Skip to content

APPROFONDIMENTI

Le complicazioni della didattica. La differenziazione apprenditiva

02/08/2006

Quando la proposta formativa si rivolge ad un pubblico ristretto, si fa affidamento a tre fattori di semplificazione.
Appetibilità sociale dell’istruzione: andare a scuola significa differenziarsi e ne deriva preesistenza della disponibilità ad accettare impegni richiesti da pratiche scolastiche.
Funzionalità di scarto: è possibile eliminare gli allievi non idonei, da cui deriva una buona uniformità di formazione nella parte secolarizzata della popolazione.
Esiste una popolazione di riserva.
Questi tre fattori recedono con l’ampliarsi delle dimensioni dei sistemi scolastici. Quando il servizio è fruito da tutti si attenua la sua appetibilità sociale. In Italia tutti hanno il diritto ad istruirsi con l’obbligo per otto anni, venendo meno il fattore dello scarto, per cui chi non è idoneo non viene rifiutato, ma solo rallentato nel percorso. Non esiste una popolazione di riserva. Oggi la scuola si trova nella condizione di giustificare le proprie scelte e non può rifiutare quanti non hanno capacità desiderate. Dal sistema di scolarizzazione ristretta alla scolarizzazione ampia, la didattica perde la possibilità di fare affidamento sulla nozione di allievo medio, con la necessità di interventi differenziati per i diversi casi. La formazione si considera effetto del concorso di variabili. Nell’insegnamento bisogna saper vedere la situazione formativa, ossia il risultato di un’interazione complessa tra un diverso numero di elementi, come variabili che incidono sull’azione formativa. Le variabili assegnate sono valori al di fuori della situazione formativa scolastica, come la configurazione geografica e urbanistica, la struttura produttiva e i servizi, le risorse culturali e la stratificazione professionale della popolazione e il contesto familiare. Le variabili indipendenti risultano dalle scelte operate dalla scuola, quali la legislazione scolastica (programmi e norme amministrative), il sistema burocratico scolastico, le risorse didattiche, la qualificazione professionale degli insegnanti e la distribuzione territoriale della scuola. Le variabili dipendenti attraverso cui si riscontrano gli effetti della formazione, sono di diverse tipologie:
- socio-affettive (atteggiamenti nei confronti della scuola)
- attitudinali
- curriculari e risultano dalla capacità di apprendimento

Il concetto di metodo

Il metodo suggerisce elementi di razionalità, per cui gli allievi presentano diverse caratteristiche dal punto di vista intellettuale e affettivo. Se la proposta educativa prescinde dalla considerazione di queste caratteristiche è improbabile che soddisfi le esigenze di tutti gli allievi. Il compito a scuola deve suscitare l’interesse per l’apprendimento e motivare all’impegno, con l’utilizzo di tecniche di animazione e determinare negli allievi il bisogno di apprendere.
La comunicazione didattica consta nella capacità dell’insegnante di conoscere le caratteristiche degli allievi, ma anche dei mezzi didattici utilizzati. L’allievo deve essere in grado di accogliere l’informazione, per cui i mezzi didattici vanno selezionati in funzione dell’informazione da comunicare. Occorre accertarsi che ogni allievo abbia ricevuto informazioni.

A scuola si impara a dimenticare

Un aspetto negativo della formazione scolastica è costituito dalla ridotta persistenza temporale dell’apprendimento. L’attività didattica può ridursi alla ripetizione del già trattato. L’attività didattica può fare in modo che l’apprendimento conduca alla modifica stabile del comportamento degli allievi, che si rivela possibile in due ambiti, nell’esercizio e nella soluzione dei problemi, infatti ognuno apprende a suo modo secondo personali caratteristiche e capacità. La differenziazione didattica non va associata all’aiuto degli allievi in difficoltà, ma è parte normale della didattica. Ciascuna funzione didattica, per essere gestita in modo adeguato, ha bisogno di un flusso costante di informazioni. La diversità tra concezione tradizionale e avanzata della didattica sta nella diversa necessità di informazione, limitandosi alla constatazione del risultato terminale e alla necessità di rivedere il ruolo della valutazione. Nella procedura risulta necessario precisare quali risultati si attendono dall’attività formativa, per individuare i modi in cui possono essere raggiunti, considerando le caratteristiche degli allievi.
La logica dell’intervento didattico tradizionale consiste nel transitare dalla difformità (gli allievi sono diversi tra loro) all’uniformità (l’intervento didattico è lo stesso per tutti, prevedendo una selezione).


Altri articoli dello stesso autore:

Tesi dell'autore: