The leaves - Progetto di riqualificazione dell'area residenziale di West Guagfu Road a Shanghai

Il progetto di centinaia di nuovi centri urbani per decongestionare le megalopoli è all'ordine del giorno nella Cina di oggi. Il premier Li Keqiang insiste sulla “urbanizzazione a misura d'uomo” come motore della crescita. Si vuole limitare l'accesso ai maggiori centri e costruire città sostenibili, ecologiche, che allentino la pressione demografica. Un sistema urbano diffuso e integrato da reti informatiche e ferrovie ad alta velocità. A dare speranza, ci sono i numeri proiettati nel futuro: decine di milioni di cinesi che passano dalla condizione di mingong – migranti rurali – a quella di ceto medio che sul binomio casa-macchina costruisce la propria nuova identità. Ma il rischio è che la gente continui a convergere su Pechino, Shanghai e le altre megalopoli facendo delle nuove “città sostenibili” le ennesime ghost town.

Allora, in questo caso, qual è la condizione della città ideale in cui vivere?
Volendosi rifare alla concezione europea, la Città Ideale, dipinto esposto nella Galleria nazionale delle Marche e opera di un ignoto artista, è il "luogo ideale" in cui la classicità "moderna" trova la "sua" rappresentazione e raggiunge il suo culmine. Il pittore, ha voluto rappresentare il modello di assoluta perfezione della città rinascimentale, concepita come una "scacchiera" dove il pavimento delle strade, con l'intersecarsi dei marmi policromi, riflette e amplifica la struttura della città, i cui edifici, proprio come i pezzi di una scacchiera, sono ordinati e collocati a intervalli di spazio regolari e prestabiliti, secondo canoni di assoluta perfezione. Inoltre gli edifici (che non devono assolutamente superare i 3 piani di altezza) sono disposti in maniera simmetrica e trasversale rispetto al centro della rappresentazione che culmina con una Rotonda, una particolare tipologia di edificio classico che, in quanto strutturalmente di forma circolare, vuole rappresentare (con l'iperbole della circonferenza del cerchio, figura da sempre ritenuta "perfetta" perché in sé chiusa e conchiusa) il coronamento di un'opera che tutto racchiude all'interno di sé, lasciando un vuoto ideale e universale al di fuori di sé.

In questa visione socio-economica Cinese chi risente di più di questa mega industrializzazione ed occidentalizzazione delle città cinesi sono i piccoli centri di artigianato, quelli che rappresentano meglio di tutti la cultura e le origini della Cina. Questo è stato uno dei punti di partenza per la realizzazione e lo sviluppo di questa tesi di laurea, cioè la Valorizzazione e la creazione di uno spazio per il piccolo artigiano che possa essere esso stesso un motivo di attrazione tanto quanto andare a vedere i grattacieli a Shanghai sul Bund. La parola “artigiano” evoca un'immagine immediata, secondo Richard Sennett, ad esempio sbirciando da una finestra nella falegnameria, vedi un uomo anziano circondato dai suoi apprendisti e dai suoi strumenti. “L'ordine regna dentro: parti di sedie sono serrate ordinatamente insieme, l'odore di trucioli di legno riempie la stanza, il falegname si piega sulla sua panca per fare una bella incisione per intarsi. Il negozio è minacciato da una fabbrica di mobili in fondo alla strada.

L'artigiano potrebbe anche essere visto in un laboratorio vicino. Lì, un giovane tecnico di laboratorio è accigliato a un tavolo sul quale sei conigli morti sono distesi sulla schiena, con la pancia aperta. Sta corrugando la fronte perché qualcosa è andato storto con l'iniezione che ha fatto loro; sta cercando di capire se ha sbagliato la procedura o se c'è qualcosa che non va nella procedura”. Nel 2007 sempre in occidente, l'illustre sociologo Richard Sennett esamina le principali differenze tra le prime forme di capitalismo industriale e la versione più globale, più febbrile, sempre più mutevole del capitalismo che sta prendendo il suo posto. Egli mostra come questi cambiamenti influenzano la vita quotidiana, come sta cambiando l'etica del lavoro; come le nuove convinzioni sul merito e sul talento sminare i vecchi valori dell'artigianato e della realizzazione; come Sennett chiama “lo spettro dell'inutilità” infesta i professionisti e i lavoratori manuali; come si sta dissolvendo il confine tra consumo e politica. Negli ultimi anni, i riformatori di istituzioni pubbliche e private hanno predicato che le società flessibili e globali forniscono un modello di libertà per gli individui, a differenza dell'esperienza di burocrazie fisse e statiche che Max Weber una volta definì “gabbia di ferro”. sostiene che, nell'esiliare i vecchi mali, il modello di nuova economia ha creato nuovi traumi sociali.
Solo un certo tipo di essere umano può prosperare in istituzioni instabili e frammentarie: la cultura del nuovo capitalismo richiede un ideale auto-orientato al breve termine, focalizzato sulla capacità potenziale piuttosto che sulla realizzazione, disposto a scontare o abbandonare il passato Esperienza. In una sezione conclusiva, Sennett esamina quali iniziative pratiche potrebbero contrastare gli effetti perniciosi della “riforma”.

“Il falegname, il tecnico di laboratorio e il direttore d'orchestra sono tutti artigiani perché si dedicano a un buon lavoro per sé stesso. La loro è attività pratica, ma il loro lavoro non è semplicemente un mezzo per un altro fine. Il falegname potrebbe vendere più mobili se lavorasse più velocemente; il tecnico potrebbe arrangiarsi restituendo il problema al suo capo; il conduttore in visita potrebbe avere maggiori probabilità di essere assunto di nuovo se guardasse l'orologio. È certamente possibile cavarsela nella vita senza dedizione, ma l'artigiano esemplifica la speciale condizione umana di essere fidanzato”.

In tale quadro storico architettonico, il distretto di Putuo ha il ruolo di estrema importanza per quanto riguarda il suo asse di collegamento soprattutto per quello marittimo nell'ambito del commercio cinese. Anche e soprattutto per questo motivo, essendo visto e considerato un “luogo comune” o per meglio dire “di passaggio” ne viene trascurato l'aspetto della vivibilità delle persone che ne fanno parte o comunque ne viene trascurato l'aspetto attrattivo, quando invece c'è un grandissimo potenziale. Dunque, da tali premesse, si è ragionato sulla necessità di attribuire al distretto di Putuo ed in particolar modo alla zona di West Guangfu Road il significato di luogo abitabile ed un polo attrattivo, quindi non più un luogo comune che serve da collegamento ma come un luogo dove poter sostare o visitare per un obbiettivo che non sia solo il “passaggio”.