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"Amy Foster" di Joseph Conrad: dal racconto al film, dal film al racconto

Amy e Yanko tra racconto e film

Da qui inizieremo ad analizzare le differenze vere e proprie che si possono riscontrare fra le due versioni, partendo dai personaggi principali. Più che rispecchiare fedelmente l'opera letteraria, Swept from the Sea appare una riscrittura che presenta una prospettiva diversa.

Mentre la storia di Conrad viene raccontata dal punto di vista di Yanko, nel film viene dato più spazio alla figura di Amy. Ciò implica come risultato che il film aggiunge una nuova chiave di lettura del testo di Conrad e ne arricchisce la natura polifonica. In Amy Foster, il Dottor Kennedy, "an attentive philosophical observer of human nature", narra la storia di Yanko al frame-narrator.
Conrad utilizza un'immaginario animalesco per descrivere il suo protagonista. Di conseguenza, si consolida il legame che Goorall ha con l'innocenza e la natura. Yanko si sente come un'animale intrappolato "like an animal under a net", (...) "like a bear in a cage", (...) "a wild bird in a snare". (Conrad, 2010: 11 )

Come nel racconto anche nel film si utilizzano immagini che fanno riferimento al mondo animale per enfatizzare la difficile condizione di Yanko. Il contadino Smith, per esempio, raduna il suo gregge nelle stalle per proteggerlo dalla tempesta, la stessa che aveva causato il naufragio della nave su cui viaggiava Yanko. Quando quest'ultimo si presenta poche ore dopo alla fattoria degli Smith, viene trattato in maniera disumana: attaccato dai cani e bastonato da Smith, rinchiuso in una legnaia senza acqua né cibo. Quando Smith lo consegna al Signor Swaffer, lo descrive come "una strana creatura, un primitivo, una bestia". (Willocks, 1997: 30, traduzione mia) Yanko viene altresì brutalmente respinto nel suo vano tentativo di avere contatti con la gente del posto. Solo la caritatevole Amy rappresenterà per lui un volto amico: gli altri hanno dei volti enigmatici e delle espressioni fredde, "as mute as the faces of the dead who are possessed of a knowledge beyond the comprehension of the living" (Conrad, 2010: 31). Tuttavia, la nascita del loro primo figlio determina un cambiamento importante nella vita die protagonisti. Il bambino, infatti, riceve tutte le attenzioni di sua madre la quale, in cuor suo, non avrà più posto per l'amato marito. Sentendosi rifiutato da Amy, Yanko rivolgerà tutto il suo amore su suo figlio e, in un disperato tentativo di superare la sua solitudine ed isolamento, cercherà di insegnare al bambino la sua lingua nativa. Yanko giustifica la sua volontà adducendo implicazioni di tipo ontologico. Amy non accetta l'atteggiamento del marito nei riguardi del bambino perché teme che possa allontanarlo in maniera irreversibile. […]

Dopo il matrimonio, Amy comincia ad avvicinarsi gradualmente alla comunità. Come afferma Kennedy: "Mi era giunto già all'orecchio di dissapori domestici. Per la gente Amy cominciava ad accorgersi che razza di uomo aveva sposato" (Conrad, 2012: 57). Questo processo di avvicinamento alla comunità comporta la condivisione del punto di vista della stessa ed un allontanamento progressivo dal marito. Ma non si può affermare con esattezza la vera natura dei sentimenti di Amy, dato che non vi è mai data voce.

La condizione di Yanko è toccante: uno straniero continuamente tormentato e solo in una società che non lo comprende. Ma il suo stesso esilio spingeva Conrad a esagerare le differenze tra Yanko ed Amy. Yanko è intrigante, leggero, brillante, mentre Amy è pesante, lenta, bovina; quando Yanko muore, la sua precedente gentilezza nei confronti del marito non sembra essere stata altro se non un trucco per attirarlo e poi intrappolarlo fatalmente. (Said, 2003)

Nella versione filmica Amy diventa una figura centrale e gli spettatori hanno la possibilità di capire meglio la sua situazione drammatica. La crudeltà, la non accettazione del diverso e l'ignoranza della comunità di Colebrook prendono vita soprattutto in alcune scene all'inizio del film: un'anziana donna, informata del naufragio, raggiunge la riva temendo di vedere i cadaveri dei suoi figli, ma una volta accortasi che si trattava di una nave di stranieri afferma: "Praises be to God" (Willocks, 1997: 28). Tale reazione sembra anticipare quale sarà il futuro trattamento cui andrà incontro Yanko.

Diversamente dalla storia originale, la figura di Amy è la prima persona che Yanko incontra in terra straniera: la ragazza lo fissa dalla finestra di casa degli Swift, in cui lavora come domestica, mentre la signora Swift, allarmata, corre a chiamare suo marito. Amy rappresenta un mistero per il villaggio. Quest'idea è rafforzata dalla sua strana relazione con la natura.

La pioggia e il mare sembrano rappresentare per lei una fonte di vita, le uniche cose che le danno conforto: "The ancient sea. The dark sea. The cruel sea (...) that's where all the heart of the earth have been lost, to love and to fear lie waiting to be reborn" (Willocks, 1997: 54).
Amy colleziona tutto ciò che proviene dal mare e gli oggetti che considera i doni del mare vengono accumulati in una grotta, definita da lei stessa come la sua casa, il suo "tempio". La figura rappresentata nel film presenta caratteristiche totalmente opposte alla giovane donna descritta nel racconto di Conrad.

Nell'opera, viene descritta come una donna bassa e timida, dall'aria ottusa, con il viso rosso come se l'avessero schiaffeggiata con vigore e con una sagoma tozza. Nella versione cinematografica ci sembra di ammirare invece una creatura del mare, di una bellezza misteriosa e particolare.
Nel film, l'alienazione dei due protagonisti sembra consolidarsi in seguito al matrimonio e alla nascita del loro primogenito. Pur assumendo dei ruoli tradizionali di moglie e marito, madre e padre, non riescono ad abbandonare la loro condizione precedente. Ma, a differenza del racconto breve, i due sembrano essere in simbiosi, incuranti dell'opinione di chi li circonda.

Non è la comunità ad avere la meglio stavolta, Amy e Yanko si sentono superiori e ciò viene riportato nell'ultima scena, in cui Yanko, prima di morire, afferma: "We are the lucky ones" (Willocks, 1997: 108). Saranno anche stati emarginati dalla comunità, ma hanno accesso a qualcosa di più importante: l'amore.

Subito dopo la morte di Yanko, il dottor Kennedy chiede ad Amy, con tono accusatorio, il motivo per cui l'abbia abbandonato, ma la sua domanda non trova risposta. Dopo una conversazione con Miss Swaffer, Kennedy torna sui suoi passi e porge le sue scuse ad Amy, ma la donna si chiede tuttavia chi sarà colui che invece perdonerà lei.
Quest'interrogativo è molto importante per l'interpretazione finale del film, in quanto è la prima volta che Amy tenta di esprimere i suoi sentimenti ed è anche il suo primo tentativo di superare il divario presente tra lei e gli abitanti del villaggio.

Questo brano è tratto dalla tesi:

"Amy Foster" di Joseph Conrad: dal racconto al film, dal film al racconto

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Minicilli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Libera Università degli Studi San Pio V di Roma
  Facoltà: interpretariato e traduzione
  Corso: interpretariato e traduzione
  Relatore: Anita Weston
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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joseph conrad
trasposizione cinematografica
amy foster
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