Skip to content

La tutela della lavoratrice madre nell'ordinamento italiano

Il congedo di maternità

Per congedo di maternità si intende l’astensione obbligatoria dal lavoro della lavoratrice per alcuni periodi, durante i quali vige l’assoluto divieto per il datore di lavoro di utilizzare la prestazione lavorativa della dipendente: si tratta di un congedo irrinunciabile da parte della lavoratrice e fruibile in un’unica soluzione. Tuttavia si ricorda che, in base al principio di non discriminazione nell’assunzione di una donna in congedo di maternità, il contratto di lavoro eventualmente stipulato durante il periodo di astensione obbligatoria rimane comunque valido pur venendo immediatamente sospeso (articolo 1, comma II della Legge n. 903 del 1977).
Tale periodo di sospensione è necessario al fine di consentire alla lavoratrice di attendere alle cure della gestazione e di ritemprarsi dalle fatiche del parto e risponde all’esigenza di tutelare le necessità biologiche ed affettive del bambino, indispensabili per lo sviluppo della sua personalità nei primi mesi di vita.
Già secondo l’articolo 4, comma I, della Legge n. 1204 del 1971 "è vietato adibire al lavoro le donne:
a) durante i due mesi precedenti la data presunta del parto;
b) ove il parto avvenga oltre tale data, per il periodo intercorrente tra la data presunta e la data effettiva del parto;
c) durante i tre mesi dopo il parto".

Rispetto alla disciplina previgente dettata dall’articolo 5 della Legge n. 860 del 1950, che prevedeva un’interdizione ante partum di sei settimane, estendibile a dodici per le addette nelle industria ed a otto per le lavoratrici agricole, ed una post partum di otto settimane, viene garantito un periodo di sospensione dal lavoro più ampio.

L’articolo 16 del Testo unico sulle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità modifica ulteriormente la disciplina vietando di “adibire al lavoro le donne:
a) durante i due mesi precedenti la data del parto (salvo quanto previsto dalla legge in materia di flessibilità del congedo di maternità);
b) ove il parto avvenga oltre tale data, per il periodo intercorrente la data presunta e la data effettiva del parto;
c) durante i tre mesi dopo il parto (salvo quanto previsto dalla legge in materia di flessibilità del congedo di maternità);
d) durante gli ulteriori giorni non goduti prima del parto, qualora il parto stesso avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta. Tali giorni sono aggiunti al periodo di congedo di maternità dopo il parto.

I primi due mesi di congedo si calcolano, secondo calendario, a ritroso dalla data “presunta" del parto indicata dal certificato medico di gravidanza. Gli ulteriori tre mesi si calcolano, sempre secondo calendario, dal giorno successivo alla data effettiva del parto (articolo 6, Decreto del presidente della Repubblica n. 1026 del 1976).
L’I.N.P.S. ha chiarito che il periodo di astensione ante partum deve essere determinato senza includere la data presunta del parto che, pur rimanendo oggetto di tutela, costituisce il dies a quo per computare a ritroso il periodo di congedo di maternità: ne consegue che il periodo complessivo "ordinario" di maternità sarà pari a cinque mesi e un giorno.
Inoltre, in caso di parto plurimo non è previsto il diritto ad ulteriori periodi di congedo per maternità e, in caso di morte del neonato o di mancato riconoscimento dello stesso da parte della madre, la lavoratrice conserva il diritto all’intero periodo di congedo di maternità e alla relativa indennità (a tal proposito si veda il comma I bis dell’articolo 16 del Testo unico, aggiunto dall’articolo 2 del Decreto legislativo n. 119 del 2011).

L’articolo 21 del Decreto legislativo 26 marzo 2001, dispone che la lavoratrice sia tenuta a consegnare al datore di lavoro e all’I.N.P.S., il certificato medico, redatto da un medico del servizio sanitario nazionale, attestante la data presunta del parto ed entro trenta giorni dal medesimo, il certificato di nascita del figlio o una dichiarazione sostitutiva di responsabilità ai sensi dell’articolo 46 del Decreto del presidente della Repubblica n. 445 del 2000.
Tuttavia il termine in questione è da ritenersi di carattere ordinatorio, non essendone stata prevista la perentorietà, né l’applicazione di sanzioni in caso di sua inosservanza.
Per quanto riguarda invece le lavoratrici a domicilio, queste all’inizio del congedo devono far pervenire all’ente di previdenza, oltre al certificato di gravidanza, una dichiarazione da parte del committente da cui risulti che la stessa gli ha riconsegnato tutte le merci e il lavoro in consegna anche se non ultimato (articolo 61, comma V, del Testo unico).
La violazione del divieto di adibire le donne al lavoro comporta la sanzione dell’arresto fino a sei mesi (articolo 18 del Testo unico sulle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità).
La Corte di Cassazione, con una significativa pronuncia del 1989, ha preso posizione circa la natura del reato di adibizione al lavoro di una donna in gravidanza nel periodo di interdizione: questo ha carattere contravvenzionale ed è quindi punibile anche a titolo di colpa.
Il suddetto reato sussiste anche quando difetti la prova dell’effettiva consapevolezza dello stato di gravidanza della lavoratrice, a maggior ragione nell’ipotesi in cui lo stesso sia giunto negli ultimi tempi di gestazione e non possa quindi sfuggire anche al più disattento osservatore. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La tutela della lavoratrice madre nell'ordinamento italiano

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Stefania Fontana
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Economia
  Corso: Relazioni di lavoro
  Relatore: Alberto Levi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 185

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi