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Prendere decisioni: dalle intenzioni alle azioni


Ciò che accomuna tutti i modelli formali del comportamento relativo alla salute è il considerare i comportamenti come l’esito di una razionale decisione fondata sulla analisi intenzionale e delle informazioni disponibili.
Molti assumono che il comportamento e le decisioni si fondino sull’analisi dei costi e dei benefici.
Essi si collegano alla teoria di Edwards, Expected Utility Theory che assume che la desiderabilità di un comportamento si fondi sul prodotto della probabilità (aspettativa) e dell’utilità (valore) di particolari risultati. Per prevedere la probabilità che un soggetto adotti un certo comportamento occorre valutare pertanto sia l’aspettativa, sia il valore di tale comportamento per il soggetto, che si assumono combinati in modo razionale.
In base alla teoria, di fronte ad una situazione che prefigura diverse linee di azione alternative dall’esito incerto, il decisore dovrebbe scegliere quella con la più elevata utilità soggettiva.
Questo modello non corrisponde al modo in cui le decisioni vengono realmente prese; il soggetto può formarsi una rappresentazione incompleta o inadeguata del problema focalizzandosi selettivamente su un numero limitato di conseguenze trascurandone o ignorandone altre.
Inoltre c’è il problema dei già citati biases.

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