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Riflessioni intorno a nessi tra Vico e Nietzsche

Primo nesso: philosophia exercita

Il germe o feto (in base al punto di vista che si assume) della genealogia presente in Vico costituisce perciò, il primo nesso rintracciabile tra Vico e Nietzsche. Vico ha fatto “una genealogia dell’iconologia della mente umana in cui viviamo e pensiamo il mondo”. Le sue Degnità sono in gran parte dei principi genealogici ed è ammirabile, soprattutto visti i tempi in cui visse (tempi d’inquisizione), il tentativo radicale del suo attenersi al certo, ai fatti, il suo iniziare la sua dottrina, laddove inizia la materia di essa. Insomma: ha fatto delle commissioni da genealogista che lo hanno messo radicalmente in crisi. La sua crisi si attua radicalmente quando le due direttrici della sua ricerca, Metafisica Fantasticata (più vera) e Metafisica Ragionata, si intrecciano, come succede in un passaggio mirabile del secondo libro, in cui si dice: “l’uomo con l’intendere spiega la sua mente, e comprende esse cose; ma col non intendere, egli fa di sé esse cose, e col transformandovisi lo diventa”. Non è un caso che l’intendimento dell’uomo è detto prima del suo non intendimento, in altre parole, che la meno veritiera Metafisica Ragionata sia posta nella frase davanti alla Metafisica Fantastica. È impossibile, ci dice Vico, parlare di una religione o di un diritto, per esempio delle genti minori, fino a che questi oggetti non si siano costituiti come tali e non si offrano perciò alla nostra ricerca: “ciò implica che la genealogia non compaia all’inizio: si incorrerebbe facilmente in un controsenso se si cercasse il padre del bambino al momento della nascita”. Questa è la nota “all’affermazione” della Metafisica Ragionata (affermazione negativa).

Per quanto riguarda l’altra “affermazione”, “si prenda in considerazione il fatto che una nuova forza può comparire e appropriarsi di un oggetto solo se inizialmente si nasconde sotto la maschera delle forze che se ne erano impadronite in precedenza. Maschera, astuzia sono leggi di natura: sono qualcosa di più che una maschera e un’astuzia. Da principio, anche soltanto per essere possibile, la vita deve mimare la materia”. Se una philosophia locuta presume di conoscere il suo “Dio”, una philosophia exercita non lo presume. Vico credeva un Dio, ma la sua filosofia tutta, di fatto non si è mai interamente sottomessa, né a lui, né a nessuno: “non si respira nessuna auto-nomia del pensiero all’interno della Scienza Nuova”. Un “Dio” tuttavia, la philosophia exercita lo ha comunque. Tutto per lei sta nella conoscenza, che non prende immediatamente la strada della sua riconferma, ma la sospende a giudizio. Per questo essa può andare incontro a contraddizioni, a cui la prima si espone solo all’inizio e alla fine, cioè nella “scelta” del “Dio”. Nonostante le “scelte” apparentemente antitetiche, in quanto Vico crede in un Dio trascendente le cose e Nietzsche è capace di dire “Dio è morto”, poiché esse sono dettate certamente dai tempi (dalle ulteriori forze che si sono impadronite del loro pensiero), mi sento di avvicinarli nel modo in cui hanno guardato aldilà del loro tempi (modo in cui non si sono “trovati nelle forze”, pensando in esse non finalisticamente, ma pur sempre in esse). Questo è forse il segreto della fecondità dei loro pensieri. La genealogia stessa non è un metodo, inteso come un artificio che ci permette di scongiurare l’errore e raggiungere la natura del pensiero. Il pensiero cerca qui di muoversi nell’elemento di forze nuove, piuttosto che in quello delle forze vecchie, con l’assunto della “non essenzialità” delle forze. Per il più profondo significato della filosofia vichiana, non esistono idee come universali aristotelici, ma solo idee “plastiche”, idee che sono il movimento delle varie forme dell’uomo e dell’umanità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Riflessioni intorno a nessi tra Vico e Nietzsche

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Castagnino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Libera Università Vita Salute San Raffaele di Milano
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Massimo Donà
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 43

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