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Il linguaggio specialistico della politica – Analisi comparativa dei discorsi di V. Putin e D. Trump

La teoria degli atti linguistici di Austin alla base della comunicazione politica

La teoria di Austin (1955) ci offre un metodo di analisi dell'enunciato, dei suoi scopi e dei suoi effetti. L'atto della comunicazione politica comprende tutti e tre gli atti: ciò che è stato detto, lo scopo dell'enunciato quindi la sua funzione e l'effetto che l'atto ha avuto sul cittadino-elettore.

La teoria degli atti linguistici si basa sul presupposto che la maggior parte degli enunciati servano a compiere delle vere e proprie azioni in ambito comunicativo. Austin introduce la nozione "atto linguistico" nel saggio "How to do things with words" (1962).
Egli sosteneva la necessità di studiare i fenomeni linguistici dal punto di vista pragmatico che riguarda prevalentemente l'attività pratica, l'azione e di specificare i casi in cui dire qualcosa equivale a fare qualcosa.

Secondo la nota teoria, sviluppata da John Langshaw Austin ogni atto linguistico può essere analizzato attraverso tre differenti livelli: atto locutorio, illocutorio e perlocutorio.
Distingue:
• Enunciati performativi: enunciati che servono per compiere un atto.
In essi compaiono verbi particolari (scusarsi, scommettere, ordinare, promettere). Tali verbi sono alla prima persona dell'indicativo pres.
Sono enunciati performativi: "Mi scuso", "Prometto".
• Enunciati constativi: enunciati descrittivi, suscettibili di una valutazione in termini di verità e falsità. È un enunciato constativo: "Mi scuserò domani".

Austin afferma quando il parlante dice qualcosa sta compiendo tre atti simultanei:
Atto locutorio (Locuzione-ciò che si dice): l'atto di costruire un enunciato attraverso il lessico e le regole grammaticali di una determinata lingua per veicolare un dato significato;
Atto illocutorio (Illocuzione-lo scopo): l'intenzione linguistica che sta nell'enunciato;
Atto perlocutorio (Perlocuzione- la conseguenza): il fine che si raggiunge con il dire, l'effetto dell'atto illocutorio.

La teoria di Austin rielaborata dal suo allievo J. Searle non solo sostiene che dire equivale a compiere certe azioni ma distingue una serie di atti linguistici in base allo scopo che si vuole ottenere: espressivi, commissivi, rappresentativi, direttivi e dichiarativi.
• Atti rappresentativi: Il locutore formula un enunciato in base alle sue conoscenze o credenze (sostenere, comunicare, annunciare);
• Atti commissivi: Il locutore si impegna ad un'azione futura (promettere, offrire);
• Atti direttivi: Il locutore vuole che l'interlocutore compia o non compia una certa azione (ordinare, vietare);
• Atti espressivi: il locutore esprime uno stato psicologico (congratularsi, ringraziare, scusarsi);
• Atti dichiarativi: Il locutore esercita un potere all'interno di un determinato ambito istituzionale (Battezzare, sposare).

Possiamo introdurre anche il concetto di atto indiretto, ovvero quando non si dice esplicitamente quello che si vorrebbe dire quindi la sua forza illocutoria, lo scopo va dedotto dal contesto. Un esempio di atto indiretto è la metafora.

«In indirect speech acts the speaker communicates to the hearer more than he actually says by way of relying on their mutually shared background information, both linguistic and nonlinguistic, together with the general powers of rationality and inference on the part of the hearer. To be more specific, the apparatus necessary to explain the indirect part of indirect speech acts includes a theory of speech acts [and] certain general principles of cooperative conversation…» (Searle 1975:60).

Searle pone il quesito: Come fare a capire un atto indiretto se la frase sembra riferirsi ad altro? Sottolinea l'importanza di avere un bagaglio di informazioni ed esperienza condivise oltre a possedere un ragionamento logico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il linguaggio specialistico della politica – Analisi comparativa dei discorsi di V. Putin e D. Trump

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Informazioni tesi

  Autore: Regina Buono
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: IUM Academy School - Scuola per mediatori linguistici
  Facoltà: Mediazione Linguistica e Culturale
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Serena Mottola
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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