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Misure di Contenimento degli organismi invasivi. Il caso della Cimice Marmorizzata Asiatica

Prospettive per una lotta biologica

L'utilizzo massiccio di agrofarmaci in America ha provocato un impoverimento ambientale, con conseguenze nefaste sugli insetti impollinatori e gli antagonisti naturali. Il problema consiste nelle quantità applicate e la frequenza per far fronte alla continua mobilità degli adulti. Ma nonostante le quantità applicate non è stato risolutivo, al massimo contenitivo (Maistrello, 2016). L'impiego massiccio anche in Europa ha provocato la rottura di equilibri creati in programmi di lotta integrata (IPM) mirati a controllare altre specie dannose alle Pomacee e provocando un aumento di questi altri fitofagi (http://www.cabi.org/isc/datasheet/27377).

La mobilità di questa specie, come visto prima fa sì per un controllo chimico siano necessari un gran numero di interventi, che possono dimostrarsi inutili se non applicati al momento giusto (svernamento), oltre a complicazioni di carattere ecologico, intimamente legate ad altri equilibri che potrebbero provocare nuove infestazioni con altri insetti che prima erano fitofagi secondari. Un semplice esempio di simili meccanismi consiste in un trattamento che uccide il fitofago ma anche i nemici naturali dello stesso o di altri fitofagi, che in poco tempo diventeranno Key pest.

La stragrande maggioranza dei parassitoidi di BMSB appartiene alla famiglia degli Scelionidae della super famiglia Proctotrupoidea. Salvo qualche eccezione come per Anastatus bifasciatus (Haye et al 2015) che rientra nella famiglia Eupelmidae.
Gli Scelionidi sono riconoscibili solo ad un analisi attenta che rileva alcune caratteristiche basilari: antenne geniculate composte da 11-12 articoli, raramente 7-10, con clava sovente distinta e costituita da anche oltre 3 articoli. Le ali anteriori presentano la cellula costale e le vene submarginale, marginale e stigmatica; talvolta anche la post-marginale (Viggiani, 1994).

Gli studi più approfonditi sui parassitoidi di H.halys sono stati fatti negli Stati Uniti.
Un parassitoide, depone le sue uova all'interno dell'ospite, nutrendosene e uccidendolo al momento dello sfarfallamento. Parassitizza un solo individuo per il suo ciclo e l'effetto sulla dinamica delle popolazioni ospiti somiglia più a quello dei predatori che dei parassiti. Gli ooparassitoidi fanno lo stesso ma sono specializzati sulle uove degli insetti ospiti (Viggiani, 1994).

Esperimenti condotti in Usa per la ricerca di ooparassitoidi autoctoni hanno rilevato che Trissolcus japonicus e T. cultratus sono due delle specie capaci di completare il loro ciclo in uova di Cimice Asiatica. Le ovature sentinella utilizzate per l'esperimento erano suddivise in fresche, precedentemente congelate a -80°C e poste in gabbiette. Nel primo caso la condizione era simile a quella naturale, nel secondo il congelamento era servito ad inibire l'embriogenesi e di conseguenza qualsiasi risposta immunitaria, il terzo consisteva di una semplificazione ideale. Le ovature sentinella sono state inserite in differenti habitat. Il grado di parassitizzazione dei predatori autoctoni è risultato molto basso al punto da far convergere tutte le speranze su T. japonicus, molto più attivo anche del T.cultratus.

L'esperimento ha avuto luogo in 3 habitat diversi: frutteti, campi di soia e foresta. ( Herlihy, 2016). In accordo con altri precedenti esperimenti di Tim Haye et al (2015) del CABI in Svizzera, le uova precedentemente congelate presentavano una percentuale di parassitizzazione di 10-20% più alto. L'esperimento ha poi permesso di scoprire che la maggior parte delle parassitizzazioni dei campioni, inseriti in foresta, erano da attribuire a T. japonicus, con nessuna differenza significativa tra quelle a carico delle uova precedentemente congelate e le fresche. La scoperta è notevole perchè prima di questa rilevazione, esemplari di T.japonicus erano stati importati dall' Asia, ma isolati nelle quarantene per le ricerche preventive ad un introduzione, non si sapeva che fosse già presente in loco, probabilmente fosse arrivato mediante le stesse pathways della cimice e che si fosse acclimatato. Oltre ad presentare un altissimo grado di parassitizzazione, gli studi negli Usa hanno evidenziato una resistenza al freddo fino a -21,8°C rendendolo adattabile ai climi invernali del Minnesota (Santacruz, 2014).

Come si legge dal blog americano https://blogs.cornell.edu/jentsch/, l' iniziale scoperta ha preoccupato i ricercatori per un pericolo rappresentato da un invasione di T. japonicus. Il motivo per cui un candidato antagonista deve venir studiato anche per anni prima di un eventuale introduzione nell'ambiente riguarda i rischi derivati dal suo suo range di ospiti, dalla competitività e la possibilità che si sostituisca a altri analoghi locali andando a costituire di per sé un altro invasivo.
La parassitizzazione avviene mediante ovopositore, nascosto nel gastro, non fronteggiando l'uovo.
Le uova della BMSB, a forma di barilotto, come è tipico della famiglia, vengono parassitizzate con uova peduncolate all'interno, da cui schiuderanno larve di I età teleamorfe e imenotteriforme dalla II età in poi.

Dopo 1 settimana circa le uova della cimice si colorano di scuro, quindi più facili da distinguere. Per finire con lo sfarfallamento dell' adulto (Figg.11,12) (Video Chris Hedstrom, Youtube; Viggiani, 1994)
A Manta (CN), altri esperimenti condotti nel parco naturale hanno rilevato il secondo importante parassitoide. Infatti per le 154 ovature sentinella utilizzate, 54 presentavano parassitizzazione fino al 20%. Le piante test erano Acer campestris, ed il parassitoide identificato Anastatus bifasciatus (Geoffroy) (Fig.13) (Pansa, Tavella, 2015).

Come già detto appartiene alla famiglia degli Eupelmidae, (Chalcidoidea), riconoscibile per zampe saltatorie al mesotorace, ali prive di cellule con vena marginale lunga (Viggiani, 1994). A carico di H.halys vi è anche un buon numero di predatori naturali e le liste si aggiornano continuamente, ma più che identificarli singolarmente per un biocontrollo si può parlare di specie che fanno parte dell'ecosistema stesso ( Viggiani, 1994).
[…]

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Misure di Contenimento degli organismi invasivi. Il caso della Cimice Marmorizzata Asiatica

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Informazioni tesi

  Autore: Valentino Matteo Attanasi
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Corso: Scienze e Tecnologie Agrarie
  Relatore: Stefania Laudonia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 25

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Parole chiave

biocontrollo
lotta biologica
halyomorpha halys
cimice asiatica
invasioni cimici
trappole insetti
eppo
bmsb
ecoresistenza
invasivi

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