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Diritto romano: le fonti delle obbligazioni

DIRITTO ROMANO: LE FONTI DELLE OBBLIGAZIONI


Tutte le obbligazioni nascono da contratto e delitto.
L'obbligazione che nasce da contratto si contrae o mediante una cosa, o mediante la pronuncia di parole o mediante scrittura.
Il giurista passa alla descrizione delle caratteristiche e delle figure tipiche: per le obbligazioni di re viene ricordato il mutuo; per quelle in verbis la stipulatio; nelle obbligazioni litteris la ex-pensilatio; e quelle consensu la compravendita.
La identificazione dei delitti produttivi di obligatio si risolveva con il ius civile.
Gaio individua nell'elemento della reciprocità delle prestazioni, posto da Labeone al centro della nozione di contratto, una delle caratteristiche distintive dei contratti consensuali, collegando questa caratteristica alla reciprocità delle azioni di buona fede che li tutelano.
Sesto Pedio affermava invece che il contrarre un'obbligazione implicava sempre un accordo delle parti, una conventio, e non potevano pertanto chiamarsi contractus se non gli atti produttivi di obbligazione aventi come proprio nucleo un accordo.
Il sistema contrattuale romano restava un sistema tipico, perchè un determinato accordo desse luogo all'oportere era necessario che quel determinato assetto di interessi fosse in precedenza recepito nel ius civile o ius gentium.
Per i delitti, Gaio non da una definizione ma si limita ad un elenco: iniuria, furto, rapina e damnum iniura datum.
Il giurista appare troppo legato allo schema civilistico, in quanto elenca comeproduttivi di obligatio solo gli illeciti almeno originariamente previsti e tutelati dallo ius civile, mentre lascia fuori dalla propria descrizione gli atti individuati e tutelati dal pretore, quali nuove figure di illecito penale.
Actiones poenales: comportano la condanna al pagamento di una somme di denaro che è considerata come poena (sanzione).

Tratto da ISTITUZIONI DI DIRITTO ROMANO di Sara Zauli da Baccagnano
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