOLO 1 INTRODUZIONE GLI ENTI REGOLATORI Fino all’inizio del ventesimo secolo le industrie farmaceutiche operavano in completa assenza di enti regolatori, i quali oggi svolgono un ruolo fondamentale nel controllo della distribuzione del farmaco. Infatti furono diversi i casi emblematici di farmaci ritirati perché provocavano effetti collaterali gravi nell’uomo e non solo; uno di questi che si può citare fu la talidomide, inventata dalla ditta tedesca Chemical Industry Basel, che fu prescritta alle donne in stato di gravidanza come anti-nausea. Essa fu testata su organismi modello, come topi e conigli, non gravidi, invero che ha causato diverse nascite di bambini focomelici (riduzione delle ossa lunghe degli arti) o addirittura con amelia (assenza degli arti) venendo ritirata dal mercato nel 1961 dopo quattro anni dall’immissione. [1] L’attività delle industrie farmaceutiche necessita continuamente di monitoraggi da parte di organismi controllo, in base al paese per il quale si produce: Recipharm, ad esempio, producendo sia per l’Italia che per paesi esteri è sotto controllo dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), la quale autorizza e controlla i farmaci immessi sul mercato garantendone la qualità e la sicurezza in ogni processo, dalla produzione agli effetti sull’uomo. [2] Inoltre, l’attività produttiva dell’azienda viene controllata anche dall’EMA (European Medicines Agency), dalla FDA (Food and Drug Administration) e dalla USP (United States Pharmacopeia) in quanto diversi farmaci vengono esportati in tutto il mondo. Per tenere alto il livello di qualità, assicurare l'affidabilità dei processi produttivi e ottenere la conformità alle buone prassi di fabbricazione è necessario che le ditte siano certificate secondo delle normative come [tabella 1]:

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Informazioni tesi

  Autore: Leonardo Minestra
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Biologia Sperimentale ed Applicata
  Corso: Bioanalisi
  Relatore: Silvia Buroni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 87

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Parole chiave

sop
stafilococchi
gmp
colorazione di gram
vitek 2 compact
microbiologia ambientale
microrganismo
identificazione microbica
ambiente classificato
farmaci sterili

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