Skip to content

Il conto satellite del turismo italiano: analisi delle criticità del sistema statistico nazionale e proposte migliorative

Proposta di lungo periodo: assegnazione di licenze per la regolamentazione dei locatori

L’ultimo tentativo per la regolamentazione delle locazioni nelle case vacanza è l’imposizione del pagamento della cedolare secca sugli affitti inferiori a 30 giorni, manovra​ ​messa​ ​a​ ​punto​ ​dal​ ​Fisco​ ​italiano​ ​nel​ ​Luglio​ ​2017.

Poiché gli intermediari immobiliari agiscono da mediatori anche nella fase economica della transazione, è stato chiesto loro di trattenere una tassa del 21% sui redditi generati dagli affitti brevi, da versare ogni mese. La manovra del Governo ha come obiettivo non solo quello di cercare di far emergere il flusso economico mosso dagli affitti brevi turistici che non vengono gestiti in forma imprenditoriale, ma anche quello di ottenere informazioni sull’offerta delle seconde case: l’agenzia delle entrate, infatti, richiede anche i dati personali del locatore, la durata del contratto, l’entità del pagamento e l’indirizzo di ubicazione dell’immobile (www.ilsole24ore.com).

La scelta di applicare la tassa ha sollevato molte polemiche, soprattutto legate all’impossibilità di adempiere alle scadenze previste. Ma è soprattutto la F.I.M.A.A. che si è opposta alla cedolare secca, sostenendo che con questa manovra non si fa altro che legittimare un’attività abusiva (www.ilsole24ore.com): a Roma, ad esempio, sono sempre di più gli imprenditori che restituiscono la licenza di ​Bed&Breakfast (che ha una tassazione quasi del 50%) per sfruttare la cedolare secca e la flessibilità della ​sharing economy​. Anche Federalberghi ha commentato negativamente il tentativo di gestione del fenomeno delle seconde case, soprattutto dopo le dichiarazioni dei portali che si rifiutano di applicare le leggi in materia di tassazione degli affitti. Ma anche i vertici delle Regioni hanno esposto le loro preoccupazioni: come dichiara Giovanni Toti, nella Conferenza tenutasi a Rapallo lo scorso Maggio, ≪non ci sentiamo tutelati: dobbiamo governare il fenomeno dell’abusivismo che altrimenti diventa pericoloso. Tutti lo hanno fatto, tranne l’Italia≫ (Gallotti,​ ​2017).

I più importanti Paesi turistici, infatti, hanno sviluppato delle tecniche per regolamentare o, comunque,​ ​gestire​ ​con​ ​chiarezza​ ​gli​ ​affitti​ ​brevi:

● Amsterdam: nella città olandese non è possibile affittare un appartamento privato per più di 60 giorni l’anno e per non più di quattro ospiti alla volta, a meno​ ​che​ ​i​ ​locatori​ ​non​ ​abbiano​ ​la​ ​licenza​ ​di​ ​affittacamere;

● Barcellona: la città ha un sistema di concessione delle licenze per gli affitti brevi che viene impiegata anche per gestire la proliferazione delle case vacanza, cercando di distribuirle nei vari quartieri della città per evitare lo spopolamento​ ​e​ ​la​ ​conseguente​ ​conversione​ ​turistica​ ​dei​ ​quartieri​ ​storici;

● Berlino: la città, che negli ultimi anni ha affrontato risolutamente il fenomeno Airbnb, vieta l’affitto degli appartamenti ad uso turistico da coloro che non siano muniti di licenza. Inoltre, da Maggio 2016, la legge tedesca vieta l’affitto di interi appartamenti e lo concede solo per le camere singole;

● Bruxelles: l’affitto breve ad uso turistico è concesso soltanto nel rispetto di requisiti molto rigidi, per un periodo inferiore ai 90 giorni l’anno e solo dopo aver ricevuto il consenso da parte di tutti condomini del palazzo (www.tgtourism.tv);

● Parigi: per contrastare la crescita incontrollata degli appartamenti turistici, la capitale francese ha imposto che, per rendere la propria abitazione disponibile sul sito Airbnb, è necessario iscriversi sul sito del Comune, in un registro pubblico normalmente destinato alle abitazioni ad utilizzo commerciale​ ​(cioè​ ​affittate​ ​per​ ​più​ ​di​ ​4​ ​mesi​ ​l’anno);

● New York: nel 2016 è stata emanata la Legge Airbnb che vieta tutti gli affitti inferiori ai 30 giorni, ed ha persino vietato la pubblicizzazione degli appartamenti​ ​affittati​ ​per​ ​meno​ ​di​ ​un​ ​mese​ ​(Griswold,​ ​2016).

Come possiamo vedere dai provvedimenti adottati dalle principali città turistiche, il fenomeno delle seconde case ha una difficile gestione e i tentativi di regolamentazione attuati per affrontare gli affitti brevi sono diverse a seconda della predisposizione della città (e dei cittadini) ad accettare questa realtà. In Spagna, ad esempio, il fenomeno Airbnb è fortemente contrastato dai residenti delle località turistiche, causando contrasti, manifestazioni e una vera e propria “caccia all’appartamento turistico”, così come a Berlino, anch’essa fortemente contraria agli affitti brevi ad uso turistico. Ci sono città, invece, che accolgono questo fenomeno: la città di San Francisco, ad esempio, ha votato no alla ​Proposition F​, il referendum che poneva un limite di affitto per le attività gestite in forma non imprenditoriale di 75 giorni l’anno e l’obbligo del locatore di consegnare dei resoconti​ ​alle​ ​autorità.

Il fenomeno delle seconde case ha un forte impatto economico e sociale: causa principalmente un aumento del costo degli affitti e una diminuzione del numero di case a disposizione dei residenti (il proprietario di un appartamento troverà più conveniente affittare ai turisti, che pagano prezzi più alti dell’affitto richiesto per l’uso abitativo). Inoltre, in questo modo i quartieri storici delle grandi città vengono letteralmente spopolati dai residenti per predisporre gli appartamenti ad uso turistico. Nelle città spagnole questo si è tradotto in una situazione in cui il turismo genera un grande flusso di esternalità negative (sovraffollamento, abusivismo, aumento dei prezzi, diminuzione degli appartamenti disponibili) che ha scatenato una rivolta contro i portali immobiliari.

Nonostante l’azienda Airbnb sia nata proprio a San Francisco in occasione delle votazioni, a causa dei difficili rapporti con la città, ha condotto una campagna pubblicitaria molto dura contro la ​Proposition F​.

Durante i mesi precedenti al voto, infatti, Airbnb ha tappezzato la città di cartelli provocatori che consigliavano l’amministrazione pubblica di impiegare i 12 milioni di dollari versati in tasse dall’azienda per interventi​ ​di​ ​interesse​ ​pubblico​ ​(pulizia​ ​dei​ ​parchi,​ ​qualità​ ​dell’istruzione,​ ​etc.)​ ​(www.ilpost.it)

Per quanto riguarda le città che hanno deciso, quantomeno, di regolamentare le seconde case, una delle soluzioni più comunemente adottate è la predisposizione di un sistema di licenze, poiché permette di rendere obbligatoria la registrazione delle seconde case e il rispetto​ ​di​ ​requisiti​ ​minimi​ ​richiesti.

In Italia, invece, ≪non esistono licenze preventive all'affitto occasionale di case e appartamenti≫ (www.huffingtonpost.it) ma potrebbero rappresentare un obiettivo da raggiungere per regolamentare il fenomeno del sommerso delle seconde case. Per farlo, la mia proposta è di seguire il modello spagnolo che, come l’Italia, ha una legislazione turistica​ ​basata​ ​principalmente​ ​sulle​ ​competenze​ ​regionali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il conto satellite del turismo italiano: analisi delle criticità del sistema statistico nazionale e proposte migliorative

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Michela Ciccarelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Economia
  Corso: Turismo e gestione delle risorse ambientali
  Relatore: Adriana Conti Puorger
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 126

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

turismo
georeferenziazione
statistica del turismo
big data
conto satellite del turismo
seconde case
big data analysis
smart tourism
lacune statistiche
geo.ids

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi