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La tesi del giorno

Vita da clochard. Perché?

Vita da clochard. Perché?"Forse troppi hanno ancora, delle persone senza fissa dimora, un'immagine o di clochard che hanno scelto una vita libera lontana dagli schemi che la società ci impone, o di fannulloni che non hanno voglia di fare nulla e si accontentano di vivere alla giornata".

Così scrive Francesco Biondo nella sua tesi Emarginazione grave. Una riflessione sociologica sul fenomeno dei senza fissa dimora, dedicata proprio al tema dell'emarginazione sociale portata al limite.

"Alcune ricerche - ci spiega il nostro autore - hanno evidenziato che le persone senza dimora sono coloro che hanno perduto nel corso del tempo i legami sociali significativi, che si trovano in precarie condizioni materiali di esistenza e che hanno abbandonato l'uso prevalente dell'abitazione".

"Rotture biografiche più o meno grandi hanno contraddistinto l'esistenza di queste persone: dalla morte di un figlio alla separazione coniugale, dal vizio del gioco a quello dell'alcool e della droga, da problemi con la giustizia alla perdita del lavoro".

"La perdita di una rete di sostegno familiare e sociale può condurre un soggetto svantaggiato a diventare una persona senza fissa dimora. Le persone che arrivano a diventare dei “senza dimora” sono spesso persone con fragilità psichiche, anziani abbandonati, giovani disadattati, depressi alcolisti, immigrati con difficoltà".

In questa tesi Biondo affronta in generale il tema dell’emarginazione, cercando di darne una definizione, e individuarne le cause, e poi si concentra su alcuni importanti interrogativi a cui cerca di dare una risposta: "come si genera e come si perpetua la realtà di chi si trova ad essere gravemente emarginato, senza reddito né casa, sempre più “barbone” e sempre meno cittadino? Il barbone è un campione di libero individualismo o una vittima rassegnata in attesa di aiuto?".

"Rimanere senza casa non significa soltanto non avere un tetto sotto il quale ripararsi. Significa soprattutto, essere privati della propria "dimora" che è molto di più dell’abitare: è quello spazio di relazioni, di rapporti interpersonali che consentono alla persona di "vivere" un territorio, di sentirsene parte integrante e vitale; è lo spazio "antropologico" dove la persona, la famiglia o il gruppo vivono le loro relazioni, la loro storia e si sentono parte di quel luogo. Essere senza casa significa, per molte persone, non essere più neppure "dimora a se stessi"? perdendo così la propria identità.

(fonte immagine: paolomerenda.it)

Visita la tesi:

Emarginazione grave. Una riflessione sociologica sul fenomeno dei senza fissa dimora