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Islam e Stati Uniti nel contesto balcanico

Stati Uniti e Balcani

Nel corso degli anni novanta come abbiamo già avuto modo di narrare, l'instabilità politica e le guerre offrirono ad al Qaeda l'opportunità di infiltrarsi nei Balcani.
In fin dei conti la guerra combattuta in Bosnia era per i foreign fighters essenziale per condurre un'altra jihad, dopo quella decennale in Afghanistan.
L'Europa dopo il Medio Oriente, l'Asia meridionale e il sudest asiatico era divenuto un punto di riferimento per le cellule terroristiche provenienti dal mondo islamico.
Gli Stati Uniti divenuti garanti dell'equilibrio politico nei Balcani, si dotarono di una varietà di strumenti per combattere il terrorismo presente nella Bosnia di Izetbegovic. In primo luogo attraverso lo stanziamento di militari in Bosnia e Kosovo. In secondo luogo collaborando con i governi locali per pianificare politiche assistenziali nell'ambito del controterrorismo, anche attraverso l'istituzione del “Southest European Cooperation Initiative”. Il Seci istituito per favorire la stabilità politica nei paesi dell'Europa sudorientale si contraddistinse per il suo contributo nella lotta ai gruppi legati ad al Qaeda.
L'uso della forza militare e il rispetto della legge non erano le uniche soluzioni pensate dagli Stati Uniti. Di fatti Washington propose a Sarajevo un vasto piano di riforma economica necessario alla crescita in termini di prosperità sociale e benessere economico.
Il playbook voluto dagli Stati Uniti era finalizzato a contenere i piani dei terroristi che continuavano a giocare un ruolo chiave nella regione ex jugoslava. Secondo un report redatto dalla National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States, il centro ed est Europa erano considerate regioni potenzialmente instabili, per la presenza di cellule terroristiche legate ad al Qaeda. Invero la povertà e l'instabilità politica nei Balcani non hanno automaticamente favorito un largo consenso popolare a favore della jihad.
Particolarmente si evince una forte opposizione da parte degli indigenous muslim bosniaci ed albanesi alla “guerra santa”. Molti bosniaci musulmani rimasero segnati dall'esperienza bellica.
L'ecatombe e il dislocamento di centinaia di migliaia di persone determinarono un mutamento irreversibile nella Bosnia. Pertanto è ragionevole pensare che per molti dei musulmani presenti nei Balcani, la partecipazione politica e militare degli Stati Uniti deve essere rivalutata positivamente. Il supporto americano nella regione sta contribuendo al processo di integrazione nella sfera d'influenza occidentale della componente musulmana. In particolare l'appoggio degli Stati Uniti alla Bosnia è apparso più evidente durante il discorso annuale sullo stato dell'Unione tenuto da Bush, nel quale ha lodato la cooperazione fra i due stati.
La collaborazione politica tra i due stati ha portato, come già narrato nel paragrafo precedente, all'arresto di Belkacem e dei suoi affiliati algerini avvenuta nel gennaio del 2002. La consegna dei terroristi a Washington ha generato le accese proteste dei legali bosniaci, i quali hanno accusato gli Stati Uniti di aver violato le norme più elementari del diritto internazionale. Soltanto tre anni più tardi il governo di Sarajevo reclamava i quattro cittadini bosniaci, tenuti in stato di detenzione nel supercarcere di Guantanamo Bay. [...]

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Islam e Stati Uniti nel contesto balcanico

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Informazioni tesi

  Autore: Nicola Francavilla
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Dipartimento di scienze storiche, geografiche e dell'antichità
  Corso: Scienze Storiche
  Relatore: Elena Calandri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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