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                                           Introduzione 
Con il termine “questione cipriota” si intende in linea generale la serie di eventi che ha 
originato prima la Repubblica di Cipro nel 1960, poi l’odierna spartizione di Cipro nel 
1974 in uno Stato greco-cipriota a sud riconosciuto a livello internazionale e uno Stato 
turco-cipriota a nord, riconosciuto dalla sola Turchia. Questo lavoro cerca di analizzare 
gli interventi politici, diplomatici ed economici da parte di grandi potenze e organizzazioni 
internazionali che, nella seconda metà del Novecento, hanno presentato una loro soluzione 
al problema. Seguendo questo prospetto, il primo capitolo si occupa di offrire una 
panoramica storica dell’isola, raccontando gli scontri tra potenza inglese colonizzatrice e 
popolazione cipriota colonizzata, gli scontri intercomunitari fra la maggioranza greco-
cipriota e la minoranza turco-cipriota, la sua indipendenza politico-istituzionale con gli 
accordi di Zurigo e Londra (1959-1960). Il secondo capitolo si concentra sui disordini 
interni, a partire dal 1964, che portano alla crisi dello stato appena istituito, consentendo 
a Grecia e Turchia di influenzarne le decisioni politiche, fino all’invasione da parte della 
Turchia della zona settentrionale di Cipro. Il terzo capitolo analizza l’intervento delle 
Nazioni Unite dai primi anni ’60 ad oggi, attive attraverso la missione di peacekeeping 
denominata UNFICYP. Oltre a numerose risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza, 
trovò espressione il Piano Annan presentato nel 2002, dal Segretario Generale 
dell’organizzazione dell’epoca Kofi Annan, rimanendo caposaldo di riferimento dei 
successivi trattati. Il quarto capitolo tratta l’interesse dell’Unione Europea nella questione 
cipriota. A partire degli anni ’90, la comunità europea e internazionale ha svolto un ruolo 
importante nella definizione dello status di Cipro. Allineandosi e senza interferire sulle 
disposizioni e posizione delle Nazioni Unite, l’Unione Europea ha lavorato su fronti 
differenti: il primo su questioni di tipo sociale ed economiche riguardo il processo di 
adesione; il secondo su un tentativo di mediazione tra Cipro e Turchia, senza raggiungere 
gli esiti sperati. Difatti, da un lato la Repubblica di Cipro diventa membro ufficiale 
dell’Unione Europea nel 2004, dall’altro fallisce la riunificazione con la parte 
settentrionale, soprattutto a seguito dell’insuccesso del Piano Annan.
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  Capitolo I 
                                         La divisione di Cipro 
 
1.1 Dalle origini al dominio turco-ottomano 
 
Stento la piccola dimensione del suo territorio, l’isola di Cipro vanta una strategica 
posizione geografica. Il punto, difatti, è la zona più estrema del Mar Mediterraneo, nel 
crocevia di tre grandi continenti: Asia, Europa e Africa
1
.Per questo motivo, storicamente 
quest’isola è stata oggetto di varie invasioni e conquiste, provenienti sia dal mondo 
orientale che da quello occidentale, le quali lasciarono sempre un segno permanente 
sull’isola. 
Le prime popolazioni che si stanziarono sul territorio furono dei nomadi provenienti 
dall’Anatolia e dalla Siria, che si insediarono nel 8000 a.C. fondando le prime città cipriote. 
Nei secoli successivi si verificarono un susseguirsi di dominazioni, a partire dal popolo 
fenicio, quello assiro, quello egiziano, per diventare colona micenea, sostituita infine dalla 
potenza persiana. Tutto ciò comunque conferì all’isola un assetto greco, poiché l’elemento 
nazionale e culturale greco rimase indissolubile e interiorizzato dagli abitanti ciprioti, 
malgrado le conquiste straniere. Nel 58 a.C. venne conquistata dai romani e, dopo scissione 
dell’Impero Romano, Cipro divenne parte dell’Impero Romano d’Oriente. Molto 
importante a livello religioso fu l’opera di cristianizzazione dell’isola da parte degli 
apostoli Barnaba e Paolo, evento che portò a numerose persecuzioni anticristiane negli 
anni a venire, ciò nonostante nel IV secolo, la Chiesa Ortodossa di Cipro venne 
riconosciuta autocefala. 
Nel 1192, l’isola di Cipro venne conquistata dal re Riccardo Cuore di Leone, che poi 
vendette all’illustre Guido di Lusignano sancendo l’inizio di un nuovo dominio sull’isola, 
che persistette fino al 1489 quando l’isola venne conquistata dalla potenza veneziana, 
dominio che durò quasi un secolo. Con l’assedio di Famagosta nel 1571, il controllo 
dell’isola passò sotto la dominazione ottomana. Nella fase iniziale di governo della nuova 
potenza, il sultano Selim II emanò un importante decreto che sancì il trasferimento di 
contingenti militari, ma soprattutto di molteplici famiglie di contadini e artigiani,  
 
1
 AKSU, E. (2003). The UN in the Cyprus conflict: UNFICYP. The United Nations, intra-state    
peacekeeping and normative change, pp. 130
3 
 
provenienti da più regioni dell’impero ottomano (principalmente dall’Anatolia) nell’isola di 
Cipro, con il fine di aumentare la presenza araba e la popolazione locale dell’isola. 
Questa decisione fece in modo che la prevalenza dei residenti rimase cristiana 
ortodossa di lingua greca, ma il fattore musulmano nel tempo divenne a mano a mano più 
compatto e presente all’interno delle mansioni di controllo di potere economico e politico. 
Le diversità che intercorrevano in ambito religioso e linguistico tra i due gruppi conviventi 
rendeva molto faticoso l’avvicinamento tra le due culture. Difatti il nuovo gruppo anatolico, 
favorito dal sistema della millet
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, che nel concreto permetteva una coabitazione separata tra 
le comunità, non si inserì mai completamente con la popolazione locale, cercando inoltre di 
evitare contatti e unioni di ogni genere.  Con lo scoppio nel 1821 della guerra 
d’Indipendenza in Grecia, quest’ultima aveva trovato un grande sostegno nella popolazione 
cipriota, la quale auspicava una possibile annessione. Tutti i sogni di liberazione e 
indipendenza vennero però soppressi nel sangue da parte della gestione ottomana, 
eliminando inoltre i nascenti movimenti all’enosis
3
 (“unione” dal greco). Tra le quasi 500 
vittime cipriote, spiccava l’Arcivescovo Kyprianos, ovvero il capo della Chiesa Ortodossa 
di Cipro.  
 
1.2 Cipro e il dominio inglese nel ‘900 
 
          Con il Congresso di Berlino del 1878, riunito per ridefinire i rapporti di potere tra le 
grandi potenze europee come conseguenza della guerra russo turca (1875-1878), venne 
ridisegnata la mappa geopolitica del Mediterraneo Orientale e dei Balcani. Come risposta 
all’ingrandimento russo in Asia, la Gran Bretagna impose al sultano turco, attraverso la 
Convenzione di Cipro (4 giugno 1878), la cessione dell’isola sotto l’aspetto amministrativo 
diventando a tutti gli effetti un protettorato inglese, mentre la sovranità sarebbe rimasta 
nelle mani dell’Impero Ottomano. Questa premura da parte dell’Impero  
 
2
 In epoca ottomana assume il significato di comunità religiosa non musulmana (greca ortodossa, 
armena o ebrea), dotata di un’organizzazione amministrativa e governativa autonoma, con leggi 
proprie e un capo religioso responsabile nei confronti dell’autorità centrale. 
3
 Nella storiografia e nella pubblicistica politica, il processo di ‘unione’ di tutte le terre della 
nazione ellenica
4 
 
britannico venne fatta ovviamente, come precedentemente detto, in chiave antirussa, ma 
questo permise alla potenza inglese di consolidare la propria influenza sul Mediterraneo 
aggiungendo Cipro ai possedimenti di Gibilterra e Malta. In questo modo, Cipro diventa 
una importante base navale a protezione dell’Egitto e corridoio verso l’India dopo l’apertura 
del canale di Suez nel 1869. 
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale
4
, a causa dell’alleanza turca con gli 
Imperi Centrali, la Gran Bretagna considerò invalidi i trattati del 1878
5
 e riguardanti Cipro, 
annettendola al proprio impero il 5 novembre 1915. Il passaggio divenne ufficiale solo dopo 
la fine de conflitto, nel momento in cui la Repubblica di Turchia riconosceva 
definitivamente la perdita di Cipro con la firma del Trattato di Losanna del 1923
6
. 
Il 10 marzo 1925, Cipro entra formalmente a far parte delle colonie inglesi. Da questo 
momento in poi, si iniziarono a delineare le prime rotture fra le diverse etnie presenti 
nell’isola, che caratterizzeranno i decenni successivi in scontri che tutt’ora non sono ancora 
terminati. Di grande rilevanza, i conflitti di tipo anticoloniale e irredentisti fra 
l’amministrazione britannica e gli enoisti e i conflitti interni di sfondo intercomunitario fra 
greco-ciprioti e turco-ciprioti. La transizione dalla sovranità turca a quella della corona 
inglese ebbe dirette conseguenze per la comunità turca, con il passaggio da una posizione 
di gruppo dominante a quello di gruppo di minoranza, priva di una propria organizzazione 
interna. Nonostante questo nuovo equilibrio di potere, i turchi-ciprioti poterono godere di 
un notevole supporto inglese, in chiave anti enosis, e di una grande rappresentanza 
nell’amministrazione pubblica rispetto alla piccolezza della loro comunità, rimanendo però 
in una situazione economica e sociale svantaggiata nei confronti dei greco-ciprioti. A 
dimostrazione di questi fatti, dopo una sollevazione nazionalista pro-Grecia a Nicosia nel 
1931 repressa nel sangue dalle forze inglesi, i rappresentanti della comunità turca 
affermarono la loro fedeltà alla Corona Britannica. 
 
 
 
4
 Harfield, A. G. (1978). BRITISH MILITARY PRESENCE IN CYPRUS IN THE 19th 
CENTURY. Journal of the Society for Army Historical Research, Vol. 56(No. 227), pp. 161 
5
 Varnava, A. (2012). British Military Intelligence in Cyprus during the Great War. War in      
History, Vol. 19(No. 3), pp. 359 
6
 Grandi, B. (1983). Profili Internazionali della questione di Cipro. Milano.