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L'incontro tra gruppi e culture diverse


L' incontro tra gruppi e culture diverse può essere visto in 2 modi diversi: (1) incontro come fonte di possibile miglioramento delle relazioni per superare i pregiudizi o (2) incontro che può innescare una radicalizzazione dei pregiudizi e un ampliamento della conflittualità. 

Intorno a questi temi si è sviluppato il filone di studi definito “contatto intergruppi” e Allport elenca le condizioni affinché l'esito del contatto tra gruppi risulti positivo: i diversi gruppi si devono sentire di status simile, l'interazione deve essere costante, ci deve essere una cooperazione per obbiettivi comuni e il clima culturale deve essere incoraggiante per sostenere una relazione positiva.

Strategie operative per la gestione del conflitto

Ci sono 3 strategie operative per manipolare la percezione dei confini categoriali:
1. Decategorizzazione/ personalizzazione: vengono evidenziate le caratteristiche distintive degli individui rendendoli non assimilabili alla categoria di appartenenza (Es. chiedere degli hobby e non dell'appartenenza etnica)
2. Ricategorizzazione: viene ridefinita la categoria di appartenenza delle persone facendole sentire parte di una categoria più grande che le accomuna (Es. una persona che appartiene alla categoria dei cuochi e non dei musulmani)
3. Sub-categorizzazione: vengono individuate diverse sottocategorie più o meno corrispondenti agli stereotipi
Queste strategie sono utili per ridurre la conflittualità tra i gruppi ma sono poco efficaci per ridurre il pregiudizio.

Altri modelli hanno lo scopo di ridurre il conflitto senza ridurre la percezione dei confini categoriali e sono:
4. Mutua differenziazione intergruppi: le persone si incontrano e ogni gruppo riconosce all'altro la legittimità della sua esistenza (Es. noi siamo bravi in questo, loro sono bravi in quello) ma l'identificazione con il proprio gruppo non deve essere fondata sulla svalorizzazione dell'atro gruppo
5. Categorizzazione incrociata: nel corso dell'interazione si tende a sottolineare che ciascuno simultaneamente appartiene a molte categorie diverse (genere, età, sport, …)


L' incontro interculturale è l'incontro tra culture dove le persone e i gruppi partecipano e prevalentemente è stato descritto in termini di conflittualità e la psicologia sociale ha lo scopo di ridurre questa conflittualità. Il carattere culturalmente connotato dei nostri processi mentali fa sì che ci troviamo più a nostro agio con persone che guardano il mondo con i nostri stessi occhi e che abbiamo la tendenza a considerare il nostro modo di essere e pensare superiore ma l'incontro con persone e gruppi di contesti culturali diversi è un'occasione.

Modelli teorici sull'integrazione

Ci sono diversi modelli teorici per spiegare cosa succede quando le culture si incontrano, esprimono diversi modi di concepire la cultura storicamente e sono:
1. Modello della fusione/ melting pot: usato agli inizi del 1900 con i massicci processi di immigrazione con cui poi si è costituita l'attuale società degli USA, la metafora fa riferimento ai metalli: come i diversi metalli si fondano per formare una lega, così le diverse componenti della società si mescolano. Questo modello considera le diverse entità che si fondono come equivalenti.
2. Modello dell'assimilazione: questo modello prevede che le minoranze si integrano nel mondo culturale della società che le accoglie annullando così il bagaglio culturale di origine. Questo modello considera superiore la cultura che accoglie.

Questi 2 modelli sono diversi ma sono accumunati dal fatto che l'esito del processo è un annullamento delle diversità. E sono stati sviluppati altri modelli alternativi:
3. Modello della multiculturalità: considera i modi di essere/vedere il mondo come relativi, la metafora usata è quella della salad bowl per la società è vista come una ricca insalata in cui gli ingredienti si mescolano ma restano separati. Questo modello può essere problematico se c'è il riferimento a valori/temi considerati universali. Alla base del multiculturalismo c'è l'idea che vede le culture come insiemi definiti/stabili/omogenei ma se si considerano le culture in termini processuali il multiculturalismo non è più adatto
4. Modello della interculturalità: l'ibridazione è la sostanza dei processi culturali, un terreno di negoziazione e di trasformazione e per questo il confine non è più qualcosa che divide ma è il terreno dello scambio.

La psicologia sociale deve chiarire come i modi di pensiero/azione delle persone cambiano quando entrano in contatto con culture diverse, si tratta del percorso di acculturazione. Uno dei modelli più noti di acculturazione è quello di Berry secondo cui l'esito delle migrazioni in contesti culturali diversi da quelli di origine è determinato dal valore che si assegna la mantenimento delle proprie tradizioni e dal valore che si assegna alle relazione con gli altri e si ottengono 4 possibilità:
• Integrazione con alto valore assegnato alle relazioni con gli altri e alto valore assegnato al mantenimento dell'identità culturale che però on implica la rinuncia alla propria identità
• Assimilazione con alto valore assegnato alle relazioni con altri gruppi e basso valore assegnato al mantenimento dell'identità culturale
• Separazione con basso valore assegnato alle relazioni con altri gruppi e alto valore assegnato al mantenimento dell'identità culturale
• Marginalizzazione con basso valore assegnato alle relazioni con altri gruppi e basso valore assegnato al mantenimento dell'identità culturale con rifiuto di entrambe le culture


Il limite del modello di Berry è che non coglie le sfumature di diversità all'interno delle culture poiché concepisce la cultura come un insieme rigido di contenuti e da qui sono stati definiti dei modelli alternativi che concepiscono l'acculturazione in termini dialogici, ovvero come un processo di continuo confronto. Tra le varie voci che in ciascun individuo esprimono le diverse posizioni. I processi di acculturazione devono tener conto del fenomeno delle identità diasporiche: i migranti tendono a riprodurre nei paesi che li ospitano un senso di comunità basato su specifiche forme di ibridazione che vengono coltivate perché permettono di mantenere identità/legami con la madrepatria, realizzare specifiche forme di integrazione rispetto alla comunità ospitante e realizzare riconoscibilità rispetto a altre identità diasporiche con cui entrano in contatto.

Le relazioni tra gruppi possono essere ostacolate da una comunicazione inefficace che può generare incomprensioni sul piano relazionale perché gli interlocutori si basano su codici culturali diversi, anche se il confronto con strumenti culturali diversi porta con sé anche stimolazione/curiosità.

È possibile distinguere le culture tramite dei criteri diversi:
• Distinzione tra individualismo e collettivismo che sono 2 sindromi culturali che hanno a che fare con il rapporto tra individuo e società e si traducono in modi diversi di vedere il mondo, secondo l'individualismo l'individuo è autonomo e indipendente e il sistema di valori ruota attorno alle esigenze dei singoli mentre secondo il collettivismo il focus dei valori si sposta sulle identità collettive e tutto ciò che riguarda l'individuo viene letto in relazione alla necessità dei gruppi sociali. L'orientamento individualista viene associato all'occidente sviluppato mentre l'orientamento collettivista viene associato ai paesi in via di sviluppo.
• Dimensione valoriale e normativa che distingue la tendenza alla competizione dalla tendenza all' armonia delle due dimensioni che si caratterizzano in modo verticale valorizzando la competizione o in modo orizzontale valorizzando l'armonia.
• Stili comunicativi che distinguono le culture a basso contesto (la comunicazione si svolge per mezzo di formulazioni esplicite, ognuno si aspetta di trovare nei contenuti della comunicazione ciò di cui ha bisogno per interpretare correttamente il messaggio) dalle culture ad alto contesto (la comunicazione si basa molto su contenuti impliciti per cui per l'interpretazione è necessario un riferimento al contesto).

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Emma Lampa
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