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L'innovazione tecnologica: il caso Samsung

Innovazione tecnologica nelle aziende italiane

Il rapporto dell'ISTAT riguardante l'innovazione nelle imprese italiane nel triennio 2006-2008 ci fornisce dei dati importanti a proposito delle dimensioni delle imprese innovatrici, dei settori più innovativi, delle tipologie di innovazioni, degli investimenti effettuati per le innovazioni e dell'incidenza delle innovazioni sul fatturato totale.

Una prima considerazione da fare è che la percentuale di imprese innovatrici è aumentata.
Facendo una divisione settoriale è risultato che sono innovatrici il 44% delle imprese nel settore industriale e il 24% nel settore dei servizi. Considerando invece la divisione dimensionale possiamo dire che si considerano innovatrici il 28% delle imprese con 10-49 addetti, il 50% di quelle con 50—249 addetti ed il 65% di quelle con 250 o più addetti.
Rispetto al passato si è riscontrata una tendenza ad innovare in maniera congiunta i prodotti e i processi produttivi, infatti nel settore industriale il 56% delle imprese ha innovato in modo congiunto mentre nel settore dei servizi il 46%.

In controtendenza con l'aumento percentuale delle imprese innovatrici si è riscontrata una riduzione degli investimenti per le innovazioni.
Per quanto concerne il dettaglio delle spese è risultato che la maggior parte sono state dedicate all'acquisto di nuovi macchinari e attrezzature e subito dopo alla ricerca e sviluppo interna. Il settore che presenta la maggiore spesa per addetto è quello dell'industria (7.900 euro per addetto) seguito da quello dei servizi (4.900 euro per addetto).
La spesa per macchinari e attrezzature tende a diminuire con l'aumentare delle dimensioni delle imprese, al contrario delle spese per ricerca e sviluppo che risultano essere direttamente proporzionali alle dimensioni delle imprese.

Per quanto riguarda i finanziamenti pubblici, Il 29% delle imprese ha ottenuto un sostegno dalle amministrazioni locali o regionali. Soltanto il 10% delle imprese ha usufruito di finanziamenti pubblici a livello nazionale.
Per quanto riguarda le modalità di concessione degli incentivi, viene confermata la tendenza a garantirli a chi innova congiuntamente prodotti e processi produttivi. Inoltre, si è verificata una differenza a livello dimensionale in quanto ha ricevuto sostegno pubblico il 25% delle piccole imprese a dispetto del 45% delle grandi imprese.

Per innovare alcune imprese sono ricorse alla cooperazione con altri soggetti (sia privati che pubblici). In particolare sono ricorse alla cooperazione le imprese del settore dei servizi.
La propensione a sviluppare tali forme di cooperazione è fortemente correlata alle dimensioni delle imprese stesse. Infatti, la percentuale di imprese che ha scelto tale modalità per innovare è passata, nel triennio preso in considerazione, dal 13% delle imprese con 10-49 addetti al 44% di quelle con più di 250 addetti. In generale la cooperazione è avvenuta sia con soggetti pubblici sia con soggetti privati. A livello di localizzazione si è preferito cooperare principalmente con soggetti sul territorio italiano e molto meno con partner europei. In particolare ha cooperato il 13% delle piccole imprese ed il 44% delle grandi imprese; si può quindi notare che le imprese con più di 250 addetti hanno maggiore propensione alla cooperazione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'innovazione tecnologica: il caso Samsung

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Informazioni tesi

  Autore: Diego Scateni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Iacopo Ennio Inghirami
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

FAQ

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