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La trasposizione linguistica e culturale attraverso prodotti audiovisivi - Doppiaggio e critica sociale in un'opera postmoderna: I Simpson.

I Simpson: linguaggio e metalinguaggio di una serie pop

Come già descritto I Simpson è una serie animata innovativa e irriverente e altrettanto innovativo e irriverente è il linguaggio utilizzato dai personaggi. In nessuna sitcom esistita prima dell’avvento di Groening si è utilizzato un vocabolario così colloquiale e colorito, informale e, alle volte, sboccato. In generale si può notare che nella serie è presente l’uso di termini tipici dello slang, soprattutto tra i personaggi meno colti (primo tra tutti Homer). Sono innumerevoli anche i giochi di parole, ed è presente l’uso abbondante di suoni ed espressioni onomatopeiche (tipiche dei fumetti e non dei prodotti audiovisivi).
Inoltre, per rendere familiari i protagonisti al pubblico, ci sono espressioni e frasi ricorrenti che vengono ripetute e contraddistinguono i personaggi, alcune delle quali – dato il successo della serie – sono divenute molto popolari e, addirittura, inserite in importanti dizionari. La tipica esclamazione di Homer «D’oh!» si ritrova in tutti gli episodi ed è un’intercalare entrato a far parte dell’Oxford English Dictionary, e non è raro sentire pronunciare da qualche ragazzino per strada il «Ciucciati il calzino!» (nella versione originale «Eat my shorts!») con cui si identifica Bart.
Trattandosi di un cartone animato è importante anche considerare l’aspetto grafico del prodotto, che ha uno stile inconfondibile: la pelle di colore giallo acceso dei protagonisti è sicuramente uno dei punti di forza della serie, perché riesce ad attirare anche l’attenzione dello spettatore più distratto, così come il tratto veloce con cui sono disegnati i personaggi, che si avvicina più al fumetto che al cartone animato classico.
Se già i linguaggi, parlato e grafico, identificano una commistione di generi (cartone animato-sitcom; cartone animato-fumetto) che possono far rientrare I Simpson nel mondo della cultura postmoderna, un altro elemento tipico della poetica postmoderna è continuamente utilizzato dagli autori per portare l’attenzione sul loro prodotto: il metalinguaggio. Infatti, nei Simpson sono presenti innumerevoli citazioni di altre opere, soprattutto cinematografiche: spesso i protagonisti si trovano a rivivere le situazioni narrate da celebri film e a recitare le stesse battute, condendo il tutto con ironia e sarcasmo; non a caso la parodia è il filo conduttore dell’intera serie, parodia che riprende film, programmi televisivi, opere letterarie, avvenimenti storici, personaggi famosi (che appaiono in forma simpsonizzata) e che aiutano gli autori a rappresentare con comicità gli stereotipi della cultura americana.
Due esempi che mostrano quanto il citazionismo sia importante per l’economia del prodotto sono la parodia degli shorts animati degli anni Sessanta, tramite Grattachecca e Fichetto (cfr. PAR. 2.2.1) e l’omaggio (forse inconscio) di Groening ad Alfred Hitchcock.

GRATTACHECCA E FICHETTO. Il gatto e il topo protagonisti del cartone animato più amato dai bambini di Springfield, sono un esempio lampante del metalinguaggio utilizzato dalla serie (inserimento di un cartone animato in un cartone animato): Itchy & Scratchy, come si chiamano nella versione originale, sono l’omaggio degli autori nei confronti degli shorts animati degli anni Sessanta (qui parodiati in chiave horror/splatter). Ispirati chiaramente ai celebri Tom & Jerry di Hanna e Barbera, Grattachecca e Fichetto riprendono in chiave violenta intere scene di corti animati (Barbolini, 2006:69; Cozzolino-Treanni, 2007:28).

LA FIRMA DI GROENING. Se in ogni opera è presente la firma dell’autore, nei Simpson, il nome di Matt Groening non è presente solo nei titoli di testa e nei titoli di coda; infatti, se si osserva con attenzione la faccia di Homer disegnata di profilo, si può notare che la forma delle basette e quella delle orecchie formano una M e una G, le iniziali dell’ideatore. Questa situazione, come sottolinea Barbolini (2006:71), può in qualche modo rimandare all’abitudine del regista inglese Alfred Hitchock di firmare i propri capolavori comparendo in brevissime inquadrature dei suoi film.
Si può concludere che, nei Simpson, è presente un continuo rimando alla cultura pop americana (tanto che alcune volte gli spettatori non statunitensi non possono cogliere appieno i messaggi degli autori); infatti, come descrivono Pierluca Marchisio e Guido Michelone nel saggio I Simpson – L’allucinazione di una sit-com:
“Lo spettatore che si accosta per la prima volta alla serie di Matt Groening si troverà spiazzato nel constatare come in quei venti minuti venga investito da una moltitudine di elementi che sembrano già visti. Nei Simpson si ritrova gran parte della televisione americana e buona porzione del cinema: i generi televisivi più disparati, dal quiz alle inchieste giornalistiche, si intersecano con stili di ripresa, sequenze, forme di montaggio presi a prestito da Hitchcock, da Wells, da Coppola, per confluire in un testo omogeneo, ma che al contempo si stratifica in livelli fortemente eterogenei” (Marchisio-Michelone, 1999:145).

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Informazioni tesi

  Autore: Jacopo Pigoni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi dell'Insubria
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze della mediazione interlinguistica e interculturale
  Relatore: Flavio Santi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 89

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