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Gli aiuti di Stato al trasporto ferroviario nell'Unione Europea

Il ruolo della Commissione nella procedura di controllo

La procedura di controllo è affidata alla Commissione in forza dell’articolo 108 del Trattato FUE. Il suo obiettivo è chiaramente quello di impedire che un aiuto possa ledere la concorrenza e il mercato interno prima che ne sia vagliata la compatibilità con i criteri comunitari in materia. Esistono, tuttavia, due casi esplicitati nel TFUE agli artt. 107, par. 3 lett. E) e 108, par. 2 nel quale la competenza della Commissione deve essere esercitata insieme al Consiglio.

Nel primo caso, il Trattato prevede che, su richiesta di uno Stato membro, il Consiglio possa decidere, deliberando all’unanimità, che un aiuto deve considerarsi compatibile, quando circostanze eccezionali giustifichino tale decisione. Nel secondo caso, al Consiglio è attribuita la facoltà di determinare con propria decisione, su proposta della Commissione, categorie di aiuti compatibili con il mercato comune, ulteriori rispetto a quelle contemplate nello stesso art. 107 TFUE.

Gli aiuti sul quale la Commissione esercita il suo controllo sono di due tipi: Aiuti esistenti e Aiuti nuovi.

A. Gli aiuti esistenti

Alla luce della normativa vigente, per aiuti esistenti intendiamo:
1. Tutte le misure di aiuto esistenti in un paese membro prima dell’entrata in vigore del Trattato;
2. Gli aiuti autorizzati dalla Commissione o dal Consiglio;
3. Gli aiuti tacitamente autorizzati, ossia quando la Commissione volontariamente omette di esprimersi;
4. Gli aiuti per i quali è decorso il termine di decadenza decennale concesso alla Commissione dall’art. 15 del citato Regolamento 659/1999;
5. Le misure nazionali divenute incompatibili a causa dell’evoluzione del mercato comune.

La Commissione procede a un esame permanente dei regimi di aiuti esistenti negli Stati membri, che devono cooperare con essa e presentare relazioni annuali su tutti i regimi di aiuti esistenti.
Nel momento in cui l’esecutivo europeo ritenga che una sovvenzione non rispetti i vincoli comunitari ne dà tempestiva comunicazione allo Stato interessato che ha un mese di tempo a partire da quella data per presentare osservazioni. Nel caso in cui le informazioni ricevute portino la Commissione a concludere che l’aiuto esistente è incompatibile, allora essa potrà chiedere allo Stato membro di modificare le erogazioni delle sovvenzioni o di eliminarle del tutto.

Tale richiesta non ha effetto vincolante. Lo Stato membro può accettare tali misure, dandone riscontro alla Commissione, o può rifiutare di accettarle facendo così partire la procedura di indagine formale come prescritto dall’art. 108, par. 2 del Trattato FUE. Durante questo periodo lo Stato ha facoltà di non interrompere l’erogazione dei finanziamenti. La Commissione non può interferire poiché il c.d. obbligo di stand still non riguarda gli aiuti esistenti. Il procedimento di indagine formale comincia con la fase di contradditorio nella quale lo Stato ha la possibilità di far valere le proprie argomentazioni in contrasto con quelle della Commissione.

L’avvio della procedura viene notificato tramite lettera formale indirizzata allo Stato membro e pubblicata sulla GUUE (serie C). In siffatta comunicazione è esplicitata la motivazione che ha spinto la Commissione a ritenere tali aiuti illegittimi coadiuvata dalla c.d. “messa in mora” con la quale si invita la controparte ad esprimere osservazioni.

B. Gli aiuti nuovi

Alla luce di quanto detto in precedenza per aiuti nuovi, si intendono tutti quegli aiuti non già esistenti, ossia:
1. Un nuovo regime di aiuti;
2. Un nuovo aiuto individuale che non deriva da un regime di aiuti precedentemente notificato;
3. Un nuovo aiuto individuale che deriva da un regime di aiuti precedentemente notificato, rispetto al quale, tuttavia, la Commissione ha imposto l’approvazione individuale prima di essere elargito;
4. La modifica di un aiuto esistente.

Lo Stato membro deve dare notifica alla Commissione di qualsivoglia intenzione di erogare aiuti nuovi per evitare che ciò produca effetti lesivi della concorrenza. Inoltre, lo Stato membro, non deve sentirsi esentato dall’obbligo di notifica nemmeno nel caso in cui ritenga la misura non lesiva per il mercato interno in forza del fatto che tale prerogativa resta in capo esclusivo alle istituzioni comunitarie.

L’inosservanza dell’obbligo di notifica costituisce a tutti gli effetti una violazione del Trattato che la Commissione può perseguire adendo la Corte di Giustizia per infrazione e comporta l’illegittimità delle misure adottate. Infatti, come precisato da G. Strozzi, “una diversa conclusione finirebbe col premiare lo Stato che abbia illegittimamente erogato l’aiuto e col pregiudicare i diritti che i singoli posso avere dall’efficacia dell’art. 108, par. 3, TFUE”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Gli aiuti di Stato al trasporto ferroviario nell'Unione Europea

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Informazioni tesi

  Autore: Gianclaudio Merella
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
  Relatore: Alessandra Lang
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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