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Criteri di qualificazione del lavoro dipendente

CRITERI DI QUALIFICAZIONE DEL LAVORO DIPENDENTE


I criteri di qualificazione (modulati dalla realtà sociale) sono, secondo un ordine di priorità:

1. Eterodirezione (subordinazione giuridica): essere soggetti ad una direzione esterna, sottoposizione a poteri direttivi, organizzativi e disciplinari (in caso di inadempimento). È detto criterio essenziale di qualificazione del rapporto (c.d. criterio essenziale interno).
Problema: si ha una gamma di posizioni giurisprudenziali disomogenee per quanto riguarda la classificazione di un rapporto sotto il criterio di subordinazione. Alcuni sostengono che il rapporto sia subordinato quando le direttive impartite dal datore di lavoro sono dettagliate (molto analitiche), altri pensano sia sufficiente l’esistenza di direttive generiche. 
Conseguenze: nel primo caso si ha una contrazione dei soggetti destinatari del diritto del lavoro, nell’altro caso si ha un’ estensione

Se la verifica dell’eterodirezione nel caso concreto da un esito ambivalente, allora i giudici si avvalgono di ulteriori criteri di qualificazione, per corroborare il giudizio. Questi criteri sono complementari di qualificazione (c.d. criteri essenziali esterni).

2. Collaborazione

3. Coordinamento: i giudici verificano se la prestazione di lavoro resa dal lavoratore si coordina con i fattori dell’impresa

4. Continuità o continuatività: criterio che viene assunto come dirimente ai fini della distinzione fra lavoro autonomo e subordinato. Nel lavoro autonomo l’elemento temporale non assume rilevanza ai fini dell’adempimento del contratto. È un’esecuzione istantanea, con la realizzazione dell’opera. Per il lavoratore dipendente invece l’elemento temporale è dirimente: deve sussistere l’erogazione di energie lavorative nel tempo (bisogna reiterare la prestazione). Il tempo è rilevante ai fini dell’esecuzione del contratto (è un contratto di durata)

Questi criteri essenziali esterni vanno a rafforzare l’indice dell’eterodirezione nella misura in cui non si esprime in modo chiaro.

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Francesca Morandi
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