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Le procedure della pianificazione


I protagonisti della pianificazione sono, nel sistema italiano, gli enti pubblici, il governo nazionale e i comuni.
Il piano è un atto amministrativo complesso ineguale, nel senso che esso esprime e garantisce gli interessi di diversi soggetti pubblici ma dà la preminenza e l'ultima parola a uno di essi: lo stato ieri, la regione oggi. Il primo momento è la decisione di formarlo. Può essere una scelta autonoma del soggetto pianificatore, oppure può essere un obbligo derivante dal sistema normativo.
Connesso alla decisione di formarlo, è la scelta del soggetto cui affidare la redazione tecnica. L'amministrazione stabilisce l'apporto di consulenti esterni oppure assegna l'incarico agli uffici tecnici interni dell'amministrazione.
La differenza fra i due è intanto il costo, e poi che il piano, oltre che essere redatto, deve essere poi realizzato e gestito in un tempo anche molto lungo. Questo vuol dire dovervi lavorare dentro, gestire e apportare modifiche via via nel tempo. Un consulente esterno ha un incarico a tempo limitato, una volta redatto il piano il suo incarico finisce e ci vuole qualcuno che gestisca direttamente la situazione. Perché in ogni caso continua l'ufficio tecnico interno. In conclusione la soluzione preferibile è quella di un ufficio di pianificazione che si fa affiancare da esperti incaricati come consulenti.
Una volta redatto, il piano viene recepito dall'amministrazione comunale (giunta o consiglio comunale) per essere valutato. Il comune ha l'obbligo di adottare il piano ma non necessariamente di approvarlo. È un iter lungo.
Nel momento dell'adozione, il piano va reso pubblico, è un atto formale. Ciò fa sì che le zone interessate vengano bloccate, in modo da impedire a privati di attuare interventi permanenti sul territorio o che se ne approprino → VINCOLO DI SALVAGUARDIA
Una volta reso pubblico il piano esso può essere contestato o migliorato, tramite opposizioni e osservazioni. Il comune può prendere o meno in considerazione tali osservazioni e opposizioni ma se non ne accetta alcune deve fornire valide motivazioni.
Quando il piano viene modificato in seguito a queste osservazioni e opposizioni, vi è un passaggio successivo volto a risanare il piano (ministro dei lavori pubblici). Se il piano viene approvato (o dal ministero dei lavori pubblici o dall'amministrazione) viene pubblicato sulla gazzetta ufficiale, questo per dargli valore di legge.

I principali articoli

Art. 8 → La formazione del PRG è obbligatoria per i comuni indicati in appositi elenchi ministeriali;
Art. 34 → Per gli altri comuni la formazione del PRG è facoltativa;
Art. 18 → Espropriabilità delle aree urbane (parte più criticata).
Obiettivi:
• Impedire la speculazione fondiaria;
• Esproprio preventivo e generalizzato delle aree di espansione
Originalità:
• In materia di piani comunali
• PRG = nuovo strumento di natura fortemente pubblicistica (a fronte della tradizionale impostazione dei piani di ampliamento e di risanamento del 1865)
Carenze:
• Eccessiva rigidità
• Insufficiente controllo dell’iniziativa privata

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