L'interpellazione, la soggettiva, l'enunciatore e l'enunciatario nel film
I nostri quattro casi, prima ancora di chiarire il senso della destinazione del discorso filmico, sono pronti a suggerire della parole precise sui meccanismi attraverso cui emerge ciò che in generale chiamiamo soggetto, e dei punti ciechi cui questo va incontro:
Da un lato scorgiamo con nettezza i limiti di quelli che sono i pivot delle nostre due configurazioni: i punti di sincretismo, rispettivamente il noi e il voi, costituiscono la cerniera esplicita tra l’enunciazione e l’enunciato, ma sono anche il buco nero in cui si va ad annullare la potenzialità della visione; quindi anche nel testo filmico l’emergere di una soggettiva si intreccia con il rischio dell’assoggettamento: nei bordi del quadro e del fuori campo, tra il trovarsi e il perdersi c’è solo un batter di ciglia.
Dall’altro lato però scorgiamo con altrettanta nettezza anche le relazioni che i personaggi in scena intrattengono con le diverse forze in campo, e quindi i loro punti di forza; notiamo che chi appare sullo schermo nell’interpellazione in definitiva non viene fatto guardare, mentre chi appare sullo schermo nella soggettiva in definitiva non guarda.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Nicola Giuseppe Scelsi
[Visita la sua tesi: "A - Menic / Cinema. Da Dada al Progetto Cronenberg"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Semiotica dei media
- Docente: Guglielmo Pescatore
- Titolo del libro: Dentro lo sguardo - Il film e il suo spettatore -
- Autore del libro: F. Casetti
- Editore: Bompiani
- Anno pubblicazione: 1986
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