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Aspetti linguistici del sottotitolaggio: analisi delle strategie traduttive in tre prodotti filmici

La traduzione audiovisiva in Europa

La traduzione e l’adattamento dei film girati in diverse lingue europee ha portato ad un sempre più ampio interesse verso questo settore: in Europa esiste una suddivisione in due gruppi per quanto riguarda le tecniche di traduzione audiovisiva maggiormente utilizzate, vale e dire il doppiaggio e la sottotitolazione. Possiamo dire che viene tradizionalmente utilizzata la sottotitolazione nei paesi dell’Europa nord-orientale, mentre il doppiaggio viene prevalentemente usato in Europa sud-occidentale. Anche se oggi entrambe le tecniche hanno raggiunto una distribuzione geografica piuttosto stabile, la ripartizione tra paesi che sottotitolano e paesi che doppiano può variare a seconda delle differenze nell’applicazione dei criteri di traduzione audiovisiva adottati. Non esiste, però, una divisione netta che rispecchi appieno la realtà. A questo proposito Perego (2005) dichiara che:

Un pubblico ridotto, un livello di produzione modesto, contenute possibilità di investimento, lingue a diffusione limitata e un retroterra culturale bilingue o plurilingue, tipici tratti di piccoli paesi (per esempio Belgio, Galles, Svizzera, paesi scandinavi e Paesi Bassi), sono premesse sufficienti anche se non necessarie per favorire la scelta della sottotitolazione o di metodi traduttivi ancora più economici e veloci (come il voice-over) per la traduzione di film importati dal mercato estero. (Perego 2005:16)

Chiaramente in paesi dove c’è una condizione di plurilinguismo o multilinguismo o la scelta ricade immediatamente sull’utilizzo dei sottotitoli, sia per ragioni economiche che per comodità. I paesi che si avvalgono di questo sistema di traduzione sia per quanto riguarda il cinema che la televisione sono i paesi scandinavi (la Norvegia, la Svezia, la Finlandia e la Danimarca), il Portogallo, la Grecia, Cipro, i Paesi Bassi, il Lussemburgo, la Croazia, il Belgio, il Galles, L’Irlanda, l’Islanda, la Slovenia, la Polonia e l’Ungheria, nazioni con un numero di abitanti non particolarmente elevato. In questi paesi si predilige l’autenticità linguistica e il mantenimento dei valori culturali stranieri. Solo l’Ungheria presenta una situazione mista: in televisione viene utilizzato il doppiaggio e c’è una piccola percentuale di film sottotitolati, mentre al cinema la maggioranza dei film sono sottotitolati.
Al contrario, in paesi territorialmente più estesi, ufficialmente monolingue e con una numerosa popolazione la scelta è ricaduta sul doppiaggio. I paesi che si avvalgono del doppiaggio sono l’Italia, la Francia, la Spagna, la Gran Bretagna, la Germania, l’Austria, la Svizzera, l’Irlanda e, infine, la Russia. Oltre ad una maggiore disponibilità economica, le ragioni di tale scelta vanno cercate nella storia della politica nazionale di ciascuno di questi stati. In paesi come Germania Spagna, e in parte anche Italia, lo Stato ha scoraggiato i contatti multiculturali e ha cercato di difendere la lingua nazionale il più possibile; l’idea, soprattutto dopo la Prima guerra mondiale, era che attraverso il doppiaggio si potesse avere l’illusione di mantenere “pura” la lingua dello Stato, senza contatti culturali e linguistici esterni. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Aspetti linguistici del sottotitolaggio: analisi delle strategie traduttive in tre prodotti filmici

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Informazioni tesi

  Autore: Beatrice Pini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Laura Gavioli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 67

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