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Turismo, ambiente e cambiamenti climatici. Evoluzione e prospettive future del turismo in Antartide

Il turismo in Antartide

Per capire come il turismo si sia sviluppato e come possa essere gestito è indispensabile tenere sempre ben presente le particolari e uniche caratteristiche e peculiarità che questo continente ha, rispetto a tutto il resto del Pianeta Terra. Queste unicità sia sotto l’aspetto geografico che politico hanno generato un approccio nuovo sin dalla nascita per tutte le attività che vengono svolte (ed in modo particolare al turismo) attività che, lo ricordiamo, hanno tutte un carattere di internazionalità, non esistendo sul territorio nessuna forma di governo nazionale.
Essenzialmente in Antartide si svolgono tre tipi di attività: il turismo e la pesca che sono le uniche attività economicamente rilevanti, l’altra attività presente è la ricerca scientifica.
Con la firma del Trattato Antartico e la ratifica del successivo “Protocollo sulla protezione ambientale” tutte le attività devono sottostare al principio fondamentale per cui "Le Parti si impegnano alla protezione completa dell'ambiente antartico e degli ecosistemi dipendenti e associati e designano l'Antartide come riserva naturale, dedicata alla pace e alla scienza”.
Ogni Paese firmatario deve lavorare insieme agli organismi istituiti anche da altre convenzioni internazionali sulla protezione dell'ambiente per raggiungere questi obiettivi, deve cooperare strettamente nella pianificazione e nello svolgimento delle attività. Fondamentale, inoltre, per garantire il rispetto delle disposizioni del Protocollo è l’obbligo di permettere ispezioni e controlli da parte degli enti preposti.
Per quanto riguarda il Turismo, che viene espressamente riconosciuto ed indicato nel Protocollo come attività rilevante, molto importanti sono le disposizioni di carattere ambientale, avendo implicazioni dirette ed immediata applicabilità alle attività turistiche stesse. In particolare le disposizioni contenute nel Protocollo riguardano:
1. Valutazione dell'impatto ambientale,
2. Conservazione della fauna e della flora antartiche,
3. Smaltimento e gestione dei rifiuti,
4. Prevenzione dell'inquinamento marino,
5. Tutela e gestione del territorio
6. Responsabilità derivante da emergenze ambientali.

Il concetto poi di responsabilità ambientale è concepito per garantire che i danni ambientali causati da crisi come gli incidenti marittimi siano riparati nel modo più completo possibile, o almeno mitigati in modo significativo.
Il Protocollo quindi definisce gli standard per tutte le attività umane in modo da limitare gli impatti negativi sull'ambiente antartico. Ne discende che come qualsiasi altra attività umana
proposta in Antartide le attività turistiche devono essere prima autorizzate e consentite dalle relative “autorità competenti” (governo nazionale) e successivamente operare secondo quanto indicato nel Protocollo.
Ogni anno le Parti del Trattato Antartico si incontrano nelle Riunioni Consultive del Trattato Antartico (ATCM) nelle quali tutte le decisioni devono essere prese all'unanimità (se anche una sola Parte consultiva non è d'accordo, un provvedimento non sarà approvato). Tutte le Misure, le Decisioni e le Risoluzioni adottate dal 1961 ad oggi possono essere trovate in un database presente sul sito web del “Segretariato del Trattato Antartico” (www.ats.aq).
E’ tra questi documenti che si trovano quelli specifici che riguardano il Turismo, tra cui si possono evidenziare:
• “Guida per coloro che organizzano e conducono attività turistiche e non governative in Antartide” Raccomandazione XVIII-1 1994, che si compone di due parti.
"Guida per i visitatori dell'Antartide" che si è basata sulle linee guida originali sviluppate quando iniziò il moderno turismo antartico negli anni Settanta. Queste linee guida costituiscono la base del briefing obbligatorio che tutti i clienti, il personale e l'equipaggio di ogni spedizione membro IAATO deve ricevere prima di mettere piede in Antartide.
“Guida per coloro che organizzano e conducono attività turistiche e non governative in Antartide”. Questa guida fornisce la struttura di base gli operatori utilizzano per ottenere le autorizzazioni a visitare l'Antartide da parte dei rispettivi governi nazionali.
• “Sbarco di persone da navi passeggeri nell'area del trattato antartico” Misura ATCM 15 (2009) che vieta alle navi che trasportano più di 500 passeggeri di effettuare sbarchi in Antartide. Inoltre, richiede ai tour operator di coordinare i propri itinerari in modo che non più di una nave alla volta visiti un sito di sbarco. Inoltre, non sono ammessi a terra più di 100 passeggeri alla volta e dovrebbe esserci un rapporto di una guida ogni 20 passeggeri a terra. Questa misura codifica le procedure operative standard che erano state sviluppate dalla IAATO nei primi anni Novanta.
• Nel 2021, con la Risoluzione 3 (2021), l'ATCM ha aggiornato le Linee guida generali per i visitatori dell'Antartide, che forniscono consigli generali per visitare qualsiasi località, con l'obiettivo di garantire che le visite non abbiano impatti negativi sull'ambiente antartico, o sul suo valori scientifici ed estetici.
• Il “Manuale dei regolamenti e delle linee guida relative al turismo e alle attività non governative nell'area del Trattato Antartico”, adottato da ATCM XLIII con Decisione 6 (2021) raccoglie e sintetizza i principali regolamenti e linee guida ATCM per i turisti e gli organizzatori di spedizioni e comprende anche le disposizioni applicabili al turismo derivanti dal Trattato sull'Antartide e dal Protocollo sulla protezione dell'ambiente (Figura 11).

E recentissima emanata nel 2022:
Strutture permanenti per il turismo e altre attività non governative in Antartide” Risoluzione 5 (2022)-ATCM XLIV-CEPXXIV, Berlino Affronta nello specifico gli “approdi marini”. ”Raccomanda ai Governi di compiere ogni sforzo per impedire … la costruzione e/o lo sfruttamento di qualsiasi struttura o impianto esclusivamente per il turismo e altre attività non governative da gestire in Antartide per più stagioni, dove la sua costruzione, le operazioni o la rimozione dovrebbero avere più di un impatto minore o transitorio sull'ambiente antartico e sui suoi ecosistemi dipendenti e associati, o sulla natura selvaggia intrinseca e sui valori storici dell'Antartide. Gli esempi includono, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, edifici, banchine e pontili e piste livellate su terreno esposto”.

L'ATCM aggiorna annualmente anche linee guida specifiche per i siti più visitati dai turisti, includendo indicazioni pratiche per i tour operator e guide su come condurre le visite in quei siti, considerando i loro valori ambientali.
Qui di seguito una tabella riassuntiva di tutti i documenti inerenti il Turismo approvati dalle ATCM dal 1966 ad oggi (2022) (Tabella 2).
Naturalmente già prima del 1959, anno della firma del Trattato Antartico, il turismo era presente nel continente e si stava sviluppando, seppure senza alcuna regolamentazione né tantomeno pianificazione. Fu solo nel 1991 che facendo propri i principi fondanti del Trattato è nata la IAATO (International Association of Antarctica Tour Operators), che da allora ad oggi opera e gestisce l’organizzazione delle attività turistiche.
Il primo documento che espressamente parla di “turisti” è datato 1882 e proviene dai resoconti di spedizioni del Governo neozelandese che a bordo delle loro navi di ricognizione trasportavano anche passeggeri. Per gli avventurosi che all’epoca avessero desiderato visitare il Paese, sia per scopi scientifici che puramente turistico-esplorativi le uniche opportunità erano imbarcarsi su navi che già vi erano dirette, seppur per altri scopi. Le uniche attività presenti all’epoca erano quelle relative alla pesca e alla creazione di avamposti governativi.
Fu nel 1930 che l’interesse e il fascino dell’ignoto portò per la prima volta ad includere una tappa in Antartide lungo la rotta di una circumnavigazione del mondo di 142 giorni sulla nave da crociera Volendam. Sul New York Times apparve la pubblicità del viaggio con una nota curiosa in cui si evidenziava come "Le passeggere donne sarebbero state le prime donne in assoluto a guardare la barriera di ghiaccio” (Figura 12).

Si deve però attendere fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale per veder veramente nascere regolari viaggi turistici verso l’Antartide.
Il moderno turismo navale iniziò nel 1958 quando una nave argentina, la “Les Eclaireurs” fece due crociere ciascuna con circa 100 turisti a bordo, che visitarono le Isole Shetland Meridionali e la costa occidentale della Penisola Antartica. Viaggi simili vennero effettuati anche dalle navi cilene, ma furono discontinui.
Fu solo nel 1966 che iniziarono regolari crociere organizzate dalla statunitense Lindblad Travel. La prima crociera fu a bordo di una nave militare argentina “Lapataia” noleggiata e riadattata da Lars Eric Lindblad, che portò 58 passeggeri da Ushuaia (Argentina) alla penisola Antartica: il viaggio fu un successo. Da allora la compagnia ha effettuato crociere simili ogni anno estendendo le rotte fino al Mare di Ross per visitare le capanne storiche di Carsten Borchgrevink, Robert Scott ed Ernest Shackleton, portando così per la prima volta navi e turisti ad attraversare il circolo polare antartico.
Il successo di questi viaggi fu tale che nel 1970 la Lindblad Travel si fece costruire ad hoc una nave con caratteristiche specifiche per viaggiare nei mari antartici: la prima vera nave da crociera antartica, la “Lindblad Explorer” che ha dato il via ad una serie regolare di crociere per le successive 23 stagioni. Questo può essere considerato l'inizio del periodo moderno del turismo antartico, che si è sviluppato in modo quasi iperbolico fino all'estate 1992-1993, quando erano operative 12 navi turistiche.
Da ricordare che a seguito della disgregazione della flotta dell'Unione Sovietica nel 1989 vennero messe a disposizione un certo numero di navi ben attrezzate per la navigazione polare, tra cui due rompighiaccio e diversi traghetti passeggeri rinforzati per il ghiaccio. L'impiego di queste navi ha più che raddoppiato il numero annuo di crociere all'inizio degli anni Novanta.

Nel 1991 i sette lungimiranti tour operator che allora operavano in Antartide si resero conto della necessità e colsero l’opportunità del momento storico, per unire competenze e risorse per formare un’organizzazione internazionale (IAATO) sotto gli auspici del Trattato Antartico, con lo scopo di pianificare e coordinare le attività turistiche in modo che non avessero “più di un impatto minore o transitorio sull'ambiente” in conformità appunto con quanto espressamente dettato come base fondante dal Protocollo Ambientale del Sistema del Trattato Antartico (ATS).
Tutti i dati del turismo iniziano così a venire rilevati ed aggregati. La prima rilevazione sistematica delle attività turistiche indicò che nella stagione 1991-92 le presenze dei turisti furono circa 6.400.
Nel 2001 si assiste all’arrivo di navi più grandi, la crescita del numero di operatori con navi da oltre 400 passeggeri ed un notevole aumento di numero di yacht (Headland, 1994).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Turismo, ambiente e cambiamenti climatici. Evoluzione e prospettive future del turismo in Antartide

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Emilia Cazzaniga
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Economia e Management del Turismo
  Corso: Scienze dell'economia e della gestione aziendale
  Relatore: Silvia Battino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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