La tesi del giorno
21 Dicembre 2012, fine del mondo?
"L'approssimarsi del Duemila ha suscitato, sul finire degli anni Novanta, un rinnovato interesse per i temi dell'apocalisse e del millenarismo: la fine del millennio è stata, infatti, percepita come un particolare momento di passaggio epocale, comportando il riaffiorare di questioni connesse ad antichissimi miti e paradigmi concettuali.
Esistono, infatti, miti, paradigmi, categorie di pensiero, che periodicamente si ripresentano nella storia e nell'immaginario collettivo della nostra civiltà e che emergono con straordinaria forza in particolari momenti di passaggio epocale, sia reali sia soltanto percepiti come tali, o in periodi connotati da crisi profonde: crisi politiche o economiche, sociali o culturali.
Il senso di smarrimento, di precarietà e di incertezza angosciosa avvertito per il presente e per il futuro può generare la credenza che una immane catastrofe si stia inesorabilmente avvicinando, comportando la totale dissoluzione e l'annullamento del mondo; a questa idea di fine si accompagnano stati di ansia, sconforto, terrore, ma anche sentimenti di tensione verso un cambiamento repentino, radicale ed irreversibile dell'ordine esistente, verso un mondo nuovo, più giusto e più armonioso. Sono questi i tratti distintivi dell'apocalisse, immagine biblica di ascendenza giudaico-cristiana, che dall'antichità fino ad oggi, ha permeato la cultura e la mentalità collettiva occidentale.".
La prefazione della dott.ssa
Katiuscia Tiberi, autrice della tesi
Apocalisse: senso della fine e mondo globale, ci invita a riflettere sul concetto della fine del mondo e sulla paura del futuro tipica dell'uomo.
La tesi fornisce una chiave di lettura dei concetti di apocalisse e millenarismo, a partire dall'origine del paradigma apocalittico, rilevato nella tradizione ebraica, fino ai giorni nostri, in cui i termini sono stati reinterpretati assumendo significati diversi rispetto al passato.
Nel corso dei secoli, infatti, il pensiero millenaristico ha subito una graduale laicizzazione:
nelle costruzioni utopistiche e millenaristiche degli ultimi due secoli, afferma
Augusto Placanica, "
Dio è stato sostituito da altre forze: la storia, il progresso, l'idea, la scienza, il popolo, il comunismo, l'epoca; è, inoltre, sorto un nuovo protagonista, il demiurgo, che, in quanto uomo come gli altri, è in grado di conoscere le miserie umane, ma che ha un potere di conoscenza della storia e del mondo superiore agli altri perché derivatogli da Dio, dal destino, dalla società o dalla scienza. Il demiurgo è, dunque, un creatore di ideologie, in grado di disvelare a sé e agli altri l'immagine del futuro e di trascinare le folle.
La Chiesa ha tentato con sforzi continui di rimuovere la tensione millenaristica invitando all'amore reciproco, alla sopportazione del male inevitabile di questo mondo e alla rassegnazione, e rinviando alla visione escatologica cristiana della salvezza dell'anima, conseguibile nel mondo ultraterreno".
Secondo il
filosofo rumeno Cioran, l'
utopia non sarebbe altro che la degradazione e la modernizzazione dell'attesa apocalittica: "
Presto sarà la fine di tutto; e vi saranno un nuovo cielo e una nuova terra", leggiamo nell'Apocalisse; per i sistemi utopici ciò che conta è soltanto la "nuova terra", ovvero la nuova "città". Questa idea si è potuta insidiare negli animi umani solo nel momento in cui il cristianesimo ha cominciato a deludere i suoi fedeli, i quali, incapaci di trovare il regno di Dio dentro di sé, lo hanno collocato nell'Avvenire, abbandonando quella visione di ineluttabile fine del mondo che poneva l'età dell'oro in un passato irrimediabilmente perduto.
Secondo l'autrice, l'apocalisse oggi assume ancora un'importante valenza simbolica ma è priva l'aspetto rassicurante della rigenerazione e del rinnovamento del mondo che dovranno seguire alla catastrofe apocalittica: l'accento viene ora spostato sul segno negativo dell'apocalisse, sul suo carattere catastrofico ed angoscioso, mentre sembra essersi perso il momento successivo, quello della speranza e della consolazione.
Tale argomentazione è supportata dalla credenza della
profezia Maya, secondo la quale la fine del mondo è ormai prossima e fissata al 21 dicembre 2012, data che in realtà si riferisce semplicemente alla conclusione di un anno galattico.
In effetti, gli esperti smentiscono la teoria della fine del mondo, sottolineando che i pronostici Maya anticipano l'avvento di una nuova era, caratterizzata da grandi cambiamenti, climatici per quanto riguarda il nostro pianeta, spirituali tra gli esseri umani, ma il mondo dopo quella data continuerà ad esistere e a vivere.
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Apocalisse: senso della fine e mondo globale

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