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Hate Speech e Diritto Penale

Hate speech omofobico

Come spiega Pesce: «L’omofobia e la transfobia non sono affatto fenomeni nuovi, ma l’eco mediatica degli episodi che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi anni ha provocato oltre ad un elevato livello di apprensione sociale, anche l’attenzione della classe politica rispetto a questi delicati temi. Affrontare il problema, già da tempo denunciato dalle associazioni a tutela delle persone lesbiche, omosessuali, transessuali e bisessuali, sembra ormai ineludibile». L’autrice aggiunge poi che si tratta di “delitti speciali” in quanto l’agente aggiunge ad un fatto già di sé riprovevole, una motivazione omofobica; la difficoltà che da subito sottolinea è che questa tendenza è diffusa sia nel clima sociale sia in quello istituzionale e che questi ambienti spesso giustificano tali condotte che proprio attraverso istituzioni quali la Chiesa, la scuola e la famiglia dovrebbero essere protette. È quindi specchio di un approccio ideologico nei confronti di alcune “categorie” come quella omosessuale. Intendiamo l’omofobia così come definita al punto B dei Considerando della Risoluzione sulla lotta all’omofobia in Europa, approvata dal Parlamento europeo il 24 maggio 2012: «l’omofobia consiste nella paura e nell’avversione irrazionali provate nei confronti dell’omosessualità femminile e maschile e di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) sulla base di pregiudizi, ed è assimilabile al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo; che si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto diverse forme, tra cui incitamento all’odio e istigazione alla discriminazione, scherno e violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e uccisioni, discriminazioni a violazione del principio di uguaglianza e limitazione ingiustificata e irragionevole dei diritti, e spesso si cela dietro motivazioni fondate sull’ordine pubblico, sulla libertà religiosa e sul diritto all’obiezione di coscienza». La principale caratteristica di questi reati (ma anche per reati di violenza di genere, stalking, prostituzione minorile) è che il movente non è neutrale, infatti l’autore stesso si trova in uno stato di particolare disprezzo, odio o sentimento di superiorità rispetto alla vittima.

Purtroppo si tratta di un fenomeno in costante aumento. Goisis riporta i dati allarmanti raccolti dall’Oscad, secondo i quali si registrano in Italia fra il 10 settembre 2010 e il 31 dicembre 2018, 2.532 segnalazioni di cui il 59,3% (897) sono reati d’odio etico/razziale, il 18,9% (286) reati d’odio religioso, il 13% (197) reati d’odio omofobico, il 7,8% (118) reati contro disabili, l’1% (15) reati d’odio basati sull’identità di genere. La stessa autrice riporta anche i dati raccolti dall’OSCE in Italia, grazie ai quali possiamo leggere la variazione annuale del numero delle segnalazioni: anche questi registrano un aumento (sono 1.048 segnalazioni nel 2017 e 1111 nel 2018). Anche l’associazione Arcigay ha raccolto delle segnalazioni sugli episodi di omofobia avvenuti nel 2019 che sono ben 138, a testimonianza che non si tratta più di episodi isolati rispetto ai quali il legislatore può esimersi di prevedere una tutela. Anche la Risoluzione del Parlamento europeo del 18 dicembre 2019 denuncia la crescita degli episodi di discriminazione in pubblico e l’incitamento all’odio nei confronti delle persone LGBT+ in tutta Europa. Seppure non ci sia una fornita tradizione di dati statistici ufficiali, la linea di tendenza che si registra è un aumento di aggressioni motivate dalla sola avversione verso l’orientamento sessuale, a differenza della situazione che si presentava anni fa in cui il crimine d’odio era principalmente a stampo razziale, registra questa tendenza anche lo studio condotto da Home Office che riporta un incremento dei reati d’odio registrati nel biennio 2018/2019 del 10% rispetto al biennio precedente e raddoppiati rispetto agli anni 2012/2013. Su un totale di 112.637 crimini, 78.991 sono stati commessi per motivazioni legate alla razza seguiti subito dopo da 14.491 attacchi mossi da motivi legati all’orientamento sessuale. È chiaro che rappresentano numericamente uno scenario non trascurabile per il legislatore.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Hate Speech e Diritto Penale

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Sciortino
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Alessandro Spena
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 123

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Parole chiave

diritto penale
libertà di espressione
online
diritti umani
negazionismo
legge mancino
reati di opinione
hate speech
discorso d'odio
discorso odioso

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