La storia
Ci si domanda allora a quando si può fare risalire la nascita delle periferie e al riguardo negli ultimi anni si sono sviluppati una serie di approcci.
Si tratta di un discorso che vale ma relativamente in quanto basti pensare alle città medievali murate rispetto le quali non si può parlare di periferia in senso moderno ma se mai si può parlare del rapporto di dominio esercitato dalla città sulla campagna.
2. Approccio industrialista sostiene invece che le periferie siano nate con la rivoluzione industriale quando le città fuoriescono dalle vecchie cinte murarie e crescono sotto il profilo demografico creando la necessità di realizzare grossi palazzi per ospitare i contadini provenienti dalle campagne e che lavoravano nelle fabbriche.
In Europa questo non avviene simultaneamente ma in base ai ritmi dei processi di industrializzazione nei vari paesi.
Le città nell’Ottocento crescevano enormemente senza alcun tipo di pianificazione ed erano i luoghi in cui si diffondono, a causa delle condizioni in cui vivevano gli operai, malattie endemiche, cioè malattie radicate all’interno di un determinato gruppo di persone.
(Ci sono epidemia di colera a Parigi quando iniziano i lavori di Haussman, a Londra nell’East End e ad Amburgo a causa della fogna all’aperto).
Le periferie per molti versi quindi si presentano come luoghi problematici e si ha l’idea di periferie come un luogo pericoloso.
Negli anni Trenta vengono costruite anche le prime periferie a Roma (Garbatella) e a Milano (San Siro)
Ovviamente nessuna possibilità esclude le altre perché a volte in Europa le epoche della storia delle periferie appaiono così stratificate da rendere problematica qualsiasi tipo di distinzione (quartiere di Cornigliano a Genova è un luogo in cui, nelle varie epoche, si sono succedute diverse funzioni urbane, ovvero villaggio dei pescatori, spiaggia dove la nobiltà genovese rinascimentale organizzava le corse a cavallo e costruiva lussuose ville suburbane, luogo di villeggiatura della borghesia ottocentesca, villaggio operaio, città industriale con l’altoforno e ora desolazione).
Per comprendere al meglio le periferie attuali occorre non limitarsi ad una contemplazione del passato perché bisogna sottrarsi alla fascinazione della memoria dei luoghi.
La principale lettura riguarda consolidata una tradizione teorica che insisteva sui rapporti tra Nord e Sud leggendoli in termini di centro dominante dove hanno sede le economie più avanzate e i poteri geopolitici e periferia dominata.
Buenos Aires ad esempio è un Paese ricco di materie prime ma non riesce a decollare come un paese industriale indipendente in quanto continua a funzionare come una sorta di porta rivolta verso l’Europa che come capitale indipendente dell’Argentina.
Si tratta di città che vengono definite Villes Comptoir, ovvero sono state a lungo filiali di un potere che era altrove, sono nate come città coloniali che avevano il compito di convogliare le ricchezze verso la madre patria oltreoceano.
Nell’America Latina, durante tra gli anni Cinquanta e Sessanta, nasce la teoria del Desarollo, ovvero dello sviluppo autocentrato nel senso che l’ex colonia cerca di svilupparsi in maniera autonoma slegandosi dai vecchi colonizzatori che oggi colonizzano in un modo diverso ovvero fornendo quello che questi paesi non sono in grado di produrre.
A tal proposito nascono le ISI (Industria Sostitutiva Importazioni).
In Argentina si era diffusa l’idea che bisognasse investire nell’industria locale per diminuire la sua dipendenza da altri paesi, questo si può notare osservando le automobili vecchie che vi circolavano. C’era inoltre l’idea secondo la quale i paesi arretrati per svilupparsi dovessero ripetere gli stadi che avevano attraversato i paesi più avanzati, negli anni Novanta però si scopre che tutto ciò non era necessario in quanto i paesi in via di sviluppo potevano diventare paesi del terziario senza necessariamente percorrere i vari stadi intermedi a causa della globalizzazione che aveva cambiato il panorama.
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Dettagli appunto:
- Autore: Francesca Zoia
- Università: Politecnico di Milano
- Facoltà: Architettura
- Corso: Progettazione Architettonica
- Esame: Sociologia della città
- Docente: Agostino Petrillo
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