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Diritto sindacale nel fascismo

DIRITTO SINDACALE NEL FASCISMO


I tratti di quell’esperienza politica erano caratterizzati dall’autoritarismo, erano tratti antidemocratici. In ambito sindacale la forma storica di autotutela sono:
- la contrattazione collettiva (la possibilità che le organizzazioni sindacali promuovano norme applicabili al rapporto di lavoro, oltre a quelle previste dalla legislazione)
- lo sciopero (l’esperienza fascista passa alla storia per avere considerato lo sciopero come un reato). Il codice Rocco (1930) cataloga lo sciopero come reato
Il diritto sindacale quindi conosceva una battuta d’arresto. 
L’esperienza fascista si caratterizza per la negazione di qualunque dialettica sindacale. Il fenomeno sindacale viene compresso in un’unica espressione associativa nella quale devono convivere gli interessi sia di lavoratori che quelli dei datori di lavoro. Questo come se non esistesse un antagonismo di interessi fra capitale e lavoro. L’idea di un conflitto fra capitale e lavoro viene rimossa, al suo posto viene collocato l’interesse prevalente della produzione.
Sul fronte del diritto sindacale si ha dunque una battuta di arresto. 

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Francesca Morandi
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