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Il principio del contraddittorio nella dottrina classica


Secondo la dottrina classica formatasi nei primi anni del secolo scorso, il contenuto necessario e sufficiente del principio del contraddittorio consisterebbe nel porre la controparte nella possibilità di contraddire.
E ciò allo scopo:
- sia di assicurare l'eguaglianza delle parti nel processo;
- sia di sfruttare il libero contrasto, il libero scontro tra le parti per mettere il giudice nelle migliori condizioni possibili per decidere, che realizzare in tal modo l'interesse pubblico alla giusta composizione della lite.
Una simile concezione, da sola, se non adeguatamente corretta ed integrata, si presta ad inevitabili critiche.
In particolare, presuppone che all'eguaglianza formale delle parti corrisponda all'eguaglianza sostanziale: senza la necessità di correttivi colti nella collaborazione del giudice e/o in strumenti efficaci di assistenza giudiziaria in non abbienti.
In secondo luogo, essa riferisce il principio del contraddittorio prevalentemente, se non addirittura esclusivamente, al momento iniziale del processo e non si preoccupa sufficientemente che esso si realizzi a livello di effettività durante tutto lo svolgimento del processo.
In terzo luogo essa si adatta esclusivamente ai processi relativi a diritti disponibili.

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