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Introduzione
In un'immagine percettivo-sensoriale ovvero, nell’osservazione di quegli aspetti
della natura che qualifichiamo con il termine blu (cielo – mare, gli elementi più
evidenti) dal significato universale, a voler quasi mostrare un metaforico
abbraccio silenzioso della Terra all’umanità, con la sua volta celeste, la mia
personale percezione di blu trova tutte le sue ragioni, senza dimenticare che la
Terra, vista dal Cielo è
...BLU!
Il colore, elemento fondamentale per la vita umana ha una valenza simbolica
molto forte, si pensi al colore legato alla luce e al buio e al giorno e la notte.
Ogni colore comunica un messaggio che è saldamente radicato nella cultura di chi
lo osserva e perfino il fatto di leggere correttamente un determinato colore, in
alcune culture ne decreta la sopravvivenza. Ad esempio, tra le società dei
raccoglitori è essenziale individuare attraverso il colore le bacche commestibili.
I colori sono entrati prepotentemente anche nei modi di parlare, generando frasi
idiomatiche che perdono completamente di significato una volta tradotte
letteralmente. In inglese whiter than white, più bianco del bianco, significa
immacolato; in francese rire jaune, ridere giallo, significa ridere a denti stretti,
mentre in arabo essere giallo equivale all’italiano essere pallido.
1I colori del mondo
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In inglese un red letter day, cioè un giorno da lettera rossa, è un giorno molto
importante; per i francesi essere al rosso, être dans le rouge equivale a essere al
verde. Per gli inglesi un blue-eyed boy (ragazzo dagli occhi blu) indica la persona
preferita all’interno di un gruppo, e once in blue moon (ogni luna blu) equivale
all’italiano una volta ogni morte di Papa, ovvero molto raramente. Avere una
giornata blu, un blue day, significa avere una cattiva giornata e per lo stesso
principio essere blu, being blue, significa essere triste
1.
Il colore blue, artisticamente espresso, libera la mia mente dall’ossessione
dolorosa di una Madre Terra urlante tutte le lacrime dei suoi figli, poveri cristi in
croce, riversi senza vita nei mari, dentro buie fosse scavate come ferite nelle sue
viscere, nelle camere a gas, messi al muro e trucidati, frustati a sangue e a morte,
offesi, umiliati, calpestati. E non può il mio pensiero, non abbracciare tutti i flussi
migratori che affogano le proprie speranze nel Mare Magnum, ieri e ancora oggi,
in un presente eterno che non sembra accennare a trapassare. Questi ultimi sono i
nipoti di quei milioni di sventurati strappati alle loro radici nella terra d’Africa e
dilaniati nella dignità e negli affetti in territorio americano tra il XVI e XIX sec.,
generazioni che hanno dato i natali, nelle pozzanghere rosse di sangue, tra abusi e
soprusi, tra il white del cotone e il black and brown del caffè, ad una musica
destinata a restituire l’abbraccio globale al Pianeta Blu: una musica che si leva
verso il Cielo, inizialmente come fievole richiamo di anime lontane eppure
drammaticamente vicine e che invece diventerà, malgrado tutto, capace di
intonare note dapprima cullanti, calanti e danzanti in opere che hanno segnato il
destino della musica globale, canti che pur non appartenendo mai a nessuno se
non ad un arcobaleno di razze umane, hanno segnato e segnano, con la forza di un
Grido levato a voce spiegata, il JAZZ: la 'nostra' musica globale.
BLUE è diventato, nel contempo, un termine ampiamente usato e talvolta, abusato
in molti ambiti della comunicazione umana.
Dalla pittura alla poesia, passando per il cinema, in titoli di opere più o meno
pregevoli, nella letteratura tutta, in modo particolare nei libri per l’infanzia non
più semplici strumenti didattici, ma vere opere crossover e, non ultimo, nella
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musica, oggi troviamo la parola blue quale connotazione cromatica di un
ampissimo elenco di titoli, in qualunque settore della creatività, di personale
interesse o meno, facilmente reperibile nella Rete.
E così, nel vasto oceano di lacrime che sembrano non ancora sufficienti a lavare le
sordide malefatte dell’uomo, trovo la rotta e seguo le tracce di un goniometro
virtuale che mi guida verso il fulcro di questo mio percorso - ricerca di un “anello
blue”, legamento cromatico e sinestesico tra pittura e musica jazz, a partire dal
concetto estetico, speculativo, del “Blue” che trova concretezza nel pigmento
universalmente riconosciuto come “colore”, tra le note su un pentagramma, blue
note, o anche nel timbro di un contrabbasso secondo l’illustre pioniere dello
studio della sinestesia tra suono e colore, Vasilij Kandinsky, fondatore della
pittura astratta e massimo esponente della Pittura del ‘900.
La ricerca potrebbe allargare a dismisura il suo orizzonte: basti pensare al
celeberrimo Periodo blue di Pablo Picasso
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iniziato nel 1901 in preda alla
depressione per la perdita dell’amico più caro.
Aveva trascorso gli ultimi anni del secolo XIX, a Barcellona, segnati da una
profonda confusione interiore, causata anche da una lunga serie di amori
burrascosi.
Allo scoccare del 1900, Picasso si trasferì per la prima volta a Parigi e, l’anno
successivo, inaugurò il cosiddetto Periodo Blu, una pittura tutta giocata sui colori
freddi. Nelle opere di questo periodo predominano il grigio, il turchino e,
naturalmente, il blu in tutte le sue sfumature.
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Poveri in riva al mare - Il vecchio chitarrista cieco. (Picasso, 1903 - 1904)
Pur tuttavia, occorrerà restringere il campo visivo ad un sentiero ipotetico che
conduce dal bacino del Mediterraneo, trait d’union fra continenti africano ed
europeo e dal Blues atlantico di Lisbona, al Delta del Mississipi. Sulle onde
sonore delle blue notes mi accosterò a musicisti e cantanti (Bessie Smith, Ma’
Raney) che della sinestesia fra il blue e il sentire più profondo a livello
archetipico, hanno fatto il fulcro della loro arte. Negli ultimi capitoli, seguendo il
blu come la stella del Nord nell’articolazione di questa ricerca, accosterò le
assonanze e le sinestesie musicali in alcune emblematiche composizioni di Duke
Ellington, Miles Davis, Jony Mitchell e non per ultimo, tratterò il contrabbasso di
Jimmy Blanton.
Blue in Green, Bluesette, Little Girl Blue, Goodbye Pork Pie Hat, Blue
chiuderanno il viaggio in cui ho voluto scorgere nelle sfumature pastello del blue
la speranza, forse utopica, di un possibile mondo migliore.
La metafora del viaggio mi ha sempre affascinato. Viaggiare non è solo un fatto
fisico ma una disposizione interiore a lasciar fluire le conoscenze rispondendo ad
una intima curiosità del mondo.
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Note
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Rachele, Il colore e le culture del mondo, articolo, www. Stampa Print, 20 novembre 2017
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Pablo Ruiz y Picasso, semplicemente noto come Pablo Picasso (1881 – 1973) è stato
un pittore, scultore e litografo spagnolo di fama mondiale, considerato uno dei protagonisti
assoluti della pittura del XX secolo. Snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e l'arte
contemporanea, Picasso è stato un artista innovatore e poliedrico, che ha lasciato un segno
indelebile nella storia dell'arte mondiale per esser stato il fondatore, insieme con Georges Braque,
del cubismo. Continua ...Dopo aver trascorso una gioventù burrascosa, ben espressa nei quadri dei
cosiddetti periodi blu e rosa, a partire dagli anni venti del Novecento conobbe una rapidissima
fama: tra le sue opere universalmente conosciute Les demoiselles d'Avignon (1907)
e Guernica (1937). Cfr. la voce ‘Pablo Picasso’ in www.treccani.it.
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Cap. I BLU
Il blu è uno dei tre colori primari insieme al rosso e al giallo. Il cielo, l’acqua del
mare, dei laghi e di tutte le grandi distese d’acqua, sono blu perché la luce blu ha
maggior penetrazione nell’acqua. Secondo la psicologia moderna, il colore
blu aumenta l’attenzione delle persone e li predispone ad essere calmi e più attenti
ma non sempre ha avuto accezione positiva.
Per iniziare ricordiamo come tra le prime forme di pittura rupestre e fino al
dispiegarsi della civiltà greca, nelle culture del bacino del Mar Mediterraneo, il
colore blu fosse assente.
Bisognerà attendere l’Era Cristiana per vederlo confermato come il più nobile e
l’unico a poter colorare il manto di Maria, madre di tutti i Cristiani. Infatti, presso
i Romani, il colore blu, tipico degli occhi delle popolazioni nordiche e barbare,
veniva genericamente associato al significato di rozzo e incivile, mentre in Grecia
si utilizzava il termine cyanos, cianotico, per significare il colore blu di una
persona sofferente.
Di contro in Oriente, il colore blu assume significati legati alla Religione:
associato alla luce divina, riveste immagini e templi sacri, soprattutto nella
gradazione del blu cobalto. Nella religione buddista il blu è il colore della
guarigione, e molte statue del Buddha sono in lapislazzuli blu
1
; rappresenta la
rabbia che si trasforma in saggezza: nella tradizione tibetana la sillaba Hum, parte
del mantra Om Mani Padme Hum, è di colore blu.
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Buddha Sakyamuni