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Distanza minore, predizione migliore? Il ruolo della distanza psicologica nella predittività dello IAT

Il livello di construal e la distanza psicologica

Citando la massima di Fuller: "Più lontano accade una catastrofe o un incidente, più alto deve essere il numero di morti e feriti perché faccia notizia", Giacomantonio e collaboratori (2010) sottolineano come una stessa informazione possa essere elaborata ed interpretata in modo diverso a seconda che appartenga ad una realtà vicina o lontana e, di conseguenza, come il giudizio e le valutazioni delle persone siano soggette all'impatto della distanza dall'esperienza diretta.
La distanza psicologica può essere definita proprio come la distanza dalla propria esperienza diretta, citando le parole di Liberman e collaboratori (2007) "anything that is not present is distal" (p. 353) e, come affermato in precedenza, se ne possono distinguere diverse dimensioni: temporale, spaziale, sociale e ipoteticalità.
La CLT sostiene che vi sia un'influenza bidirezionale tra tali distanze psicologiche e il livello di construal, ovvero il modo di percepire, interpretare e comprendere la realtà. La distanza influirebbe sul livello di construal perché un alto livello di essa comporta l'impossibilità di avere un'esperienza diretta dell'oggetto o dell'evento di interesse e, di conseguenza, di possedere di esso informazioni dettagliate e concrete. Si creerebbe, in questo caso, una rappresentazione astratta, decontestualizzata, caratterizzata da elementi primari, centrali, prototipici e sovraordinati, che viene definita dagli autori un construal di alto livello. Viceversa una bassa distanza psicologica permette l'esperienza diretta dell'oggetto o evento e, di conseguenza, la possibilità di avere informazioni concrete e contestualizzate che portano ad una rappresentazione dettagliata, meno schematica e ricca di elementi secondari, dettagli periferici, caratteristiche incidentali e subordinate. In questo secondo caso si parla di un basso livello di construal.
Secondo gli autori l'associazione tra la distanza e il livello di construal resta stabile anche laddove ci siano le stesse informazioni su oggetti vicini e distanti (Trope, Liberman & Wakslak, 2007): l'esperienza insegna agli individui che gli oggetti distanti comportano l'impossibilità di avere su di essi informazioni affidabili e questa associazione si consolida e generalizza anche ad altri oggetti.
In modo parallelo anche il livello di construal avrebbe un'influenza sulla percezione della distanza, ovvero ad alti livelli del primo corrisponderebbe la percezione di una distanza maggiore. Secondo gli autori i construals di alto livello, poiché sono più generali, portano alla mente istanze più distali degli oggetti. Usare un concetto più astratto per definire un'attività, ad esempio, induce a immaginare azioni più lontane nel futuro e nel passato, in sedi più remote, in situazioni ipotetiche e con individui socialmente più distanti. In generale la formazione e la comprensione di concetti astratti consentirebbe alle persone di superare mentalmente l'esperienza corrente dell'oggetto nel tempo e nello spazio, integrare altre prospettive sociali, e considerare esempi nuovi e ipotetici.
Per provare tale fenomeno Liberman, Macrae, Sherman e Trope (2007), condussero un esperimento nel quale chiesero ai soggetti di descrivere un'attività in termini astratti o concreti. I risultati mostrarono che nel primo caso gli individui si aspettano che l'azione venga svolta in un futuro distante, piuttosto che vicino.

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Songa
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici
  Relatore: Cristina Zogmaister
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 117

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Parole chiave

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iat
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distanza psicologica
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