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La famiglia e lo sviluppo psichico del bambino: effetti della separazione e del divorzio genitoriale

Gli effetti della separazione e del divorzio coniugale sui figli

I figli raramente desiderano che i genitori si separino e il divorzio rappresenta il collasso di una struttura vitale e archetipica, non solo nel loro mondo esterno, ma anche nella loro esperienza di sé. Soprattutto a seguito delle prime fasi, la maggior parte dei figli sperimentano ansia, rabbia, risentimento, confusione, sentimenti di colpa, conflitti di lealtà e sintomi somatici. Kelly & Lamb (2000), confrontando il vissuto dei figli di famiglie divorziate e figli di famiglie intatte, hanno messo in evidenza che i primi sperimentano notevoli difficoltà tra cui: maggiori probabilità di ritrovarsi in condizioni socio- economiche sfavorevoli; rischi maggiori di incorre nell'utilizzo di alcol, sigarette e sostanze stupefacenti; più probabilità di necessari trattamenti psicologici; rischio maggiore di abbandono scolastico; aumentata propensione al divorzio nelle proprie relazioni matrimoniali; più probabilità di essere particolarmente disturbati (principalmente i ragazzi), soprattutto nei casi in cui i loro genitori mettono in atto violenza genitoriale. Dunque, la transizione al divorzio, oltre a essere un percorso tortuoso per i genitori, lo è anche per i figli, dovendo riuscire a elaborare il nuovo assetto familiare e mantenere un contatto con entrambi i genitori. In questa prospettiva possiamo notare come il genere dei figli rappresenta uno dei fattori che influenzano nettamente tale transizione. Infatti, Hetherington (1979), Kurdek (1981) ed Emery (1982) evidenziano come la separazione/divorzio genitoriale influenzi in maniera negativa soprattutto i figli maschi rispetto che le figlie femmine, in particolare nell'età prescolare e scolare. Nella letteratura scientifica (Ambert, 1982; Allison & Furstenberg, 1989) è stato riscontrato tale risultato differentemente. Una prima interpretazione sostiene che ciò è dovuto al fatto che all'interno della struttura familiare i maschi, rispetto alle femmine, sono più frequentemente esposti al conflitto dei genitori, sia durante il matrimonio sia a seguito del divorzio, accompagnato dalla maggiore difficoltà dei figli maschi a comunicare le proprie emozioni e a richiedere supporto genitoriale e sociale (Hetherington, 1979). Invece, una seconda interpretazione spiega la maggiore influenza negativa sui figli maschi, facendo riferimento alla "theory sex-role" (Ambert, 1982). Tale teoria, pone l'accento sul fatto che quando i figli vivono con il genitore di sesso opposto (soprattutto la madre) hanno più frequenti e forti conflitti di lealtà. Mentre, quando questi vivono con il genitore dello stesso sesso (il padre) risultano essere meno ribelli e con una più alta stima di sé, rispetto ai figli che sono affidati alla madre. Stessa cosa si evidenzia nelle femmine, dimostrando, soprattutto le ragazze che vivono con i padri, meno comportamenti prosociali, maggiori problemi comportamentali e più alti livelli di aggressività, rispetto a quelle che rimangono con le madri (Ambert, 1982). Nonostante le diverse interpretazioni, si può generalizzare che i figli maschi hanno maggiori difficoltà nella transizione in seguito al divorzio dei genitori, poiché nella maggior parte dei casi è la madre ad assumere il ruolo di genitore affidatario, rimanendo tali bambini privati o limitati di modelli identificatori relativi al proprio genere, e inoltre, perché nella percezione materna sono dello stesso sesso di colui che le ha fatte soffrire. Mentre, per quanto riguarda le figlie nel rapporto con le figure maschili, o fungono da sostegno nell'affrontare le difficoltà, oppure nella maggior parte dei casi, si ribellano, ricercando il riscatto per la propria madre, facendo patire loro ciò che essi hanno fatto patire a lei. Tali differenze di genere però si assottigliano nella fase di adolescenza-giovinezza dei figli, in quanto, è stato dimostrato che maschi e femmine hanno una reazione simile all'evento separazione/divorzio dei genitori, manifestando entrambi un forte timore di solitudine, difficoltà ad instaurare relazioni intime, comportamenti problematici e frequente abbandono scolastico (Wallerstein & Kelly, 1980). Ma ovviamente, sono le differenze individuali a determinare le reazioni alla rottura della relazione tra i genitori. Ovvero, ci sono figli di genitori separati/divorziati che riescono bene a elaborare il dolore che tale evento comporta, tramite un processo di maturazione della propria identità, attribuendo maggior valore e responsabilità al legame. Mentre altri, non riescono ad elaborare tale dolore, rimanendo incastrati all'interno delle relazioni genitoriali disfunzionali, manifestando sensi di colpa, problemi comportamentali, psicopatologie, abusi di sostanze e difficoltà relazionali. Nonostante ciò, soprattutto nei primi tempi a seguito del divorzio tra i genitori, è comune nei figli la percezione di "ambiguità dei confini familiari" (Boss, 1980), cioè quel senso di confusione che assale i figli rispetto alla propria realtà familiare, non sapendo il ruolo da assumere al suo interno. Fin quando i figli rimangono in tale dinamica, risulta impossibile la riorganizzazione delle relazioni familiari e il superamento della crisi provocata dal divorzio. Inoltre, la letteratura scientifica (Amato, Keith, 1991; Krakauer, 1993) si è anche interessata agli effetti a lungo e breve termine che la transizione alla separazione dei genitori comporta nei figli, sottolineando che la relazione genitore-figlio in un contesto di cooperazione tra gli ex-partner tende a migliorare dopo due o tre anni dalla separazione. Un'altra notevole differenza riscontrata tra figli di genitori divorziati/separati e figli provenienti da famiglie intatte è relativa agli atteggiamenti e progettualità verso il futuro. I figli di genitori divorziati mostrano una maggiore diffidenza e incertezza nei confronti del matrimonio in misura significativamente maggiore rispetto ai coetanei provenienti da famiglie intatte (Bynum & Durm, 1996). Così, anche se il tempo agisce sulla riorganizzazione familiare in seguito alla rottura del matrimonio, non è garantita la possibilità che nuovi eventi possano far riaffiorare il trauma nei figli, determinando difficoltà nel loro percorso di vita. Oltre queste, è il caso di quei legami definiti "disperanti" (Cigoli, Galimberti, Mombelli, 1988), dove si mette in atto la netta demonizzazione dell'altro genitore, che si hanno profonde tracce dolorose nel vissuto dei figli. [...]

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La famiglia e lo sviluppo psichico del bambino: effetti della separazione e del divorzio genitoriale

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Informazioni tesi

  Autore: Mattia Indelicato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Elisa  Leonardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 105

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