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Aggressione e violenze: valutazione, prevenzione e gestione degli episodi violenti in psichiatria criminale.

Prospettive nel rischio di potenziali aggressioni

Al fine di poter rispondere al quesito “come i pazienti possano imparare dai precedenti episodi di violenza?”, va prima affrontata la questione se paziente e infermiere percepiscano in modo simile gli atteggiamenti aggressivi.

Pazienti e infermieri devono collaborare nella gestione del rischio, ciò significa che i metodi di gestione devono adattarsi sia alle esigenze del paziente che alle competenze degli infermieri. Quando Duxbury (2002) sviluppò la “Management and Violence Attitude Scale”, scoprì come pazienti e infermieri differenziavano nella percezione delle cause di aggressione e nell'idea su come l'aggressione andava gestita (vedi anche Duxbury & Whittington, 2005). Gli infermieri sottolineavano la malattia mentale e i fattori ambientali, come ad esempio l'organizzazione e la struttura del reparto, come cause principali dell’atteggiamento aggressivo dei pazienti. I pazienti, invece, tendevano ad attribuire i loro episodi violenti ad una mancanza delle capacità comunicative del personale sanitario.

Per quanto riguarda la gestione degli episodi, gli infermieri espressero la necessità di educare i pazienti al riconoscimento preventivo dei segnali premonitori, mentre i pazienti sottolineano ancora una volta la mancanza di capacità interpersonali e intelligenza sociale da parte del personale sanitario.

Duxbury e Whittington (2005) conclusero, quindi, che la gestione dell'aggressività debba essere inserita in una cultura organizzativa che comprenda, ad esempio, una formazione specifica dell'infermiere, concentrata vero la malattia mentale, ma sottolinei anche, l'importanza della relazione terapeutica e dei fattori socio-ambientali.

Più di recente, Bowers, Brennan, Flood, Lipang, and Olapado (2006) hanno mostrato che le varie forme di contenimento (ad esempio la sedazione farmacologica, la contenzione con mezzi fisici e l'isolamento) e i conflitti con i pazienti psichiatrici, possono essere ridotti mediante una approfondita conoscenza del paziente da parte del personale (percezione morale), una maggiore capacità di regolare le proprie reazione emotive in relazione ai pazienti e una migliore abilità nel creare un efficace atmosfera terapeutica, per tutta la durata del periodo di custodia. Rask e Brunt (2006), tuttavia, hanno recentemente scoperto come, nonostante gli infermieri e pazienti in cura forense condividano gli stessi obiettivi di trattamento, le cure e la frequenza nelle interazioni verbali e sociali, vengono percepite in modo molto differente tra i due gruppi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Aggressione e violenze: valutazione, prevenzione e gestione degli episodi violenti in psichiatria criminale.

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Informazioni tesi

  Autore: Mirco Balzan
  Tipo: Tesi di Master
Master in MASTER DI I°LIVELLO IN INFERMIERISTICA FORENSE E GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO
Anno: 2015
Docente/Relatore: Benito Battaglia
Istituito da: Link Campus University - L'Università internazionale a Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

FAQ

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Parole chiave

carcere
detenzione
forense
problem solving
violenze
infermieristica legale
rischio clinico
infermieristica forense
paziente psichiatrico
psichiatria criminale

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