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Il tema della violenza nell'opera di Ugo Foscolo

Umane belve. La natura violenta dell’uomo

Nell’analogo paragrafo del precedente capitolo abbiamo interrotto la narrazione con il soggiorno milanese del Foscolo e quindi con le relative influenze che tale esperienza significò; in questa sede illustreremo l’esperienza foscoliana, sempre con un occhio verso la più generale vicenda europea, dal seguito di quell’esperienza fino al periodo immediatamente precedente l’esilio.
L’Europa dei quindici anni che andremo brevemente riassumendo è stata attraversata e segnata dall’esperienza napoleonica: dal colpo di stato del 18 brumaio, passando per la battaglia di Marengo fino all’incoronazione imperiale del 4 aprile 1804, e poi ancora la battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805) e l’occupazione del Regno di Napoli fino alle battaglie di Jena e Auerstädt (ottobre 1806), quindi il raggiungimento della massima espansione con l’occupazione di Spagna e Portogallo e la battaglia di Wagram del 1809. A quest’altezza l’impero di Napoleone comprendeva 130 dipartimenti e 44 milioni di abitanti. Questo sistema di dominio vantava nel continente diverse modalità di controllo; per quanto riguarda la penisola italiana, una parte dell’area centro-settentrionale era direttamente annessa all’impero, mentre il Regno d’Italia, seppur formalmente indipendente, era di fatto sotto la sovranità dello stesso Napoleone, tutto il resto d’Italia, eccezion fatta per il Regno di Napoli di cui parleremo brevemente in seguito, era in diversi momenti finita sotto il controllo francese: il Piemonte e l’ex Ducato di Parma e Piacenza già nel 1802, la Liguria nel 1805, la Toscana nel 1807, l’Umbria e il Lazio nel 1809.
Per quanto riguarda invece la Repubblica Cisalpina, questa fu prima trasformata in Repubblica Italiana attraverso i Comizi di Lione del 1802, fin quando non venne formato nel 1805 il Regno d’Italia, con cui Napoleone venne rappresentato dal viceré Eugenio di Beauharnais. Nel Regno di Napoli il governo fu assunto prima (1806) dal fratello di Napoleone, Giuseppe, per poi passare nelle mani di Gioacchino Murat, nel 1808.
All’apogeo seguì una rapida discesa, cui fu sintomo la disastrosa disfatta della campagna in Russia che si chiuse con la ritirata ordinata il 29 ottobre del 1812. Nel frattempo in Sicilia, sotto la spinta dell’Inghilterra, erano stati restaurati i Borbone e dichiarata la regione indipendente dal Regno di Napoli.
La sconfitta di Lipsia del 1813 significò l’abdicazione di Napoleone dell’anno successivo e quindi di fatto anche la caduta del Regno d’Italia, che passò nelle mani del generale Sommariva il quale prese a governarlo in nome dell’Austria; riprendevano il possesso dei propri stati anche Pio VI, Vittorio Emanuele I e Ferdinando III, mentre l’avventura del Regno di Napoli si chiuse con il vacuo tentativo di Murat di intraprendere un conflitto contro l’Austria, quindi la sua fucilazione nell’estate del 1815 e il ritorno al trono di Napoli di Ferdinando IV di Borbone.
Il 1803 si apre per Foscolo con la richiesta di riprendere il servizio militare e quindi la successiva nomina a capitano di fanteria presso lo Stato Maggiore della medesima Divisione; l’intento del nostro era quello di partecipare al tentativo di invadere l’Inghilterra. Nei due anni di servizio militare conosce, a Valenciennes, Fanny Hamilton, da cui sarebbe nata l’unica figlia, quindi la richiesta di congedo per poter tornare ad abbracciare la famiglia e sulla via del ritorno il soggiorno parigino e l’incontro col Manzoni. Finalmente il ritorno in Italia e l’incontro col Pindemonte, quindi l’ispirazione che detterà i versi dei Sepolcri.
Dopo un breve soggiorno a Milano, viene nominato professore di Eloquenza italiana e latina presso l’Università di Pavia, dove si trasferirà nel dicembre del 1808. Conclusasi la breve esperienza pavese, data la sospensione per decreto reale della cattedra, Foscolo è di nuovo a Milano, dove trascorre un infelice biennio di conflitti con l’entourage letterario della capitale del Regno.
È nell’estate del 1812 che si trasferisce a Firenze, a Bellosguardo, ed è in questo frangente che riprende il progetto dell’ormai accantonato Inno alle Grazie, che nel 1813 approda finalmente alla struttura tripartita che conosciamo oggi. Del medesimo periodo è anche la stesura della tragedia Ricciarda: le due opere saranno passate al vaglio della censura della capitale del Regno e saranno quindi approvate.
Una volta giunta la notizia della sconfitta di Lipsia Foscolo si precipita a Milano nella veste di capitano aggiunto allo Stato Maggiore; la situazione è confusa e Foscolo non sembra assumere una posizione netta: dapprima sembra partecipare ad un naufragato tentativo di istaurare uno stato italiano indipendente, mentre poi accetta di elaborare uno scritto per la nascita di una rivista filogovernativa, il Parere sulla istituzione di un giornale letterario, tuttavia all’indomani del giuramento come ufficiale del Regno Italico, Foscolo non ha ancora preso una decisione netta e quindi, nella notte tra il 30 e il 31 agosto, fugge da Milano alla volta della Svizzera e quindi dell’Inghilterra.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il tema della violenza nell'opera di Ugo Foscolo

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Scriva
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere Moderne
  Relatore: Sonia Gentili
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 87

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