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Farmacologia - Pagina: 39

diffusione passiva, ma in questo caso le molecole sono più grandi e passano attraverso dei canali; a volte nei canali è presente un trasportatore (diffusione mediata da trasportatore, carrier), il quale è il target per l'azione di certi farmaci, lega la molecola di farmaco, la trasloca verso l'interno e l'abbandona all'interno della cellula. I trasportatori, i carriers, legano anche molecole endogene, es. il trasportatore della serotonina, la quale viene ricaptata dalle cellule e metabolizzata; i farmaci SSRI, infatti, si comportano da antidepressivi, perché legandosi al trasportatore della serotonina impediscono la ricaptazione e il metabolismo di essa, fanno sì che la serotonina endogena abbia un effetto più duraturo. Altri farmaci raggiungono l'interno della cellula per endocitosi in fase fluida, cioè si ha un'invaginazione di parte della membrana dove si trova la molecola e così il farmaco viene rilasciato all'interno della cellula. Altri ancora si legano ad un recettore, producono l'invaginazione della membrana e poi vengono rilasciati all'interno (endocitosi mediata da recettore); questa modalità viene oggi sfruttata in quella che è la somministrazione di farmaci attraverso una formulazione particolare del farmaco all'interno dei ribosomi: es. la somministrazione del ferro, la carenza di ferro è sintomo di molte patologie, se l'anemia è dovuta a carenza di ferro è indicato somministrarlo; si somministra attraverso dei pasticconi, è una dose molto alta di ferro, è pesante da digerire e ne assorbiamo pochissimo, tant'è che se veramente vogliamo avere disponibilità di ferro dobbiamo farlo endovena. Oggi esiste il ferro formulato all'interno di ribosomi, i quali sono costituiti o da un singolo strato lipidico o da un doppio strato, quindi molto simile a quello della membrana plasmatica, dunque hanno un tropismo per la membrana, si fondono con essa e rilasciano il ferro all'interno. Questi farmaci, sfruttando la formulazione ribosomiale, ci permettono di assorbire molto più ferro a concentrazione molto più bassa; rendono quel ferro molto più assorbibile, però costa molto di più e il SSN non lo passa gratis, anche se in un futuro prossimo le cose cambieranno. Una delle case commerciali è il Sideral. Stanno creando anche dei farmaci antitumorali che sfruttano la formulazione ribosomiale, ma sulla membrana esterna del ribosoma mettono degli anticorpi ottenuti da preparazioni di tumore di altri pazienti, quindi quell'anticorpo ha un tropismo verso il tumore, tende ad avere un'azione selettiva e a portare il farmaco contenuto nel ribosoma verso il tessuto malato, verso le cellule tumorali per farlo assorbire solo da esse; quest'ultima cosa è importante perché i farmaci antitumorali hanno effetti collaterali molto importanti, quindi non vanno a colpire solo i tessuti tumorali, ma anche i tessuti in attiva proliferazione, p.e. gli epiteli e non è un caso p.e. che il pz trattato perda i capelli. Coefficiente di ripartizione olio/acqua: la capacità di un farmaco di attraversare le membrane cellulari dipende dal suo coefficiente di ripartizione olio/acqua, un parametro che permette di valutarne il grado di idro-lipofilia. Si calcola facendo il rapporto tra la concentrazione del farmaco nella fase oleosa e la concentrazione del farmaco nella fase acquosa. Quando il coefficiente di ripartizione è superiore a 1 il farmaco è lipofilo, quando è inferiore a 1 il farmaco è idrofilo. Il coefficiente di ripartizione si avvicina a 0 per i farmaci molto idrofili.

Tratto da FARMACOLOGIA di Andrea Panepinto
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