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La sindrome del burnout nella vita religiosa. Cause, prevenzione e cura di un modello stressogeno.

La presente ricerca si focalizza su una particolare figura di "operatore di aiuto" a rischio di burnout: quella del religioso presbitero, che, nel corso di questa ricerca si chiamerà anche con il sinonimo di consacrato. Proprio come nelle altre professioni di aiuto, il religioso, nell'esercizio del suo ministero, è a rischio di burnout pastorale.
La tesi contenuta in questo libro parte da due presupposti di base.
Il primo è che il burnout "si riferisce a un processo costituito da più fasi nel quale è possibile osservare un progressivo cambiamento negativo degli atteggiamenti e del comportamento di chi lavora, in risposta a una condizione di stress lavorativo" (C. Cherniss, Staff Burnout: Job Stress in The Human Services, Sage, Berverly Hills, 1980). Cherniss considera l'eccessiva richiesta lavorativa come la causa principale del burnout, che si esprime attraverso strategie di coping caratterizzate da evitamento e da ritiro psichico.
Le teorie incentrate sul "processo" rilevano come il burnout derivi da una discrepanza tra aspettative e ideali di chi lavora da un lato, e dall'altro la difficile realtà lavorativa quotidiana fatta di continue richieste. Lo stress derivante può rimanere in "incubazione" per molto tempo, gradualmente l'operatore comincia a sentirsi emotivamente prosciugato e inizia a cambiare i suoi atteggiamenti verso il lavoro e verso le persone con le quali lavora, un processo che ha come esito finale il burnout.
Il secondo presupposto viene fornito dagli studiosi Christina Maslach e Michael Leiter, che formulano una teoria del burnout in chiave organizzativa. Secondo Maslach e Leiter (2000) la maggior parte delle organizzazioni si trova ad affrontare la sfida di una discrepanza tra le persone e il lavoro evidenziabile in sei aree: il sovraccarico di lavoro, la mancanza di controllo, la remunerazione insufficiente, il crollo del senso di appartenenza comunitario, l'assenza di equità e i valori contrastanti. Dal punto di vista operativo ne deriva che le tre originarie dimensioni del Maslach Burnout Inventory risultano maggiormente ampliate: l'esaurimento si riferirà a sensi di prosciugamento emotivi ma anche fisici; il cinismo si riferirà ad atteggiamenti freddi, distaccati e indifferenti verso il proprio lavoro e verso i propri colleghi e/o supervisori. La percezione di minore realizzazione personale riguarderà la percezione di una complessiva perdita di efficienza.
A partire dalla definizione del burnout come sindrome dovuta ad una discrepanza tra individuo e lavoro è necessario riflettere sia sui fattori individuali sia sui fattori organizzativi che lo innescano. Le strategie di prevenzione del burnout devono focalizzarsi contemporaneamente sull'individuo, sul contesto lavorativo e sulle relazioni interpersonali. Circa i fattori individuali, occorre esaminare attentamente i motivi vocazionali che spingono la persona a intraprendere la scelta di consacrarsi secondo un carisma specifico, sulla base di un discernimento psicologico della vocazione.
In merito ai fattori organizzativi, sulla base della divisione di Maslach-Leiter, si esaminano: il sovraccarico di lavoro, il senso di impotenza, la mancata gratificazione, la mancanza di controllo, il senso di comunità, l'assenza di equità e i valori contrastanti.
Per un religioso, l'analisi dei fattori individuali deve sondare la motivazione vocazionale e le sue ripercussioni negli ambiti spirituale, intellettuale e psicofisico. L'analisi dei fattori organizzativi esplora la comunità (convento, fraternità, parrocchia), che è il luogo di prevenzione e di cura della crisi spirituale, pastorale e affettiva.

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7 Capitolo I: Psicologia e vocazione: una sinfonia a due mani 1.1 Lo studio psicologico della vocazione La ragione della presenta ricerca, che verte sul tema del burnout all’interno della Vita Consacrata, deriva dalle indagini più recenti, stando alle quali esso è un fenomeno non più ascrivibile ad alcune categorie particolari di professioni di aiuto, ma interessa ogni operatore che svolge un servizio di dedizione, per mezzo dell’integrazione tra le sue istanze personali e quelle situazionali dell’ambiente o dell’istituzione dove egli opera. Quando la persona non cura tale integrazione, emerge il rischio di un esaurimento personale. Dunque, anche i consacrati e i presbiteri posso essere colpiti dalla «sindrome del buon samaritano deluso» 1 , come dimostrano le indagini di questi ultimi anni condotte tra il clero secolare e religioso 2 . Prima di addentrarci nell’analisi delle dinamiche che possono innescare il burnout nella vita consacrata maschile, in particolare del sacerdote, è opportuno riflettere sulla vocazione religiosa dal punto di vista psicologico. Il fine è di comprendere anzitutto quali sono le motivazioni di base per le quali il “chiamato” da Dio assume l’impegno di un servizio speciale al servizio di Dio e della Chiesa, donando se stesso. Lo studio psicologico della vocazione, l’analisi delle motivazioni vocazionali e il discernimento psicologico della scelta di consacrarsi aiutano a comprendere quali sono le cause principali generatrici del burnout all’interno della Vita Consacrata 3 . I tentativi di spiegare il fenomeno della vocazione come la concezione spiritualista e la concezione psicologistica possono essere indicati come riduttivi. La prima intende la vocazione come una chiamata diretta e speciale che Dio rivolge ai singoli, dunque evidenzia solo la dimensione trascendentale. La seconda pone l’accento sull’autorealizzazione: l’uomo tenderebbe solo a realizzare se stesso senza tener conto dell’altro, del non-io, della realtà esterna. Tale concezione esclude la dimensione soprannaturale della vocazione sacerdotale e consacrata. Non sono mancati, in ragione di 1 ROSSATI A.– MAGRO G., Stress e burnout, Carocci, Roma 1999, p. 43. 2 Cfr. l’indagine tra il clero cattolico di Inghilterra e Galles comparato al clero anglicano: LESLIE FRANCIS J.–STEPHEN LOUDEN H.–CHRISTOPHER RUTLEDGE J. F., Burnout among Roman Catholic Parochial Clergy in England and Wales: Myth or Reality?, in «Rewiew of Religious Research», vol. 46, n. 1(2004), pp. 5-19; M. HIRART – R. OCAMPO, Burnout en los sacerdotes de Santiago, 2002, CISOC-Bellarmino 2002; in Italia è significativa l’indagine condotta tra il clero diocesano di Padova: Ardere, non bruciarsi, G. RONZONI (a cura di), EMP, Padova 2008. 3 Le tre dimensioni individuate da Christina Maslach circa la sindrome sono: esaurimento emotivo, spersonalizzazione e riduzione delle capacità personali (La sindrome del burnout. Il prezzo dell’aiuto agli altri, Cittadella Editrice, Assisi 1992).

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Marino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
  Facoltà: Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Renato Pisanti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

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Parole chiave

religiosi
burnout
sacerdote
vita consacrata
vita comunitaria
ministero pastorale
processo stressogeno

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